- del Guardiano del Faro -
C’era un’aria malinconica l’altro
giorno a Dolceacqua, e non poteva essere diversamente, visto il cielo grigio,
la pioggia intensa e il vento trasversale che tagliava in due il borgo medievale
del Rossese ancor più del Nervia che lo attraversa sotto l’incombente ponte
che divide il vecchio dal nuovo. Impermeabile, sciarpina di seta, ombrello, aspettando che il tempo cambi, perché cambia sempre, e velocemente. Arriva la notte di Halloween anche qui, tra le zucche vuote che organizzano la festa.
Quando ho visto la nuova etichetta del Rossese di Dolceacqua e del Bianco Testalonga2011 mi è scesa una
lacrima nella pioggia e ho intravisto il sole. Ma come, ma di nuovo? …Una bottiglia che per un alcolista
sensibile come me potrebbe essere la definitiva, indipendentemente dal fatto
che quel giro di numeri: 1 9 6 1 buttati li dritti o rovesciati possono formare la medesima combinazione che ho scelto per
uscire dalla cassaforte e venire fuori a rivedere il mondo…
Quando ho visto la nuova etichetta del Rossese di Dolceacqua e del Bianco Testalonga
Non è il Krug ma la prima vendemmia Testalonga, che fu dunque
avvenuta nel 1961, e quindi ci risiamo,
altro grosso anniversario, altro trip introspettivo all’interno di questa vita,
dove per metà della quale sono andato quasi solo a matrimoni e battesimi,
mentre nella seconda parte quasi solo a funerali. Un altro ricordo affiora, nel
mio "personale decennale" con lui, con Nino; la mia àncora di salvezza in giornate come
questa, dove la sua serenità -nonostante tutto- mi fa bene e mi rilassa quanto una bottiglia del suo sommo Rossese 2011.
Un
altro episodio che neanche il web ha dimenticato, figuriamoci noi, che di tanto in tanto ce lo rieditiamo con in mano un bicchiere pieno rischiando di versarcelo addosso dal ridere: With a flourish Roberto produced his coup de grace, a Rossese di
Dolceacqua 2003 from Antonio Perrino, a wild brambly glassful made from native
Ligurian grapes. Thank
goodness he didn’t play the options game and make us guess what it was.
(Apparently the winemaker charges €1 less per bottle for it than for his olive
oil as the olive oil costs him more to make.) E ‘ di Fiona Beckett questo brandello
di articolo in slang che pochi
hanno inteso, apparso a suo tempo su Decanter web. Fiona Beckett, quella che scrive sul Guardian, what else?
Si ma come sono i 2011 di Antonio Perrino? Il Bianco è
proprio come questa vita, scontroso, complicato e controverso, ma alla fine
qualcosa di buono ci riserverà. Il Rossese è invece come vorremmo che fosse
questa vita, eccellente. Questo Rossese è forse tra le migliori riuscite nella
storia della cantina di Nino Perrino, e lascerà il segno per lunghissimo tempo.
Visto che siamo in clima malinconico ci metto dentro anche una classica battuta
dell’indimenticato Franck The Big One, che quando gli si domandava com’erano
certi vini di queste parti esclamava: Belìn,
quest’anno si sono sbagliati e l’han fatto buono! Ecco, io spero che anche
nei prossimi anni Nino continui a sbagliarsi come per questo 2011, un grande
vino da anniversario, profondo, potente, autoritario, vivace di acidità e
profumato di more mature ma non confit; tannico più del normale, perché
vinificato a grappolo intero, ma soprattutto equilibrato, che è la cosa più
difficile da conseguire, in tutti i sensi. Mi spaeso con la mente verso un comune defilato come Morey St.Denis, e mi sento di nuovo a casa.
La caccia è già partita: il vino è già disponibile sia in Svezia che negli States, ma per fortuna anche a Dolceacqua. E anche al Faro. |
Non credo sia sfocata, mi sembra che il tuo circolo di confusione sia perfetto, come posso impossesarmene, x me i miei avventori. Ci vediamo a Pavia. Lido
RispondiEliminaTi mando il numero di telefono del Domaine via mail, e mi metto una bottiglia sotto il braccio per Pavia.
EliminaCosa succede a Pavia?
RispondiEliminaF
“Gli Chef di domani, gli ingredienti di sempre”
EliminaRiccagioia (PV) 17-18-19 Novembre 2012
Magari con l'aggiunta di uno Chambertin di Borgo Priolo e un Bonnes Mares di Dolceacqua, così, di under.
Sembra un Valpolicella di Quintarelli e pure i gradi non saranno diversi?
RispondiEliminaBeppe
14.5 sottostimati, ma non avvertibili.
EliminaIl paragone comunque non regge, per ovvi motivi,in quei fantastici Valpolicella c'è un tocco di tacco, qui no, duro e puro, il faut essayer de passer du rêve à la réalité
Grazie della giornata,anche se piovosa ci siamo difesi bene:))
RispondiEliminaG.