martedì 30 dicembre 2014

Cappelletti in blues


gdf

Come cz faccia a mettersi a disossare un cucciolo di agnello alle otto e mezza di stamattina -ucciso ieri- lo sa solo lui. Chef sotto sbornia. Lo sa solo il suo cervelletto marinato nel rum di stanotte il perché e il come; quello dell'agnelino è ormai a cielo aperto, sotto le luci al neon della cucina. Coroner . Il sonno della ragione. Con i mostri presenti anche a occhi aperti.



Dico, ma smettila con quell'accetta, ho il mal di testa, sto buttando giù in un sorso tre arance spremute, deglutendo in attesa che salga un caffè lunghissimo, sperando che i visceri rispondano. Lui no invece, prosegue a sezionare l'animale; gli serve per la sera, un'altra sera da bruciare fino a notte fonda, senza che sia necessario, solo per abitudine. Se fai lo chef non sai che significa andare a dormire a mezzanotte. Blues is blues, una cosa ripetitiva, afro americana, ben eseguita dagli Dei di cucina sotto sbornia. In automatico.


Mi offre una sigaretta. Molla l'agnello e mi offre la siga filosofica con lo chef, alle nove. Braccio dentro e braccio fuori dalla finestra della cucina. Era poche ore fa, proprio poche per pensare di metter su il fondo d'agnello, con ancora tra le gengive i resti dell'amatriciana delle quattro.

Le bottiglie sono li a testimoniare che non è stato un sogno. Ho dormito apparentemente bene, ma adesso so che è stato solo uno svenimento. La lingua è un maglione da alta montagna, gli occhi  e le palpebre sono quelle del bevitore pentito col timer, dell'Ali dopo il peggior incontro di pugilato, con le falangi che ora si muovono come le sue, ma non per malattia ma per eccessi; quindi ne valeva la pena, tanto, comunque. Blues is blues.

Smette finalmente di accanirsi sull'agnello, tira fuori dal frigo del brodo congelato e lo mette a scongelare, e poi a riscaldare. Tira fuori gli arrosti, li trita, tira la pasta, la stende, la riempie con precisione millimetrica.

Finalmente il brodo è caldo,nella prima tazza ci sciolgo un optalidon, ma con la seconda? Cappelletti, plin o ravioli? D'istinto dico cappelletti, non gli vengono gran che bene di forma, ma pieni di contenuti si, questo assolutamente si.


2 commenti:

  1. Cucciolo d'agnello non si può dire, sarebbe come voler costringere a provare pietà e questo è contro la libertà personale. Non so quando hai prodotto questo post, ma la notte è stata stranamente difficile anche per me. Come te ho praticamente perso i sensi prima dell'alba ed ho avuto un incubo che sto cercando ancora di interpretare. Dovesse ricapitarmi stanotte, prenderò una bella dose di blues.
    Alba

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    Risposte
    1. E un periodo così, e il prossimo sarà di conseguenza. Si dorme poco, si pensa molto, si scrive troppo, si accentuano i contrasti, si fa fatica a stare con i piedi per terra di notte.

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