sabato 10 novembre 2012

La cucina monocromatica: il bianco e le sue trasparenze


- gdf 2012 -

Erano anni che non lo vedevo quel vecchio guascone avventuriero del Lele. Sotto casa sua lo pizzico, viene fuori deciso dal cancello della villa con la sua Jaguar bordeaux convertibile ma riesco a bloccarlo lo stesso con due colpi di clackson e un braccio fuori dal Benz. Tra cabrio e cabrio ci si è sempre capiti. Due pacche e due battute e via, mai stati tanto in confidenza - con uno astemio?- però fa piacere lo stesso dire due sciocchezze a distanza di anni. Da quando faceva l'agente per il Greggio di Cossato. Gli dico, avessi preso il Gila, invece. 

Due battute, ma veniamo disturbati da un'uscita ancor più improvvisa per me. Dalla porta a fianco del palazzo esce una che non vuole passare inosservata, e secondo me fa bene, ed anche a evitare le trasparenze, dritta sul pezzo. Però il Lele non mi segue con lo sguardo, non ci da proprio peso alla mia sorpresa e mi mi guarda come fossi un ingenuo:

Dai che la conosci... Ma no che non la conosco, me la ricorderei. La conosci... E come si chiama se la conosco? Si chiama Monica, ma quando veniva a scuola alle superiori con te si chiamava Giuseppe.

Aspetta che chiudo il cabrio convertibile. A essere poco fisionomisti qualcosa si rischia; hai capito il Giuseppe?  Convertibile anche lui, come la Jaguar. Donne e motori, ci ho sempre capito poco, forse mi viene più facile indovinare di chi è il piatto qui sopra, esposto nel suo più netto candore e punteggiato da gentili rilievi floreali. Sembrerebbe un piatto femminile, invece è del Maurone Colagreco, che proprio una pin-up non è. La foto però non è mia stavolta, la foto è di Aiste, l'autrice dell'elegante blog LUXEAT, nomen women, almeno spero.

Dal Maurone internazionale questa estate ci sono passati tutti, anche quelli che odiano la Michelin e la grandeur francese che accoglie tutti quelli bravi, ma che quando individua un due stelle prossimo alla frontiera ci cadono sopra come le mosche sulla dolce carta moschicida. Questi piatti e questo stile di cucina costavano la metà qualche anno fa, insomma, invece di correre sempre verso la Catalunya, uno stop qui sarebbe sempre stato interessante già dal 2006. Invece di andar fino laggiù per delle apparenze e delle trasparenze.

Ma la cucina monocromatica è molto altro e va oltre le apparenze e  le trasparenze, perché proprio alle spalle del Mirazur esiste un territorio compreso tra Alpi Marittime Francesi, entroterra imperiese e basso Piemonte cuneese, dove questa cucina bianca ha una storia antichissima.

E' una cucina di transumanza, come il cammino dei visionari  verso la Catalunya ma che ora sposteranno più sensatamente verso i Paesi Baschi il loro camino de santiago; è una cucina pastorale che ha congiunto tre regioni attorno ad un legame linguistico in parte perso, l'occitano, ma che ha mantenuto una identità di colore attraverso i prodotti che non l'hanno potuta modificare se non con qualche fiore o qualche erba.

Farinacei, verdure bianche e derivati del latte. Traducendo: grano, farina di castagne, rape, porri, cipolle, patate, burro, latte, panna, formaggi di vacca, pecora e capra. Ma quanto erano avanti questi a proporre la cucina pastorale lo andrò a scoprire più tardi, a tavola. A très bientot.



- gdf, il vostro cameriere on-line -



1 commento:

  1. dopo la Corrado, la VW potrebbe anche fare la Giuseppe convertibile
    BB

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