lunedì 13 giugno 2016

pomiroeu si e no


di Fabrizio Nobili

L' Osteria del Pomiroeu è ormai un'istituzione ma soprattutto una macchina da guerra che non chiude mai.


Una garanzia per chi decidesse all'ultimo istante di pranzare in un ristorante gourmet.

Sono passati alcuni anni dall'ultima visita dove trovammo la presenza di Giancarlo Morelli, ora sempre più impegnato da altre collaborazioni.

Forse anche per questo abbiamo riscontrato difetti non in cucina ma in sala.

Il ristorante è ricavato in un'antica corte raccolta ed accogliente suddiviso in sale che offrono riservatezza e tranquillità.

Il menù è completo e ben diversificato, permette ai clienti di spaziare tra diverse proposte a supporto delle loro esigenze.

La nostra decisione è andata verso la carta; aver scelto tutti piatti diversi non ha influito negativamente sulla qualità e sulle tempistiche del servizio riscontrate invece nel servizio sul vino.

Il classico saluto della cucina era composto da un mousse di carote, ricotta al limone e polvere di cacao: bella l'entrata, fresca, piacevole e divertente.









Ceviche di dentice, insalatina di sedano acqua di cetriolo, quinoa soffiata e pop corn di mais, piatto bello elegante leggero ma l'acqua di cetriolo era un pochino comprente.     La primavera…erbe, fiori, germogli crema montata di patata, meringa al timo: un piatto vegetariano che il Guardiano definirebbe da "modella" invece l'ho ordinato io (forse pensando a Gisele Bundchen). Petto di faraona al punto rosa al fumo di fieno asparagi bianchi alla vaniglia e crescione fresco, delicato ed equilibrato.

A segiure il famoso

Riso selezione Carnaroli del “Pavese Gran Riserva” mantecato alla ricotta di bufala leggermente affumicata con tartare di gamberi rossi e tartufo nero, colatura di alici Il Risotto dell’anno “Concorso Premio Gallo” di cui non è necessario alcun commento avendo vinto il suddetto premio . Agnolotti di scalogno tostato ricotta al eno, piselli e spuma di pancetta: golosi e cremosi.  Quaglia laccata al miele, purea di radici di prezzemolo, aglio orsino 

fermentato altro piatto gourmand dove a fare da protagonista era la purea di radici più che la quaglia.

per dessert ci siamo indirizzati su tre cose diverse che però hanno avuto sorti diverse: così come le  

Crepes soufflè al cioccolato, gelato allo zenzero e panna alla cannella non hanno avuto un grande riscontro e la Banana split…parfait alla banana, panna alla carruba, salsa al Baylis e lamponi è stata scelta per una voglia di retrò, Il latte e i fiori… cremoso, gelato, caramellato e polverizzato è un dessert che affascina per la sua complessità e rarefazione.

Un vero peccato gli errori della sala sul servizio del vino causati da banali errori di organizzazione e distrazione che in ristoranti di questo livello è meglio che non accadano. La mancanza del sommellier presente solo alla sera ha influito ma se avessimo scelto una bottiglia decisamente cara mi chiedo se mi sarebbe stata gentilmente offerta come è successo.

FN

2 commenti:

  1. Qualche anno fa, un po’ troppe piccole (ma per me grandi) cose non sono andate nel verso giusto e mi sono visto costretto a scrivere più di due righe di rimostranze, devo riconoscere che le scuse di Giancarlo Morelli (rilette oggi per l’occasione) sono un rarissimo esempio di onestà intellettuale, di garbo e di umiltà, presi lo stesso risotto e tornerò quanto prima, magari anche solo per il loro Club Sandwich e per vedere se i si, stavolta, annienteranno i no.

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  2. Anche io riscontrai lo stesso problema sul servizio dei vini

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