martedì 22 luglio 2014

OH ! KeKebab


del Guardiano del Faro


Non ho mai mangiato un originale kebab, doner kebab o altre derivazioni del famoso snack di origini turche che tanto piace anche in Italia, ad italiani e non. Non l'ho mai mangiato perché mi da fastidio l'odore che inonda e circonda i luoghi dove viene preparato e mi fa un discreto senso guardare quel blocco di proteine cotte più o meno allo spiedo e da cui vengono prelevati quegli straccetti di carne, anche piuttosto grassi oltre che discutibilmente "profumati".


Ma così si può fare, con il Okekebab Fulvia Legnazzi, all'Oca Ciuca di Vigevano, ha sdoganato un classico tradizionale d'altrove trasformandolo in un panino gourmand filologicamente collegato al suo territorio e all'insegna del suo ristorante-bistrot piazzatissimo a due passi da una delle più belle piazze d'Italia.


L'okekebab si fa con carne d'oca cotta a bassa temperatura e poi ripassata in padella prima di essere ridotta a straccetti e condita con yogurt, cetriolo, cipolla, pomodoro, insalata verde e ... e il risultato è veramente sorprendente. 


Ma può un ristorante gastronomico proporre panini d'autore senza essere etichettato dal primo che passa come una qualsiasi paninoteca? Mah, dopo aver assaggiato il panino di scampi crudi, insalata verde e salsa di pomodoro nel tre stelle Michelin di Niko Romito a Castel di Sangro credo si possa far tutto, basta che sia buono, incluse le tante variazioni di mini hamburger visti in ogni dove e in ogni categoria di ristorazione di medio o alto livello senza che ciò pregiudicasse il giudizio della critica.



Bisogna annusare l'aria per capire che direzione potrà prendere la ristorazione, odorasse pure di kebab. Per esempio, un'altra tendenza, opposta a quella carnivora del panino gourmand è il tema vegetariano, ed è anche in questa direzione che la nostra cara Fulvietta si sta muovendo, e questo qui sotto non è che il primo esempio di un esercizio ben riuscito sul tema vegan. Zucchine, il loro fiore, la loro crema passata, e poi tofu, tapenade, patata viola e pomodori secchi. Buono e vegan. E' riuscita a farmi mangiare il tofu.




Questo invece è il panino snack più gettonato all'ora di pranzo nel cortile dell'Oca. Pane caldo e croccante farcito di prosciutto cotto di Marco d'Oggiono, Camembert e patè d'oca tartufato. Costa la miseria di cinque euro, aspetto non secondario per spiegare il successo di un'altra idea riuscita sia in teoria che in pratica, e che contribuisce a far macinare a questo locale una settantina di coperti al giorno. 


Per il resto tutto regolare all'Oca Ciuca, dove la cucina di Fulvia si esprime con tutta la sua sensibilità femminile attraverso percorsi certi, con qualche moderato spunto di creatività che risvegli la grande tradizione della cucina a due zampe di queste parti.

L'aperitivo: Franciacorta Vezzoli Saten

Il gioco dell'Oca che  non avrebbe fine

La tatin di cipolla rossa rossa di Breme in agrodolce e mandorle tostate. 
Salsa di stracchino al timo.
Me la sono rifatta facilmente in casa chiamandola sfogliatina con cipolla agrodolce, ma con la prescinseua di contrasto.

Si adegua bene al contesto, proposto da una carta dei vini saggiamente costruita intorno ad un centinaio di etichette in rotazione periodica.

Baccalà marinato ai frutti rossi, cannellini, patate viola...
A naso direi che qui all'Oca Ciuca la clientela è per i 2/3 femminile.
Il J'adore è prevedibile anche per questa Barbarella, il baccalà nell'arbarella.

Lo spaghettone di kamut cremosizzato  con pesto di pistacchi di Bronte, trota marinata agli agrumi e le sue uova...

Il mega risotto allo spumante  brut con rane nostrane disossate.
Porzione Gianchetto. 
Io l'ho diviso in quattro, ma anche così, il quarto andava oltre tre Porzioni Cremona

I decisi ravioli di ortiche a chilometro zero con ragout di lumache all'aglio, olio e peperoncino. Ripieno impeccabile in accompagnamento maschile.

L'origine di frutta e verdura viene dichiarata al tavolo e proviene dall' Ort'Antico di Menardo Brayan, che con un nome così non potrà mai essere una persona banale.

Zona di riso, e allora ridiamoci sopra, pensate che appena fuori Vigevano c'è un locale che si chiama Ris & Suris, che mattacchioni! Allora,  ecco il delizioso budino di riso in zuppa di ciliegie al cioccolato, profumo di cannella e vaniglia  Brava!



Troppo caldo oggi per un caffè nel dehors, meglio all'interno, con Fulvietta al bancone bar. La dama cipollata è in gran forma e piena di idee da sviluppare. Stay tuned.


gdf


6 commenti:

  1. Fa venire proprio fame quel panino . Non c'è niente da fare, il panino tira sempre
    Bep

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  2. L'averla ricopiata con la prescinseua non ti salverà dal plagio...Stai in campana...:)
    la dama cipollata

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  3. Il gioco dell'Oca non è un solitario, quando ti spingi a Nord, caro Don Roberto, sarebbe cosa buona e giusta...stai in campana
    M 50&50

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  4. Che fame,ottimo,un D oca kebab me lo mangerei volentieri,ma anche il risottino ispira.

    TMC dal paese delle renne

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  5. tanta roba la dama cipollata....fidatevi!

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