La musica e' uno di quei settori dove spesso e volentieri la qualita' non viene premiata, anzi, a parte rari casi, pare che il successo sia inversamente proporzionale alla bonta' del prodotto, a volte anche nel mondo del vino succede cosi';
Phil Cody e' un beautiful loser, l'ennesimo di una lunga serie; nel 1996 usciva su Interscope The Song Of Intemperance Offering un fulmine a ciel sereno per critici e appassionati, ricordo che faticavo a togliere il dischetto da mio cd player, non amo fare paragoni ma il ragazzo per ispirazione, liricita' e epicita' dei brani mi ricordava il Van Morrison piu' ispirato di Astral Weeks e pensavo chissa' quante volte avra' ascoltato Madame George.. Tutto cio' non basto' a Phil, e nonostante le buone vendite (quasi 10.000 solo in Italia.. ndr) venne messo alla porta dai suoi discografici, quattro anni di beghe legali per rientrare in possesso del suo materiale e poi dopo lo splendido esordio ecco il "solo bello" Big slow mover autoprodotto (Tiny Head Records) dove tra ottime ed ispirate canzoni brillava anche una bellissima cover del mai abbastanza compianto Townes Van Zandt, "If I Needed You", seguira' un mini cd dal vivo a Los Angeles e poi il silenzio, alcune nuove tracce sul suo myspace e niente piu'. Se il problema fosse l'esaurimento della vena creativa (piuttosto che la cecita' dei discografici) allora e' meglio cosi' piuttosto che una serie di album inutili e poco ispirati (vedi Dirk Hamilton ed altri) almeno ne rimane un bel ricordo.
Giulio Viglione coltiva con passione i suoi 4h di vigneti in quel di Monforte d'Alba zona storica dei grandi Barolo, il suo e' un lavoro intriso di amore e poesia nei confronti di una natura che da' grandissimi vini ma pretende rispetto ed attenzione oltremisura. Viglione e' un vignaiolo "pulito"che lavora senza compromessi il che vuol dire niente chimica di sintesi in vigna, niente lieviti selezionati per la fermentazione e nessun trucco in cantina tipo osmosi inversa, concentratori, gomma arabica e altre diavolerie, pratiche aihme' ormai parecchio diffuse anche in Langa..il suo e'un Barolo austero ed aristocratico dal particolare colore granato chiaro che profuma di cacao, spezie, cuoio e di viole e liquirizia (da leggere il bel libro di Nico Orengo ndr) come dovrebbe sempre essere e non di legno tostato per piacere a Robert Parker e alle guide. E' un vino da "bere" non da "degustare", compagno ideale di un bel piatto di agnolotti del "plin" o di uno stracotto di manzo. Pero'.., c'e' un pero', l'azienda Viglione la conoscono in pochi, colleghi compresi, i giornalisti e le guide non se la filano, puo' forse dar fastidio e destabilizzare il sistema sapere che c'e' ancora qualcuno che lavora cosi'? Probabile, certamente sarebbe una grossa perdita se, come ventilato da alcuni addetti ai lavori, questa dovesse essere una delle ultime vendemmie, perderemmo uno degli ultimi baluardi del Barolo vero.
Phil Cody e' un beautiful loser, l'ennesimo di una lunga serie; nel 1996 usciva su Interscope The Song Of Intemperance Offering un fulmine a ciel sereno per critici e appassionati, ricordo che faticavo a togliere il dischetto da mio cd player, non amo fare paragoni ma il ragazzo per ispirazione, liricita' e epicita' dei brani mi ricordava il Van Morrison piu' ispirato di Astral Weeks e pensavo chissa' quante volte avra' ascoltato Madame George.. Tutto cio' non basto' a Phil, e nonostante le buone vendite (quasi 10.000 solo in Italia.. ndr) venne messo alla porta dai suoi discografici, quattro anni di beghe legali per rientrare in possesso del suo materiale e poi dopo lo splendido esordio ecco il "solo bello" Big slow mover autoprodotto (Tiny Head Records) dove tra ottime ed ispirate canzoni brillava anche una bellissima cover del mai abbastanza compianto Townes Van Zandt, "If I Needed You", seguira' un mini cd dal vivo a Los Angeles e poi il silenzio, alcune nuove tracce sul suo myspace e niente piu'. Se il problema fosse l'esaurimento della vena creativa (piuttosto che la cecita' dei discografici) allora e' meglio cosi' piuttosto che una serie di album inutili e poco ispirati (vedi Dirk Hamilton ed altri) almeno ne rimane un bel ricordo.
Giulio Viglione coltiva con passione i suoi 4h di vigneti in quel di Monforte d'Alba zona storica dei grandi Barolo, il suo e' un lavoro intriso di amore e poesia nei confronti di una natura che da' grandissimi vini ma pretende rispetto ed attenzione oltremisura. Viglione e' un vignaiolo "pulito"che lavora senza compromessi il che vuol dire niente chimica di sintesi in vigna, niente lieviti selezionati per la fermentazione e nessun trucco in cantina tipo osmosi inversa, concentratori, gomma arabica e altre diavolerie, pratiche aihme' ormai parecchio diffuse anche in Langa..il suo e'un Barolo austero ed aristocratico dal particolare colore granato chiaro che profuma di cacao, spezie, cuoio e di viole e liquirizia (da leggere il bel libro di Nico Orengo ndr) come dovrebbe sempre essere e non di legno tostato per piacere a Robert Parker e alle guide. E' un vino da "bere" non da "degustare", compagno ideale di un bel piatto di agnolotti del "plin" o di uno stracotto di manzo. Pero'.., c'e' un pero', l'azienda Viglione la conoscono in pochi, colleghi compresi, i giornalisti e le guide non se la filano, puo' forse dar fastidio e destabilizzare il sistema sapere che c'e' ancora qualcuno che lavora cosi'? Probabile, certamente sarebbe una grossa perdita se, come ventilato da alcuni addetti ai lavori, questa dovesse essere una delle ultime vendemmie, perderemmo uno degli ultimi baluardi del Barolo vero.
Io adoro Phil Cody, cerco sempre sue notizie. Dalle mie parte fece un concerto straordinario. Con la cover dei Clash Straight To hell che dal vivo fu travolgente. Speriamo presto in un nuovo disco. "Mad dog sessions", non era male! Non sbagli un disco!
RispondiEliminaAnch'io lo vidi tempo fa all'una e trentacinque, gran concerto...ora speriamo in una riapparizione, i pezzi inediti sul myspace non sono niente male! Sarebbe un gran peccato perderlo..
RispondiEliminaio non l'ho mai visto ma il suo primo disco è una delle cose più belle degli anni 90. gran mistero, phil cody.
RispondiEliminaMi piace l'Armadillo Bar: a volte scopri giovani cantautori mai sentiti nominare; altre volte, come in questo caso, scopri di non esser il solo ad aver amato certi dischi.
RispondiElimina"The Song Of Intemperance Offering" è un grandissimo disco.
Grazie per averlo ricordato zio Tatix!
A questo punto mi piacerebbe assaggiare questo barolo di Viglione (non è la prima volta che lo citate), questo vino finalmente da bere e non solo da degustare.
Non posso che unirmi alle vostre lodi.Lo avro' ascoltato un centinaio di volte quel disco.
RispondiEliminaLa versione di "straight to hell" e' una delle cose piu' belle che abbia mai ascoltato.
hey chico..i got a message for you...voglio andare all'inferno accompagnato a quella canzone!
Ah dimenticavo.Vai mica a Fornovo domenica prox?
RispondiEliminaOla Pards,
RispondiEliminasono contentento di aver riesumato un gran bel disco finito troppo presto nel dimenticatoio, per Viglione stesso discorso, un grande che forse chiudera', urge visita, chi viene?
A Fornovo? Maybe, devo aspettare il Ciciuxs al rientro dalla sua tournée nel south-west, per programmare..abbiamo gia' un'appuntamento con Sandro Sangiorgi, il piu' grande wine-writer Italiano credo per il 14 nov.+ altri impegni, un bell'autunno...
Vi segnalo un bellissimo post del grande Stefano Barotti sul suo blog:
http://acenadaste.blogspot.com:80/2008/10/e-di-nuovo-faccio-il-pane.html
Massi, l'armadillo ti ringrazia per essere un fedele lettore,
RispondiEliminaper Viglione non c'e' problema appena possibile ce ne stappiamo una "boccia" insieme, con grande piacere-
besos
L
Ciao.
RispondiEliminaho cambiato indirizzo al blog:
http://tornoaivinili.blogspot.com/
Lascio il vino a voi, è meglio.
maurizio
E' un piacere Tatix... come lo sarà la boccia.
RispondiEliminaAlla prossima,
Massimo.
Maurizio, grazie per "lasciarci" il vino, proveremo a non deluderti... Nel frattempo ti seguiremo sempre su "tornoaivinili"
RispondiEliminaCiao
L