mercoledì 16 luglio 2014

Le ho provate tutte

- del Guardiano del Faro -

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Sono stato etichettato spesso come battutista, sport abbastanza pericoloso se praticato con continuità, perché comporta rischi rilevanti quando cerchi l’appiglio buono ma non trovi il giusto gancio.

Ed è proprio il gancio quello che rischi di trovare davvero, e anche ben assestato.

Non l’ho mai fatto per stupire o per divertire, per attirare l’attenzione o per motivi semantici, bensì perché quando mi rendo conto che il dialogo diventa interessante e prevedibile come le previsioni del tempo in Scozia mi scappa di chiuderlo quel discorso, prima di decadere nello sbadiglio multiplo.

Coprirsi la bocca evitando di chiudere la conversazione in faccia all’interlocutore  non è un bel gesto, insomma, un po' di bon ton, ché da simpatico gli diventeresti subito antipatico, cosa che mi avvilirebbe .... Quel discorso va chiuso con un sorriso o una risata condivisibile. Però deve ridere prima lui, se no il gioco non funziona. Se no pensa che lo stai prendendo in giro; invece no.

Quando vengo preso di mira a ruoli invertiti mi diverto molto di più, perché, odiando la monotonia, spero sempre che accada qualche cosa che mi solletichi e mi stupisca; basta che non mi colpisca troppo nel mezzo.

Nel mezzo di un periodo dove ne ho conosciuti parecchi di individui dediti a quello sport estremo che si identifica nel terminare la collezione delle figurine dell’album degli chef più famosi d’Europa, provai a indirizzarne uno su temi diversi.

Lui voleva -come molti altri ambiziosi- finire il tour, ma come nel ciclismo, non lo voleva fare tutto da solo, bensì preferibilmente in compagnia. Beato lui che se lo poteva permettere, diversamente da me che per chiuderlo e prendermi quella benedetta maglia gialla me lo finii da solo, divertendomi il doppio e spendendo la metà.

Ma lui amava comprensibilmente la condivisione, e così, stanco di un ennesimo e nutrito colloquio che non stava portando in nessun nuovo e nutriente tre stelle, gli proposi di affiancare alla Guida Rossa Michelin la Guida rossissima delle Escort, ma non quella degli stage di guida itinerante per l'Europa e sponsorizzato dalla Ford, ma proprio quella delle escort professioniste.

Prima serio e poi sogghignante mi rispose che non lo avrebbe fatto, non tanto per penuria di denari ma perché se avesse cominciato a consultare il catalogo delle Escort come stava facendo con la Guida Michelin … beh! poi le avrebbe volute provare tutte, preferibilmente magre e piatte, così come le gran tavole.

Oggi, di molte tavole di cui seguo le evoluzioni e le involuzioni, ritengo di poterne fare a meno senza nessun rimorso di coscienza, e soprattutto di palato, e quando vedo un camioncino che immagino colmo di sacchetti di plastica riempiti a metà di patate fritte e condotto solo posteriormente e lateralmente da Carlo Cracco non mi chiedo se nonostante questo spot posteriore e laterale ci andrei ancora o no in via Victor Hugo per mangiare; piuttosto mi chiedo se la San Carlo affiancata dal volto di Rocco Siffredi non avrebbe avuto maggior riscontro sul lungo periodo. 


Non lo dico io, si tratta di memoria storica, Rocco ha dimostrato di saperne comunicare di patatine, riuscendo a metterle in primo piano mentre lui si teneva di spalle o di profilo. Prima di tutto il prodotto da vendere, invece Cracco ci mette la faccia, che piace molto alle donne, e quindi il gioco si fa più complesso. Proporre le Gocciole a Banderas? Eh no, dai, lui Macina ben altro.

Cracco piace alle donne, ma accidenti, comincia ad affascinare anche gli uomini ! Lo so perchè me lo confermano i suoi gelosi colleghi, lo capisco da una lunga coda confortata solo dalla sua immagine e dalla sua patatina ondulata. Rustica. Del resto, sei in tangenziale.

Si fermano al primo punto di ristoro, si prendono un sacchetto di patatine e una birretta. Li guardo:  si rilassano per dieci minuti diversi da un ansioso caffè e poi ripartono soddisfatti e appagati, sigarettina inclusa, col polso da rinfrescare fuori dal finestrino e lo sguardo ammosciato.

Robertina Robertina, presa spesso e lungamente in primo piano dal mio mirino nel Benz, guarda un po', adesso mi tocca il buon Cracco. Di buono, oltre alle mie ormai rare comparsate sulla tangenziale milanese mi resta da condividere una drastica battuta fattami oggi dal Gianchetto Milanese, ma in entrambi i casi la patatina sicuramente si, quella ne esce trionfante, da entrambe i cassoni.

In coda non ce ne sono quasi più di TIR con il lato Q della Roberta, saranno stati ormai quasi tutti  rottamati quei cassoni, nel frattempo, interrompendo la coda, ho deciso di confortare la mia ansia da prestazione e da scalping compulsivo andandole a comprare tutte, per provarle tutte, una per volta. Che dire: buone. La migliore? Provate pure l'ondulata creativa come raccomanda Cracco, le emozioni non mancheranno -fosse pure non troppo rustica- ma la liscia e leggermente speziata ha sempre il suo bel perché, e Liò, qui sotto, non è li certo appoggiata a caso per fare da testimonial a questo post.

gdf

* credito foto d'apertura: Massimo Sola da facebook


gdf

4 commenti:

  1. Ci si chiedeva solo: quando?

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  2. Ne fanno 13 di patatine, adesso dopo il suggerimento e aver già aggiunto la sticky e la wacko ci sarà anche la Liò ? ;-)
    George

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  3. Strano leggere un post da aperitivo a colazione. Voglio credere che lo spunto sia venuto dall'aver letto in ritardo qualche notizia riguardante l'anniversario della rivoluzione francese.
    Dopo la venticinquesima visione del film Fuga per la vittoria, che non mi stancherò mai di vedere notando come Michael Caine sembra ingrassare a ogni replica, affermo con decisione che la marsigliese e le patatine fritte sono le UNICHE due cose ben fatte dei francesi.
    Alba

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  4. Sono 1300 furgoni che girano l'Italia sotto le bandiere delle frites S.Carlo, uno ogni sei comuni...impressionante
    Bep

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