giovedì 9 giugno 2016

Bar Lume e Speranza


Marco 50&50

Se qualcosa vi tormenta e "la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore" non disperate...


...fermatevi al Bar Lume e chiedete di Speranza, lei vi indicherà una strada, uscite al casello di Rimini Sud, dimenticatevi dell'improbabile sequenza di locali senza soluzione di continuità che potreste rischiare di trovare lungomare e puntate verso monte, il monte Titano, la vecchia strada che porta a San Marino dopo qualche chilometro offre una sosta inaspettata, che, per diversi motivi, sarà in grado di rimettervi di buon umore, per lo meno nel paio d'ore che trascorrerete al Bar Trattoria Sole, in via Santa Aquilina, aperto tutte le sere, anche a pranzo da Venerdì a Domenica, il locale e la cucina sono fermi nel tempo e questo fatto a volte può essere un regalo, fermatevi anche voi, in un'altra epoca, spegnete i vostri dispositivi, disconnettetevi, togliete gli occhi dal display e guardatevi intorno, tendete con discrezione le orecchie, c'è gente che si diverte, ma c'è anche gente che lavora e si presenta in modo garbato e sorridente elencandovi le proposte in carta, una  tovaglietta di carta infatti funge da menù e da mise en place.

Se qualcosa vi tormenta e "la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore" non disperate...



...non siete ancora guariti, eppure state già meglio, adesso potete ordinare  qualcosa  che scaldi e conforti, più in linea con la stagione invernale del vostro cuore che con la data sul calendario che recita: venerdì tre giugno, sera d'estate.



La scelta è difficile perché vi renderete subito conto di dover rinunciare a qualcosa di irrinunciabile, così, almeno per oggi, finiscono in panchina, in attesa di dimostrare in un'altra occasione il loro valore, salumi&formaggi, i sottoli, i crostini romagnoli, le pappardelle, gli strozzapreti, i cappellacci (tortelli di pasta verde ripieni di ricotta) gli gnocchi, i ravioli, il coniglio in porchetta, le erbe cotte, le costarelle, la salsiccia...vado a memoria e a ricordi di salivazione.



Ho dovuto scegliere il mio quintetto base a naso, ho chiuso gli occhi, immaginando profumo e godimento relativo, certo di aver trovato, pur con tutti i "difetti" di un posto fermo agli anni settanta, un posto del cuore, per la cronaca anche i prezzi sono fermi a quegli anni.



Tagliatelle al ragù.

La pasta è nervosa, callosa e non incollata, difetto principe delle fettuccine, il sugo è maschio, deciso, saporito, la quantità dopo la prima forchettata non mi preoccupa, tutti ne ordinano un vassoio, tutti i vassoi tornano vuoti alla base.
Il piatto della Domenica, tornare bambini, i ricordi che suscita, non solo...è che il piatto di tagliatelle è proprio buono.

Cappelletti in brodo.

Ne ho ordinata una mezza porzione, ci ho visto lungo, guardando  indietro nel tempo, mi hanno portato un piatto vuoto e una zuppiera, per potermi servire liberamente di piccolissimi cappelletti in quantità industriale ma di fattura artigianale.

Piccione.

Anche se, come me, avete gustato quello che va di moda adesso, presentato armoniosamente in diversi tagli, cotture e non cotture, provate anche questo, non si sa mai, se poi vi piace...

Gratinati.

Melanzane e pomodori, la Romagna, gusto e massima digeribilità, sarà l'aglio...

Millefoglie.
Tra i piatti del giorno, freschissima, in versione casalinga, casalinga, parola dalle cinquanta sfumature, nessuna in grigio, al Bar Trattoria Sole i colori sono altri.



Se qualcosa vi tormentava, ora è passato tutto.
Un Bar, un lume e la speranza che posti come questo non passino mai di moda né diventino di moda, cucine con pochi punti fermi e quasi nessun “punto e virgola” di Angiulliana memoria, dedico idealmente questo post a Marco Contursi, al suo articolo (e alle sue pacate risposte) su Pignablog datato trenta maggio, sulla chiusura di una trattoria e sul nostro relativo impoverimento, numerosi i motivi di riflessione tra le righe e tra i commenti, il riscontro non deriva dal nome del locale del quale si scrive ma dall’amore che ci si mette nel farlo, soprattutto quando si scrive prima per se stessi che per gli altri.

M 50&50


5 commenti:

  1. Ho un BarLume di speranza che questi posti continuino a vivere e le spume tornino ad essere a 50 cent alla sanguinella :)


    TMC

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    1. Il senso era proprio questo, oltre la siepe, solo quei pochi con basi solide che si possono permettere qualche base dalla consistenza aero-gassosa

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  2. Questo tuo "report" è la esatta risposta ai miei punti e virgola. Ci trovo antica sapienza e tradizione nei piatti da te elencati e/o degustati. Il piccione, slurp, scommetto che sapeva di piccione, e il costo finale quasi commovente. Spero a presto.

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    1. Sono stato fortunato, tra le righe di un'intervista alla riminese Andrea Delogu, ho "sentito" il richiamo di un locale Panda...anch'io spero a presto, adesso ti saluto, un calice di rosolio alla verbena mi aspetta ;-)

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  3. Il Triple AAA forse ricorderà quando in un suo ex locale, l'amico Pierre, usava servire il piccione alla griglia come lo aveva visto fare a Montecarlo, più o meno come lo serve ancor oggi Ducasse al Louis Xv, preoccupandosi ben poco che il petto rimasse rosso sangue. Il piccione alla griglia, come il galletto o la quaglia, sono piatti quasi estinti

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