martedì 4 febbraio 2014

Farsi del male su facebook

del Guardiano del faro

Sul tema comunicazione web molti chef inciampano già sul primo gradino. Sarà il rilassamento da fine serata, sarà l’ansia da prestazione, sarà la mancanza di autocontrollo delle falangi quando queste si avvicinano ad una tastiera, fatto sta che sono veramente tanti quelli che riescono a perdere clienti con una zampata maldestra su facebook.

Ufficialmente non ci sono su facebook, tengo d'occhio quello che mi incuriosisce dal buco della serratura ma non me la sento di gestire una situazione che necessità una buona continuità di attenzione per tenere sotto controllo il traffico verbale in entrata e in uscita, per non parlare poi delle immagini. Immagini o figure, comprese quelle barbine, che sarebbe meglio evitare se ci devi lavorare con lo strumento web.



E così va per i nostri chef 2.0, che invece di curarsi di tenere aggiornato il sito web ufficiale del proprio ristorante eccoli gettarsi nella mischia di chiacchiere e di contatti del secondo tipo con altre migliaia di utenti, la maggioranza dei quali manco si conoscono, e manco conoscono il locale del nostro chef mediatico.

Il sito web del proprio ristorante dovrebbe essere per lo chef o il proprietario (a mio parere) il biglietto da visita da esibire al mondo degli utenti interessati a conoscere i contenuti espressi dal locale, perché li ci dovrebbero essere nascoste tutte le informazioni necessarie per decidere se andarci o no in quel locale, essendosi fatta (i potenziali clienti) un’idea abbastanza chiara, con sufficiente cognizione di causa se incrociata con i pareri che circolano vorticosamente.

Sul sito internet di un ristorante ci dovrebbero essere presenti per lo meno informazioni essenziali quali il menù e la carta stagionale, corredata da qualche bella immagine e dai prezzi effettivamente praticati. Ci dovrebbe essere anche una traccia quanto più aggiornata possibile della carta dei vini, del come arrivarci in quel posto, e poi altre immagini degli ambienti, dello chef e della sintesi della sua (se ce l’ha) filosofia di cucina e della sua storia lavorativa.

Poi vorrei trovare finalmente anche gli orari e i giorni di chiusura. Questa è l’informazione più difficile da trovare. A volte penso sia solo ben nascosta, ma che prima o poi riuscirò a scovare, zappando in ogni zolla del tal sito. Ettari di parole e immagini prese a picconate, prima di dovermi rassegnare ad alzarmi dalla tastiera per andare in direzione di una guida cartacea o di un telefono.

Chi ha rinunciato completamente dal crearsi o a tenersi aggiornato un sito web del proprio ristorante domicilia con un link la propria presenza web su facebook, o direttamente, oppure proprio con un link che parte dal sito del ristorante abbandonato da tempo al suo destino polveroso.




Imperversando su facebook invece di curarsi la propria immagine sul sito principale riescono a mettere insieme un cocktail di autogol che neanche ai tempi di Comunardo Niccolai. C’è quello che fa a pezzi il critico che non lo ha trattato benissimo sull’ultima guida uscita, quello che si vanta di aver mandato via quaranta clienti il sabato sera, dopo averli cercati proprio su facebook facendogli venire appetito con qualche bella foto scattata per lui dal blogger di turno; quello che le foto se le fa da solo, ed in nome dello scaraffone che è sempre bello di fronte agli occhi di mamma sua esibisce orrende immagini di pesci, bipedi e quadrupedi morti, riuscendo a corredare il tutto dalle diverse fasi di lavorazione in progress, come sul banco del coroner durante un’autopsia, frattaglie incluse.

Quelli che sono in vacanza e postano foto di spiagge lontane da questo fuso orario e da questo clima, o giusto nel momento in cui si ingozzano di aragoste nel chiringuito a la playa, mentre il loro ristorante è aperto regolarmente in qualche landa italica funestata dal maltempo; messaggio subliminale al quale il cliente mancato replica augurando buone vacanze allo chef aggiungendo… ci vediamo quando torni, si, forse.



Altre foto autolesioniste, sfocate o bruciate dal flash -di piatti che sarebbero probabilmente anche buoni- concludono il quadro, insieme a qualche sfottò al collega che si è a sua volta espresso ironicamente su quel piatto, andandosi pure a lui ad infilare nel tunnel della contro comunicazione. Non mancherà a questo punto qualche maledizione contro il cliente che la sera prima non ha manifestamente gradito qualche piatto particolarmente creativo, e altre frasi apparentemente sconnesse (lo faccio anch’io) frutto di tarde ore e di abuso di gin & tonic.

Chi deve aggiornarci non sul livello raggiunto dalla sua millefoglie, ma da quale livello ripartirà in quel gioco di ruolo on-line che dalle 19 alle 20 lo tiene impegnato alla tastiera, mentre noi ingenuamente pensavamo si dedicasse agli antipasti. Chi saluta dall'estero all'ora dell'aperitivo i propri fans invitandoli ed indirizzandoli a partecipare la sera stessa all'inaugurazione del nuovo locale che porta il suo nome... che però sta in Italia. Cucine fotografate per evidenziare in primo piano una teglia di lasagne fieramente bruciacchiate ma che sullo sfondo si evidenzia -la cucina- per un ordine ed una pulizia che fa rabbrividire più di una crime scene di CSI.

Mi riprendo guardando invece come altri siano così pragmatici e positivi, riportando semplicemente sulla propria pagina il nuovo menù, in attesa di aggiornarlo anche sul sito ufficiale, oppure non mancando di inserire un evento periodico, che sia una serata con un menù a tema o una cena a quattro mani. Altri ci mettono le previsioni del tempo. Domani fa bello! Venite a trovarci. Bravi, utili e simpatici questi, come a presentare in immagini un paio di nuovi piatti, oppure tornati nuovi dal passaggio di stagione, evitando però per cortesia di didascalizzarli con frasi del tipo. Guardate che meraviglia di piatto che mi sono inventato. Quelli che ci dimostrano che parte dei soldi incassati in settimana non se li sono giocati o fumati, ma bensì investiti nel nuovo modello del pacojet o del robot preferito, così come sarà interessante rendere partecipi i follower per scegliere il nuovo colore delle pareti del locale. Torno a zappare su facebook, che insieme a tripadvisor è fonte inesauribile di spunti e spuntini che ci fanno capire perché molti ristoranti lavorano poco. Se chi ti chiede di toglierti le mutande è una donna o un uomo, per un uomo o una donna fa differenza, ma su facebook no.

gdf

10 commenti:

  1. forse aveva raggiunto il limite delle 5000 battute :-)
    BB

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  2. Sei un mito ! Mi trovi perfettamente d'accordo con te ! Il Sindaco (greco) ;-)

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  3. E ce ne sarebbero anche di peggiori da citare ... ma non se ne rendono conto?
    Franck

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  4. E' verissimo, ad andare su facebook ci si può far male secondo il motto "occhio non vede, cuore non duole" ma, con il giusto allenamento andare sui socialnet può diventare un hobby. Io ad esempio ne ho uno su TA: punto un paio di locali di gente che conosco e che non mi stanno personalmente simpatiche e vado periodicamente a leggere le recensioni scarso/peggiore che puntualmente sono a ricordarmi che non mi sbagliavo sui soggetti. Da li arrivo a conoscere magagne impensabili che poi scopro essere tecniche d'imbroglio, l'ultima: servire il pesce salpa al posto della ricciola.... fino a quando qualcuno che di pesci ne capisce non se ne accorge, poi hai voglia a scusarti che la ricciola è finita.
    www.degli-orari.it ho scoperto che da le informazioni di migliaia di aziende su orari d'apertura ecc. Alba

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  5. Ne ho trovato un altro (che conosco bene) che si è fatto fotografare mentre spala la neve liberando l'ingresso del suo ristorante... dimostra un certo impegno.

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    1. Non è neve, è la farina avariata del pizzaiolo di un altro quartiere, perché la lotta ormai è senza quartiere.
      M 50&50

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    2. e c'è gente che ha più amici dei passeggeri di un regionale roma-reggiocalabria nel giorno 22 di dicembre ... con la neve a cosenza
      Alba, clicca Mi piace

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    3. Ho cliccato mi piace, sono scesi tutti dal regionale per vedere l'Alba,
      M 50&50

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