- del Guardiano del Faro -
Qualcuno mi dice: guarda che mi hanno regalato il tuo libro
e io ho provato a leggerlo ma non lo capisco. Ok rispondo, restituiscilo, ci
sono molte cose che non si possono spiegare, o ti entrano o non ti entrano,
perché se stai oscillando su frequenze diverse è inutile che insisti, e poi, io
non voglio fare didattica, voglio solo condividere emozioni.
Con questo principio potrei anche evitare di ricordare che
cos’è uno speakeasy, ma oggi mi va di scrivere evitando a chi legge il mal di
testa o di dover andare a comprare un decoder ed una smart card. Lo speakeasy è
una tipologia di bar ristorante che nel periodo del proibizionismo americano
nacque in forma illegale a beneficio di una clientela che non voleva rinunciare
alle bevande alcoliche. I locali speakeasy erano ovviamente nascosti e ben
defilati, e per entrarvi bisognava annunciarsi con una parola d’ordine
concordata.
Quindi, quando mi hanno detto di questo locale
aperto da più di due anni nella città dove ho vissuto per 30 anni mi sono
sentito molto in imbarazzo. Ma come poteva essermi sfuggito. Poteva essermi
sfuggito perché si erano veramente nascosti bene- quasi come uno speakeasy- e
si erano nascosti bene anche un bel numero di vecchie volpi che non vedevo da
20 anni, e che frequentano questo locale piuttosto di altri più in vista, ecco il
perché.
Una strada come tante nel centro città, proprio a fianco ad
una scuola che frequentavo, nel senso che ci andavo quando era l’ora dell’uscita
delle studentesse.
Un lungo muro che protegge un cortile che si rivelerà sorprendente, due
lampioncini, una piccola targa e un campanello. Forse è troppo presto, ma mi
aprono lo stesso, perché se ti chiami At Home una certa cordialità la devi
dimostrare, e questi professionisti me lo hanno ampiamente dimostrato
Banco bar, salottini appartati o saletta ristorante: puoi
scegliere, o prendere tutto. Prendo tutto, gin tonic con Hendricks e Fever
Tree, Laurent Perrier rosè e piccoli snack, due antipasti e un risottino ben
fatto da abbinare a qualche cru dell’Alto Adige. Ce n’è abbastanza per passare il tardo
pomeriggio, la sera, e quel che resta della notte abusando delle cospicue scorte di Champagne. La parola d'ordine sarà: Champagne.
E qui si apre un’altra storia, perché non appena arriva
gente che conosco e che mi aveva perso di vista da due decenni si crea lo
spazio per un progettino simpatico che nel giro di due ore mi è stato cucito addosso da vecchi e
nuovi amici che erano felici di vedermi, che erano felici perché finalmente ero
ritornato a casa, At Home. Abbassiamo le luci e parliamo del nostro progetto.
Qualche snack per l'aperitivo
Altri snack per l'aperitivo...
Pane e grissini di ottima qualità
Il toast di polenta e baccalà mantecato, cipolle confit e pinoli tostati
Tartare di filetto di puledro alla senape e julienne di verdure
Gamberi su crema di topinambour e polvere di cioccolato
Risotto al Franciacorta su crema di piselli, caprino fresco e calamari saltati !
Qui trovate le informazioni su AT HOME, à bientot les amis.
http://www.homewinefood.it/
http://www.homewinefood.it/
-gdf welcome back-
Preso nota.
RispondiEliminaBeppe
In bocca al lupo gardien!
RispondiEliminaF
“…amici che erano felici di vedermi, che erano felici perché finalmente ero ritornato a casa, At Home…”
RispondiEliminaSono contento, non di non essermi sbagliato quando ti dicevo che avresti perso solo qualche gianchetto…ma di sentirti orgoglioso e sereno di avere gente in coda sulle tue frequenze…
m.
Mi riferisco alla primissima parte del post: io il tuo libro me lo sono fatto spedire apposta qui' a Dublino, l'ho letto, ho capito (anche se gia' ero sulla stessa lunghezza d'onda del GdF, beh dopo una trentina di viaggi in Francia a caccia di vini...). Lo sto rileggendo con accanto la flute del mio Delamotte, che delizia entrambi !!!!!! Grande GdF, vorrei davvero conoscerti !
RispondiEliminaCarlo, Dublin
Merci,
Eliminaanzi, thank you, visto che il prossimo avrà l'accento inglese.
Come si dice da quelle parti? Coming soon?
Grazie GdF ! "Merci" e' assolutamente meglio per carita' ! Devo dire che i vini francesi sono reperibili con una certa facilita' (al contrario di quelli italiani per cui c'e' una certa dose di ignoranza - a parte per i vini toscani....). Cmq, a quando il prossimo libro ????
EliminaIncrociamo le dita, ma direi fine gennaio.
EliminaAttendo paziente l'uscita del nuovo libro ! Un consiglio: a Hyeres Les Palmiers ho acquistato qualche anno fa lo Chateau de Pibarnon rouge del 2003 (che e' citato anche dal tuo libro): credi che regga bene l'invecchiamento ? Da quelle parti, esattamente sull'isola di Porquerolles, ho acquistato il bianco Alycastre: non lo trovi delizioso ?
EliminaPrendo nota di questa etichetta che non conosco: Alycastre, e al primo passaggio da quelle parti, verso Natale credo, colmerò la carenza.
EliminaPibarnon 2003 dovrebbe reggere a lungo. Mourvedre e Grenache hanno bisogno di calore per maturare bene, e nel 2003 - ce lo ricordiamo tutti - il caldo non è mancato ;-) Comunque, una bottiglia nel decennale da quella vendemmia tropicale la aprirei per verifica...
Bonjour Gardien,
Eliminavorrei condividere delle immagini eno-gastro-franco-nomiche con te ! E' possibile avere la tua mail o se vuoi la mia magari te la segnalo in Facebook ? Merci beaucoup ! NB: la cantina della Cuvee de l'Alycastre e' il Domaine de La Courtade. A bientot ! Carlo - Dublin
Non ci sono facebook.
EliminaQuesta è la mail: robertomostini@libero.it