Visualizzazione post con etichetta memories. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta memories. Mostra tutti i post

giovedì 23 settembre 2010

Mignanego 2000 e il Patriglione 1997

Ho sempre bevuto, ma è da circa un lustro che bevo bene.
Ricordo ancora con un pizzico di malinconia quel pranzo di circa dieci anni fa sulle alture di Genova, sicuramente il migliore che mi sia mai capitato di fare da quelle parti. Ora quel posto non c'è piu', anche Enzo, l'uomo che mi ha insegnato a conoscere le cose buone non c'è piu', sicuramente è lassu' a gustarsi “la part des anges”.
La mente corre a ritroso e la memoria pur offuscata da un velo di tristezza mi ricorda le cose splendide che trovai su quella tavola quel giorno in cui cambiai la percezione del gusto. Le mie papille gustative furono prese a schiaffi in un turbinio inarrestabile di sensazioni uniche ed emozionanti, non capivo cosa mi stesse succedendo ma me ne resi conto da lì a breve..

Le vivande, preparate da Gloria erano sì golosissime, ma cio' che mi fulmino' furono le bevande servite con quel sontuoso pranzo. Il Patriglione di Cosimo Taurino era lì in mezzo a magnum di Breg di Gravner, Brunate Le Coste di “citrico” Beppe Rinaldi, splendidi Champagne e distillati da urlo e poi, e poi.. basta Lucien, basta così, il Pratriglione '97 stappato ieri sera ti ha gia'sconvolto abbastanza. Saranno i ricordi tornati magicamente a galla ma io l'ho trovato “bellissimo” come si usa dire ora e come mai avrei osato definire un vino al mio corso ais, corso ais al quale mi iscrissi il giorno dopo. Il Patriglione appartiene alle bottiglie del cuore che conservo gelosamente in cantinetta, sono le bottiglie di Enzo che stappo raramente, con gli amici piu' cari, ma anche da solo (ne ho ancora cari pards, ne ho ancora..), vecchie annate di Pergole Torte, di Rosso Rujno del Gravner pre-anfora, Case Basse Soldera, Amarone Dal Forno..tutte provenienti da quella splendida cantina del Belvedere di Mignanego.

Scheda tecnica? Profumi ed aromi pervenuti? Potrei dire di un colore aranciato ma brillante, di una freschezza invidiabile che bilancia un grado alcolico importante, ma anche no, l'ais è solo un vecchio e sbiadito ricordo.. quello di quel pranzo no, quello è vivido e radicato nella mia mente come non mai. Ed è forse la prima volta da cinque anni che non mi chiedo se questo vino è “figlio” di lieviti selezionati o no, non importa è “bello”a prescindere..

Ciao Enzo, mi manchi e questa è per te:


giovedì 4 marzo 2010

never too LATE for love


La foto in bel post dell'amico che ama (giustamente) i vinili, mi gonfia il cuore di malinconia, due di loro (Warren e John) non ci sono piu'.. C'è ancora “brother” Jackson, e la mente inesorabilmente mi porta a quando comprai il vinile di Late for the Sky, fu una folgorazione a cominciare dalla copertina, una delle piu' belle nella storia della nostra musica. "Late For The Sky" era il disco della definitiva maturazione di un musicista estremamente sensibile e raffinato, Jackson Browne si poneva come cantore della quotidianità e degli uomini in senso lato, i suoi dolori e le sue malinconie in fondo sono il bagaglio di tutte le persone, accomunate dalle medesime gioie e miserie. E se Running on Empty sara' il manifesto della generazione post-sessantotto che "corre nel vuoto" Late sara' ricordato per il messaggio di pace e fratellanza ma con una profonda inquietudine che traspare da ogni suo solco. "Some of them were dreamers/ Some of them were fools" in Before the Deluge è l’epitaffio sulla tomba della speranza, l’abbattimento totale delle illusioni hippie che Jackson Browne aveva sostenuto, e nel contempo monito estremo a un’umanità a due passi dalla catastrofe (e il progetto No Nukes ne sara' la logica conseguenza).

Nel febbraio 2004 Bruce Springsteen introdusse Jackson Browne nella Rock’n’roll Hall of Fame con queste parole: "our job here on earth, the way we regain our divinity, our sacredness …. is by reconstructing love and creating love out of the broken pieces that we’ve been given" - il nostro lavoro in questo mondo, il modo in cui riconquistiamo la nostra divinità, la nostra sacralità ... è quello di ricostruire l'amore creandolo dai pezzi rotti che ci sono stati donati....

E' tardi e fuori fa un freddo cane, cerco di scaldarmi il cuore e l'anima con un balloon di Rhum Rhum, prezioso distillato di purissima canna da zucchero dell'isola Marie Galante-Guadaloupe, never too late for..

lunedì 2 novembre 2009

I wanna go home with the armadillo....


Good country music from Amarillo and Abilene. The friendliest people and the prettiest women I ever see.
In questa epoca di nuovi cantautori così detti 'indie', per la verità alcuni dotati di un loro fascino, l'esperienza e la concretezza della vecchia guardia mi richiamano per il sedicesimo anno consecutivo nella terra dell'Armadillo. Poi capita di arrivare in anticipo ad Austin per sfuggire al gelo del Panhandle sicuro che tanto li sono a casa e tempo di annoiarsi non se ne trova.
Guarda caso, dopo una lunga giornata in auto, ci sono i Black Crowes e, visto anche il piacere dato dall'ascolto del loro ultimo disco, non me li lascio di certo scappare. Che dire, bravissimi, in gran forma con la band saldamente ancorata alla voce di Chris Robinson ed alla chitarra infuocata di Luther Dickinson supportati da tastiere e due coriste. Un gran concerto di puro rock molto anni settanta, qua da noi un puro miraggio.
Da tenere d'occhio la band di apertura, Truth & Salvage Co., hanno un disco in uscita prodotto da Chris Robinson e se conferma quanto ascoltato dal vivo si preannuncia interessante con un suono molto The Band/Felice Bros con ben tre voci soliste.
La sera successiva scelgo di tornare a sentire Stacey Earle and Mark Stuart visti sui navigli in una calda serata di luglio di tre anni fa: spettatori 5 e la mia personale incazzatura per non avere visto nemmeno un cosiddetto critico musicale. Loro si confermano eccezionali anche davanti alla trentina di spettatori di Austin tra cui mamma Earle. Il posto non ne poteva tenere di più e credo che sia un loro scelta di esibirsi completamente unplugged in locali di tali dimensione.
Grandi autori, veri professionisti, Mark chitarrista delizioso, proseguono sereni a fare ciò che amano in lungo e in largo per gli States con il loro van ormai giunto a 690 mila chilometri!! Tra qualche mese tornano in Europa e cercheranno di toccare anche l'Italia.
Dopo una settimana di birra comincio ad avere 'sete' di vino. Fortunatamente Mr. Do Bianchi viene in soccorso con un fantastico happy hour a base di ostriche del Golfo ed una bottiglia di Nicolas Joly che da queste parti porta in etichetta il nome Les Clos Sacré. La sete viene parzialmente placata
Tom Freund l'avevo incontrato una quindicina di anni fa quando militava ancora nei Silos, incredibile ma si ricorda di me. Poco dopo ha intrapreso la carriera solista ed i suoi dischi li adoro grazie alla vena molto Jackson Browne di cui sono impregnati. Qui raccoglie i suoi amici austiniani ad accompagnarlo, Scrappy Jud Newcomb, Bruce Hughes, Matt The Electrician e Abra Moore. Una gran bella serata, tante belle canzoni con spazio anche per quelle di tutti i musicisti presenti.

Non c'ero mai stato ma grazie a Mr. Do Bianchi finalmente sono stato al Ginny's Little Longhorn Saloon, l'ultimo, vero ed autentico honky tonk di Austin. Famoso per il suo Chicken Shit Bingo della domenica pomeriggio (vi lascio immaginare come si svolga), è il posto più divertente di Austin. Purissima country music di livello eccezionale, birra che scorre a fiumi (i migliori prezzi in città) e la gente che balla e si diverte come pochi. Fun, Fun, Fun!!!! Quella sera suonavano Gary Claxton e Tom Lewis degli Haybale con alla chitarra solista il formidabile Eric Hokkanen, giustamente definito da Mark Rubin 'sicuramente il miglior musicista di Austin di cui non avete mai sentito parlare'.

domenica 8 marzo 2009

amarcord

alcune foto, magicamente apparse nel mio profilo su facebook, mi hanno riportato inesorabilmente indietro negli anni, una trentina malcontati.. Inevitabile ripercorrerli a ritroso con i ricordi che si rincorrono e si lacerano .. bei tempi! Frequentavo la piazza della chiesa di Courmayeur dove i piu' fortunati aprivano le portiere della macchina (regalo di mamma e papa' per la maturita') per sparare a manetta i watt dei loro impianti, solitamente Pioneer o Alpine; ricordo di aver sentito cosi' le prime note di “next of Khin” di Greg Khin, gran disco, di Southside Johnny & the Asbury Jukes “reach up and touch the sky” un doppio live magnifico, e poi il pop di gran classe degli Housemartins di “London 0 Hull 4 “

All'imbrunire ci si rifugiava nel bar di Jean Passin per bere qualcosa, solitamente un gin'n tonic fatto con Gordon e Schweppes e per allora era gia' tanto..; frequentavo Alberto Fortis, cantautore sottovalutato

e Fabio Nosotti, mitico fotografo che ha immortalato tutti i grandi del rock, e non ancora ossessionati da computer, telefonini, ipod e altre diavolerie tecnologiche, si passava la serata a corteggiare le ragazze, giocare a master mind e ascoltando i Grateful Dead e David Crosby di cui Jean e' fan da sempre.
Arriveranno lo yuppismo (sigh!), l'edonismo Reaganiano, il body building (doppio sigh!), “quelli della notte” e tanta leggerezza, non so voi ma io nonostante tutto quei tempi li rimpiango un po'...

domenica 22 febbraio 2009

il gigante di Serralunga d'Alba


ci ha lasciato.
Avevo deciso di non scrivere nulla su Teobaldo Cappellano, prematuramente scomparso due giorno fa. Tanti avevano gia' scritto sui blog a sui giornali e volevo conservarmene un ricordo piu' "intimo"; poi una sottile malinconia unita alla triste consapevolezza della caducita' della vita mi ha portato a scrivere due righe per ricordare quest'uomo, vigneron polemico ed intransigente, ma sicuramente "vero" come i suoi vini. Il ricordo che mi rimarra' impresso e' quello di un paio di anni fa alla manifestazione ViniVeri, una sorta di anti-vinitaly, dove io e Ciciuxs, soffermati al suo stand a disquisire di "naturalita", Nebiolo (lo chiamava cosi con una b sola perche' e' piu' gentile) e ricette segrete per il chinato, ad un certo punto ci ritrovammo da soli coi bicchieri pieni di Barolo "rupestris" e "otin fiorin", dove fosse andato il nostro eroe non lo sapremo mai... potremmo sognare che era andato a prenotarsi una vigna a piede franco lassu' nel cielo..

..era un vero "traditional man":

sabato 14 febbraio 2009

a windy night in Zena

..così preziosa come il vino così gratis come la tristezza..

Tornando a casa “se ti tagliassero a pezzetti” ed un rewind della serata mi fanno compagnia e pensare che siamo stati bene..


L'appuntamento serale con i fidi pards era nel centro storico di Genova per testare un nuovo locale, la forchetta curiosa , ci avevano detto che si beve solo biodinamico, era d'obbligo la visita..
Avevo parcheggiato dalla basilica di Carignano, come dieci anni fa per il funerale di Fabrizio De Andre', un brivido corre lungo la schiena, quanto manchi Faber a questa citta'.. scendendo lungo i carruggi, da lui tanto amati e a me tanto cari, un gelido vento invernale ci accompagna a destinazione, gli amici sono gia' li' che ci aspettavano, il locale e' una trattoria senza lussi, ma con il necessario per passare una bella serata: i vini “giusti” e una buona cucina di territorio.
Arcese di Vittorio Bera, Morgon di Marcel LaPierre, Frappato di Arianna Occhipinti e Faugères di Leon Barral scaldano gli animi come l'apparizione, in un gonfio piumino nero, del Traditional Man. I ricordi e i progetti si rincorrono senza soluzione di continuita'..
Guido verso levante, nessuno in strada, sara' a causa dell'insolito freddo ma stasera nella citta' superba non faccio strani incontri, la nuda proprieta' dell' anima mi appartiene ancora..
Alla prossima men e che non sia mai l'ultima

lunedì 5 gennaio 2009

ecco perché 'ARMADILLO'


In molti conosco la mia passione per Austin, Tx. Una passione nata negli anni settanta alimentata dall'ascolto dei dischi di Jerry Jeff Walker, Gary P. Nunn, Guy Clark, Butch Hancock, Joe Ely e moltissimi altri. Austin era allora, molto più che oggi, la vera capitale mondiale della musica dal vivo. Purtroppo all'epoca di andarci non se ne parlava nemmeno e le fantasie sul luogo si alimentavano anche grazie a riviste, libri, qualche sparuto film. Internet non era neanche immaginabile e trovare materiale era impresa ardua e faticosa ma in quel di Gallarate ed in un buon numero di negozi milanesi si spacciava roba buona. Poi c'era una canzone London Homesick Blues (Home With The Armadillo) di Gary P. Nunn con un ritornello killer che mi avrebbe portato a sognare di essere la, all'Armadillo World Headquarters

 L'AWHQ apre il 7 agosto 1970 e diventa subito il centro di aggregazione dei giovani di Austin, città universitaria che accoglie studenti da tutti gli States, musica dal vivo ogni sera. E' sicuramente il luogo dove si sviluppa quel movimento detto Cosmic Cowboy ma non solo; vi hanno suonato tutti i migliori musicisti, da Freddie King a Jerry Lee Lewis, da Springsteen a Zappa (che vi ha anche registrato un disco dal vivo) e vi nascevano leggendarie jam spontanee con i musicisti di casa.
L'AWHQ deve chiudere i battenti il 31 dicembre 1980 causa sfratto dopo dieci anni che hanno segnato in modo indelebile la musica texana e non.

Uno degli artefici e gestori dell'Armadillo è Jim Franklin, artista autore di molti dei poster dei concerti, di copertine di dischi ed anche musicista. Da alcuni anni colleziono i suoi bellissimi posters, ho avuto modo di conoscerlo ed ora ad ogni mia visita passo sempre a salutarlo e magari ne recupero qualcuno che mi manca.
Sentirlo raccontare di quegli anni è uno spettacolo, ha conosciuto tutti quanti e spesso ha suonato in jam con loro. Per intenderci nel filmato è quello che presenta Commander Cody, non male il suo copricapo!

Se comunque capitate ad Austin fermatevi daThreadgill's, ristorante con musica dal vivo gestito da Eddie Wilson, il proprietario dell'Armadillo ed ora collocato proprio dove sorgeva originariamente l'AWHQ. Oltre che un ottimo ristorante è praticamente un museo dedicato all'AWHQ pieno di memorabilia. 

Ma il nome di questo blog dice ArmadilloBar, beh questa è un'altra storia che speriamo di poter raccontare presto....

martedì 25 novembre 2008

bisogno di un elettricista?


beh, fossimo a Austin, Tx non avrei dubbi e consiglierei Matt Severt. A dire il vero non so come se la cava con fili ed interruttori elettrici (dicono sia bravo), quello che so è che quando si cala nei panni di Matt The Electrician ed imbraccia uno strumento (chitarra, tromba, tastiera o quant'altro) ed attacca le sue canzoni in bilico tra Paul Simon e lo Springsteen più folk ha la capacità di attirare l'attenzione anche dell'ascoltatore più distratto grazie alla qualità delle sue composizioni, mai banali. Ricordo benissimo la prima volta che lo vidi suonare più di dieci anni fa su consiglio di un comune amico. Restammo in contatto e dopo pochi mesi avrei voluto pubblicare anche qui in Italia il suo primo disco, The Baseball Song. Non se ne fece nulla ma non per questo ho smesso di seguirlo. Anzi ogni volta che mi trovo da quelle parti e so che si esibisce non me lo perdo ormai sicuro della qualità delle sue performances. Le ultime due occasioni sono state veramente molto belle a dimostrazione della continua crescita sia come autore che come performer. Nel marzo 2007 fresco della pubblicazione del suo ultimo disco One Thing Right in uno sfavillante concerto in un gremito Saxon Pub, grazie anche alla fantastica band composta da Jud Newcomb, Jon Greene, Seela e Tom Pearson. L'ultima lo scorso ottobre in coppia con SouthPaw Jones, un appuntamento settimanale che dura ormai da otto anni dove i due sfoderano uno spettacolo molto divertente con canzoni spesso inventate al momento che spaziano dalla politica ai più strampalati rapporti sentimentali. In questa occasione Matt mi ha dato un CD autoprodotto che vende solo ai suoi concerti dal titolo Fresh che al solito rivela il musicista di razza che è. Mi ha detto che sta organizzando un tour in Europa per il prossimo anno. Qui da noi pare che nessuno se lo fila ma farò il possibile per farlo venire a visitare un po' il nostro paese e magari per almeno una data milanese.


in abbinamento: l'Arbois Pupillin 2004 di Pierre Overnoy, un Poulsard dello Jura bevuto questo sera ed in effetti si abbina bene al nostro elettricista: tanto dimesso nell'aspetto, dato il coloro molto scarico, quanto poi sorprendente sia all'olfatto che in bocca. Naturale, vero e spontaneo con una bella dote di eleganza portata dal bel equilibrio dell'acidità e dalle fini note minerali. Persistenza lunghissima che si imprime nella memoria e non si scorda. Bravo Pierre.

venerdì 12 settembre 2008

the last waltz part two







A distanza di quasi una settimana riesco a scrivere qualcosa su una giornata per me/noi speciale senza farmi condizionare da una sottile malinconia che mi ha accompagnato nei giorni successivi....Gli amici piu' cari presenti il 7 settembre sanno perche' di questa decisione sofferta, e' un momento in cui le priorita' sono altre e la pur bella avventura del ristorante va (momentaneamente?) accantonata; le soddisfazioni sono state tante, almeno quanto i sacrifici affrontati per raggiungere i risultati che ci eravamo prefissati 5 anni fa quando decidemmo di metterci in gioco in un campo a noi sconosciuto...
La vita continua e le sfide non mancano, il tempo di riavere la zia Alfre in forma e via a cimentarsi ancora sulla strada del gusto magari in maniera piu' "easy" alla ricerca di nuove emozioni per la mente ed il palato.
Un'abbraccio a tutti, a quelli che c'erano e a quelli che non sono potuti venire, alla prox my friends! Stay tuned..
A special thanks to Bonfa and David for the great music!
l'abbinamento musicale non puo' che essere the Last Waltz di the Band

lunedì 8 settembre 2008

the last waltz del dente


Il mitico ristorante Dente del Gigante di Courmayeur, grazie al volere dei patrons Zii Alfred and Lou, ha voluto degnamente celebrare con gli amici la chiusura, ma che in realtà segna un nuovo inizio. Lascio volentieri a Tatix, se ne avrà voglia, spiegarne le motivazioni. Per quanto mi riguarda posso solo dire che nonostante qualche rimpianto, ne vedremo ancora delle belle, magari senza 'l'assillo' di stelle, forchette o altri giudizi. Di sicuro non mancherà, come è stato fino ad ora, la ricerca del gusto con proposte sempre attente alle materie prime giuste, sane e naturali; e la cantina sarà sempre all'altezza! Ci si divertirà ancora...
Purtroppo qualche defezione dell'ultima ora ci ha privato della compagnia di qualche caro amico quali il Barotti, il Traditional Man, la Repiz e Hazel. Non potrete mai capire cosa vi siete persi......
Grazie Zii per l'indimenticabile bella giornata! grazie a chi c'era ed anche a chi non ha potuto esserci. Appuntamento all'apertura del.....????......?????

mercoledì 27 agosto 2008

quello che ho lasciato e quello che ho trovato....




le vacanze sono andate. Dopo tanti anni è la prima volta che avrei voluto prolungarle, forse perchè sapevo 'cosa' mi attendeva al rientro. Magari nei prossimi giorni racconterò di qualche bell' incontro estivo, vinoso e non.
Comunque la prima bella cosa del rientro (ma non è la sola) è stato trovare il nuovo disco dei Lambchop 'OH (ohio)'. Vabbè, uscirà il prossimo 7 ottobre ma se siete un po' smanettoni lo si trova già in rete (ovviamente se vi piace poi va comprato!).
Semplicemente splendido, con quella sottile vena malinconica che è la voce di Kurt Wagner, capace di catturarti al primo ascolto. 'A Hold Of You' da sola vale il prezzo, come Kurt approccia il 'soul' è veramente unico. Nel player a fondo pagina trovate il singolo ' Slipped Dissolved and Loosed' ed anche questa non scherza.

In abbinamento: Poggio a' Venti 2002 di Massa Vecchia - perché l'ho bevuto ieri sera con la migliore compagnia possibile, perché volevo andare a trovare Fabrizio Niccolaini e non ci sono riuscito, perché è un maremmano 90% Sangiovese a 10% Aleatico puro e duro, elettrico, nervoso e regala grandi sensazioni, perché è un vino che non viene più fatto ma che ricorderò per sempre. Ahimè era la mia ultima bottiglia!

lunedì 28 luglio 2008

when in Texas.....





                                                               



Chi mi conosce sa che ad Austin, Tx mi ci ritrovo spesso e volentieri. I vini texani è meglio lasciarli perdere, qualche buona bottiglia la si trova nei negozi specializzati ma a prezzi piuttosto cari nonostante il dollaro debole (ma sono molto orgoglioso di aver fatto conoscere e bere ai miei amici texani, tra gli altri, la barbera di Walter Massa e lo champagne Les Rachais di Raymond Boulard, piuttosto che i soliti vini parkerizzati che bevono loro). In mancanza di un vino quotidiano alla Camillo Donati non rimane che la Shiner Bock, in Texas la si trova ovunque ma al di fuori dello stato è veramente difficile trovarla. E' prodotta dal birrifico Spoetzl appunto a Shiner, un paio d'ore d'auto a sud-est di Austin e l'anno scorso mi sono finalmente deciso ad andare a visitarlo. Questo ormai ex microbirrificio l'anno prossimo compirà 100 anni ed ormai vanta 55 dipendenti. L'edifico originario è ben conservato ed ancora in uso. Lì ho avuto modo di assaggiare la gamma delle loro birre di chiara impronta tedesca e credo che oggi in Germania nessuno, a livello di quelle commerciali, ne produca di altrettanto buone. In particolare nel 2005 con la 96 hanno cominciato a produrre le birre del centenario per arrivare degnamente al loro importante anniversario.  La 96 è una ale Marzen Style (prodotta in primavera per essere gustata in autunno all'Oktober Fest), la 97 é una lager nera presto divenuta un classico della loro produzione, la 98 è una tipica rossa bavarese, forse la miglior birra mai prodotta da loro. Ora è uscita la 99, se ne dice un gran bene e non vedo l'ora di assaggiarla magari il prossimo ottobre. Per la 100 mi toccherà tornare l'anno prossimo!! 

in abbinamento: The Road Goes On Forever di Robert Earl Keen

giovedì 24 luglio 2008

un vino irripetibile!?!


l'anno scorso, più o meno di questi tempi, per festeggiare i miei 50 anni sono stato con le persone a me più care (tra cui ovviamente Tatix ed il mio wine pusher preferito Jean Perin) a cena nel mio ristorante preferito di Milano, Aimo e Nadia, tra l'altro a due passi da dove abito.  A questo punto è doveroso spendere anche due parole per Federico Graziani che li lavora, un grande sommelier autore di una, se non l'unica, guida dei vini degna di essere letta, piena com'è di quei piccoli produttori 'puliti' che noi tanto amiamo.
Proprio su suo suggerimento abbiamo avuto il piacere di bere a fine cena, ed ovviamente su un dolce al cioccolato, un vino di cui avevo molto letto, il Solaria Jonica del 1959 di Antonio Ferrari.
E' un Primitivo della zona di Torricella frutto di una delle stagioni più calde del secolo scorso che appena vendemmiato é stato portato e vinificato a Galliate in provincia di Novara dove è rimasto 'dimenticato' in una vasca di cemento sino ad una decina di anni fa quando è stato travasato in botti grandi di quercia.
Credo proprio che questo sia uno di quei vini che ti capita una volta nella vita e non lo scordi più. Di cosa sa? Pensate a del cioccolato con sentori di prugna, leggera ossidazione che ricorda i Madeira, ma con una eleganza e consistenza propria dei grandi Barolo. Come ha scritto il maestro Veronelli: 'è la testimonianza di una antica potenzialità enologica che pensavamo scomparsa: il sole, l'alberello, l'alcol e il tempo, sapientemente dosati, hanno potere esplosivo sui nostri sensi. Tutti coloro che sono ancora all'affannosa ricerca di un vino da abbinare al cioccolato sospendano le ricerche: per loro c'è il Solaria Jonica 1959.'

canzone in abbinamento: Like A Rolling Stone di Bob Dylan, questo vino è un macigno che rotolerà nella memoria a lungo  

venerdì 4 luglio 2008

estate: non solo bianchi


Due anni fa di luglio, caldo afoso, ho bevuto per la prima volta il Brunello di Gianfranco Soldera, un 1995. Merito del vino, della situazione ed alla faccia del caldo è sicuramente una delle bottiglie del cuore che pur vuota conservo gelosamente. Quel medesimo luglio poi mi costò una fortuna perché, preso da un'autentica infatuazione del vino di Soldera, a seguire bevvi una bottiglia del 1996, una del 1994 e (purtroppo) un solo bicchiere di 1982! Io sono spesso critico nei confronti di certi prezzi che si vedono in giro ma qui occorre fare dei distinguo. Sicuramente sono bottiglie costose ma dispensatrici di emozioni impagabili, specialmente se stappate con persona e situazione giuste. Da allora non l'ho più bevuto, ora siamo di nuovo a luglio, fa molto caldo ed ho voglia di un Case Basse. Ho in cantina un 2000 ma non credo che riuscirò ad aprirla molto presto.

canzone in abbinamento: Orange Sky di Alexi Murdoch, anche lei come dispensatrice di emozioni non scherza

giovedì 26 giugno 2008

The Ballad(s) of Easy Rider


Ma gli hippies esistono ancora?
Non credo, e forse e' meglio cosi'.
Ho rivisto, credo dopo una ventina di anni, un film che rientra nella mia personale top twenty movies di sempre, Easy Rider.
Film importante perché si inserisce nel contesto culturale di quegli anni, cultura di controtendenza e voglia di evasione , libertà da una società medio borghese ed il tema del viaggio "on the road" alla Jack Kerouac.
Altri tempi.. e, se ora il film puo' sembrare un po' datato quello che non lo e' per nulla e' la splendida colonna sonora, canzoni immortali che non mi stanchero' mai di ascoltare, ne voglio ricordare qualcuna:
Steppenwolf - The pusher Steppenwolf - Born to be wild The Band - The weight The Byrds - Wasn't born to follow Fraternity of Man - Don't bogart me (aka Don't bogart that joint) The Jimi Hendrix experience - If six was nine Roger McGuinn - It's alright ma (I'm only bleeding) Roger McGuinn - Ballad of easy rider
Buon ri-ascolto.
Vino in abbinamento: Frappato di Arianna Occhipinti fresco e rigenerante.

mercoledì 25 giugno 2008

nxnw

L'anno scorso di questi tempi avevamo organizzato il primo NXNW. Avremmo voluto ripeterlo anche quest'anno ma purtroppo per vari motivi non dipendenti da noi abbiamo dovuto rinunciare. Ci rifaremo l'anno prossimo. Per ora ci piace ricordare quella bellissima giornata piena di bella musica, tanti cari amici ed un'indimenticabile botte di Bordeaux Chateau Le Puy.