mercoledì 15 giugno 2016

La Borgogna in Abruzzo



del Guardiano del Faro

Da alcuni anni l'amico Leonardo Pizzolo, proprietario della Tenuta Valle Reale di Popoli mi onora inviandomi alcuni dei suoi vini prossimi all'uscita sul mercato, chiedendomi in cambio una cosa apparentemente semplice: un parere. 

Lo reputo un amico non perché ci si veda spesso quanto perché le affinità e l'empatia non credo si possano misurare in ore di frequentazione quanto in momenti intensi di discorsi e sguardi condivisibili, anche se rari. Ci saremo visti si e no in quattro occasioni in cinque anni, ma tanto basta. Fu quel libro francesista a far scoccare la scintilla, come tra due pietre focaie in una vigna a Chablis.

Abitassi più vicino sarei lì in cantina ogni lunedì, per cominciare bene ogni settimana, cogliendo frutta e verdura dal suo orto bio, con la scusa di verificarne gli abbinamenti possibili e le evoluzioni dei Trebbiano.

Lo scorso autunno ho fatto un passo in più nella sua direzione, individuando una settimana buona per andare a vendemmiare in Abruzzo. Da bianchista rimasi deluso, perché tutto il Trebbiano borgognone di Leonardo era già stato ramazzato. Così mi toccò il Montepulciano, bacca rossa molto apprezzata da quelle parti, e vino che anche a Valle Reale viene spesso premiato  dalla critica più di questi deliziosi bianchi.



Continuo a non capire perché questi bianchi non siano considerati da chi si occupa di guide vini superiori ai rossi. Secondo me neanche Leonardo lo riesce a capire, così impegnato ostinatamente a dare rilievo alla piccola produzione di cru di Trebbiano che fanno viaggiare la mente tra Meursault e Puligny; con un plus questa volta, arrivando su a Chablis.

Chissà, forse è proprio perché non sono arrivato in tempo a staccare il prezioso frutto a bacca bianca che mi ha voluto ricompensare con questo tris d'assi domiciliati al faro?  Touché! 

Vino nordico, vino di montagna, vino di Domaine, perché le diverse parcelle sono abbastanza distanti e parecchio distinte, sin dal primo giro di naso sopra il bicchiere.



Il vino del giardino del 2014, il vino che vedi crescere e nascere mentre ogni mattina prendi un caffè e guardi fuori dal vetro della finestra di casa. Una vignetta di un ettaro tenuta d'occhio dalle anime dei Benedettini che qui coltivavano, vinificavano e coservavano il vino dal 1300. Un petit Meursault a lunga gittata. Profondo, dalle pietre al sottobosco, dai fiori gialli al polline, piacevolmente amaro come un miele non ruffiano. 5000 bottiglie preziose come zaffiri gialli.



Oh!  Ne sono certo, è stata una delicata mano femminile a incidere con carattere e caratteri dolci ma decisi su questa etichetta confidenziale.

Per arrivare qui a Capestrano da Popoli ci vuole mezzoretta con il Land Rover aziendale. Con il Range guidato da Leo il range si stringe. Di dieci minuti ne puoi avanzare due per un caffè da prendere tra la provincia di Pescara e quella dell'Aquila.

Piana di Offena, speroni rocciosi, argilla e perfino un laghetto pressoché personalizzato, quello che mi auguro che una volta nella vita di un vignaiolo regali una botrytis a Leo, quella che potrebbe far saltare il banco .

Intanto mi si piega il labbro sentendo il miele d'acacia, il cedro e l'ostrica : avez vous dit Chablis? Le erbe aromatiche e i fiori gialli -fissi nel bouquet dei tre cru- ci riportano all'entroterra Mediterraneo.


Benedettini, Francescani, Cistercensi ... ma quanto la sapevano lunga.  Tra orti e valli. Questo è il vino che mi ha più sorpreso. In queste 3000 bottiglie c'è l'essenza di un grand cru, quando io rimasi sempre affezionato ai profumi e al carattere nordico del Vigneto di Popoli.

Questo sembra il grand cru di quell'altro. Fiero, impetuoso e autorevole. Irregolare in una denominazione dove l'irregolarità è perfino rispettata, anche quando rende al bevitore sensazioni difettose, ma il mito esiste e vive proprio per le sue alterazioni di umore.

Qui invece di difetti neanche l'ombra. Qui c'è la somma dei fattori





 gdf




9 commenti:

  1. Caro Roberto, come al solito hai catturato la mia curiosità su questi vini già qualche tempo fa. Credo che contattero' il mio omonimo per capire se si potrà collaborare in futuro...

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  2. Dove si trovano in Liguria?
    Franck

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    1. I rossi si vedono in giro per wine bar; per i bianchi, vista la piccola produzione, ci vorrà maggior ricerca

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  3. Merci Le Gradien, grazie al Trebbiano di Valle Reale ti ho conosciuto ! Grazie per tenerci informati su questi eccellenti nettari. Merci. Le Maire.

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  4. Convincente se ci metti la faccia così diretta.
    Georges

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