domenica 20 luglio 2014

Cornetto Algida

Marco 50&50

Oggi sono stato da Luana, la mia podologa di fiducia, ma non ho avuto rassicurazioni, anzi, mi ha detto che se decido di voler entrare in punta di piedi nel ricordo di un’estate, si dissocia, poi ha rincarato la dose ricordandomi che camminare sulle ferite aperte può fare molto male.


Lei non lo sa ma la ferita è chiusa perfettamente così l’ho salutata e sono uscito, per trovare ispirazione mi è bastato cercare il logo dell’Algida.



Fermo all'altezza della rotonda dei fiori, ripenso al fiore in erba, pochi vicini avrebbero potuto soffermarsi sulla tonalità  più o meno verde, attratti dal fiore.



Accendo la radio e riparto, dopo il primo accordo parte anche il ricordo e si fonde con la musica, l'autostoppista è ferma nello stesso posto dove anni fa chiesi un passaggio, la mia prima vacanza in autostop, con una pentola appesa fuori dallo zaino militare.


A scuola le giovani pallavoliste  a bordo campo sgranocchiavano una schiacciatina “murando a secco”, altre dopo un sorso di coca si opponevano alle schiacciate delle amiche formando un muro sul quale avrebbe voluto sbattere qualunque possessore di zucca, stagionata o meno, con un pizzico di sale dentro e realismo quanto basta.

Un pizzico di sale e di fortuna mi aiutarono, chiedere di meglio sarebbe stato chiedere la luna, lei in un pomeriggio senza luna mi chiese se ne sapevo niente della prima volta, le dissi che l'avremmo scoperto insieme, eravamo sempre connessi, la linea telefonica fissa era la soluzione alla continuità dei nostri incontri.

Persi l'uno dell'altra sulla stessa strada, quella delle scoperte, delle emozioni forti e ripetute, con la sindrome del possesso e del sesso, attraversammo insieme quel tratto di vita che lascia dietro di se la passione irripetibile dell'adolescenza che è passione a tutto tondo, desiderio e sofferenza.


La statale adriatica a quell'età sembra lunga, ancora di più se non si hanno mezzi a disposizione e se la metà che combacia, ed è da un po' che non mi bacia, è a Nord, diciamo a Marina di Ravenna, mentre io sono in una canadese con un amico milanese quasi nelle Marche, diciamo a Riccione.

La raggiunsi in autostop nella notte, ritrovammo aderenza, poi, dopo tutto, al posto di un Fernet mi toccò il sedile della macchina di suo padre.

Ma il tempo va veloce e dopo una quattro stagioni milanese ritornò il momento delle vacanze, eravamo cresciuti, lei anche nei punti giusti, così, inevitabilmente, venne notata e fece strada, qualche foto, qualche sfilata, un po' di televisione dietro le quinte, lei che portava “solo” una notevolissima terza e qualche apparizione in video in coppia con una bella mora (che poi fece strada) , lei bionda lo sguardo azzurro, io più scuro, lo sguardo incollato alla televisione.

In fondo non è cambiato nulla, una bionda una mora, un programma; è solo passato un po’ di tempo, il tempo che rimargina e trasforma i ricordi, forse i vent'anni sono più belli visti da qui, la ferita lacerante di allora sembra sorridermi e mi racconta una storia, era tempo di mare, sole e di gelati…

C'era una volta una modella, quella della prima volta, la rividi mentre  giravo per Milano in moto, il cartellone dell’Algida spaventosamente grande, lei, dopo il primo "cono" ed un servizio pubblicitario sul "cornetto", pensò di provarne altri, ma si sa appetite comes eating

Pronto, Luana…ho il cuore di panna che sanguina.
Te l'avevo detto, non si entra nemmeno in punta di piedi nel ricordo di un'estate




M 50&50


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