martedì 15 luglio 2014

André Chiang al Mirazur

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Il numero undici di una classifica ne ospita un altro che è il numero sei di un'altra. Erano i numeri fissi dell'ala sinistra e del libero. L'ala sinistra, specie nei grandi alberghi resiste, invece la figura del libero ormai è diventata obsoleta da un bel pezzo, come lo diventerà quella dello chef fisso, ultimo difensore centrale del proprio ristorante, locale di riferimento che sempre di più diventerà vetrina da cui comunicare e promuovere la propria immagine all'esterno del vetro, meglio se doppio, perché è bello confrontarsi, perché è bello portare a casa qualche soldino in più. 

Tra qualche anno andare a recensire uno chef famoso nel proprio ristorante potrebbe rappresentare un puro esercizio di stile, dove la trama sarà assai banale, prevedibile e priva dell'attore protagonista, mentre potrebbe essere il cambio di location a fare la grande differenza emozionale.

Le opportunità non mancano, serve fame -a noi- e la voglia e l'energia per partire alla scoperta di paesi diversi -a loro- dove affrontare clienti curiosi che non esiteranno a fare mille domande non tutte intelligenti, ma a mettere sul tavolo qualche eloquente biglietto da 100, felici di risparmiare il costo e lo sbattimento del volo, oltre al prezzo del soggiorno nel paese dello chef ospite.

Le classifiche saranno anche discutibili ma quando fai comunicazione servono, eccome, sapendo sfruttare bene il ruolo e il ranking, e pure il rating insegna, e San Pellegrino tambien. 

Et voilà, ecco un altro appuntamento di rilievo dall'amico Mauro Colagreco, che ospita André Chiang, da Singapore. Non so, tiro ad indovinare ma credo che in Italia ci siano andati a mangiare in... vabbè, non tiro ad indovinare, però, però l'occasione andrebbe sfruttata.

Le giornate si allungano e le serate si prolungano. Aggiungerei che anche le ombre si allungano e si prolungano. Pensare in francese e scrivere in un malfermo italiano allunga come il nero, anche se fosse solo una locandina.


2 commenti:

  1. Ho fatto, come te, mente locale, cercando di capire quanti siano stati, almeno a provare, la cucina asiatica nel posto più occidentale d’Oriente, non vorrei sbagliarmi ma tra le mie conoscenze solo due persone mi hanno parlato delle presentazioni dei piatti, dei profumi, dei sapori e delle cene fatte a Singapore, una ce l’ho in casa, l’altro era il Superintendent della Micoperi 7000, nessuno da Chiang, spostare la baia di Singapore è più difficile…
    M 50&50

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  2. Non ci si può andare neanche con un Nespresso, meglio un Pellegrinaggio a San Pellegrino :-))
    Bep

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