martedì 25 novembre 2008

bisogno di un elettricista?


beh, fossimo a Austin, Tx non avrei dubbi e consiglierei Matt Severt. A dire il vero non so come se la cava con fili ed interruttori elettrici (dicono sia bravo), quello che so è che quando si cala nei panni di Matt The Electrician ed imbraccia uno strumento (chitarra, tromba, tastiera o quant'altro) ed attacca le sue canzoni in bilico tra Paul Simon e lo Springsteen più folk ha la capacità di attirare l'attenzione anche dell'ascoltatore più distratto grazie alla qualità delle sue composizioni, mai banali. Ricordo benissimo la prima volta che lo vidi suonare più di dieci anni fa su consiglio di un comune amico. Restammo in contatto e dopo pochi mesi avrei voluto pubblicare anche qui in Italia il suo primo disco, The Baseball Song. Non se ne fece nulla ma non per questo ho smesso di seguirlo. Anzi ogni volta che mi trovo da quelle parti e so che si esibisce non me lo perdo ormai sicuro della qualità delle sue performances. Le ultime due occasioni sono state veramente molto belle a dimostrazione della continua crescita sia come autore che come performer. Nel marzo 2007 fresco della pubblicazione del suo ultimo disco One Thing Right in uno sfavillante concerto in un gremito Saxon Pub, grazie anche alla fantastica band composta da Jud Newcomb, Jon Greene, Seela e Tom Pearson. L'ultima lo scorso ottobre in coppia con SouthPaw Jones, un appuntamento settimanale che dura ormai da otto anni dove i due sfoderano uno spettacolo molto divertente con canzoni spesso inventate al momento che spaziano dalla politica ai più strampalati rapporti sentimentali. In questa occasione Matt mi ha dato un CD autoprodotto che vende solo ai suoi concerti dal titolo Fresh che al solito rivela il musicista di razza che è. Mi ha detto che sta organizzando un tour in Europa per il prossimo anno. Qui da noi pare che nessuno se lo fila ma farò il possibile per farlo venire a visitare un po' il nostro paese e magari per almeno una data milanese.


in abbinamento: l'Arbois Pupillin 2004 di Pierre Overnoy, un Poulsard dello Jura bevuto questo sera ed in effetti si abbina bene al nostro elettricista: tanto dimesso nell'aspetto, dato il coloro molto scarico, quanto poi sorprendente sia all'olfatto che in bocca. Naturale, vero e spontaneo con una bella dote di eleganza portata dal bel equilibrio dell'acidità e dalle fini note minerali. Persistenza lunghissima che si imprime nella memoria e non si scorda. Bravo Pierre.

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