- Michela Brivio -
E’ da un anno che punto l’Osteria da Beppe e finalmente ci siamo riusciti. Parlo al plurale
perché tra me e Enrico Spada è stato
un rincorrerci a vicenda, quindi anche invertire l’ordine delle cose andava
bene.
Già perché l’idea era andare ad acquistare il pesce e poi
degustarlo, ma abbiamo fatto il contrario.
Nel titolo ho scritto dovere, ribaltando il famoso
proverbio, ma è stato ovviamente un doppio piacere, perché non ero mai stata a
un mercato ittico.
Lo dico sempre che Cesenatico
mi è nel cuore e ora lo è ancor di più. E’ uno dei pochissimi posti dove l’asta
si batte nel pomeriggio e appena Enrico mi propone di accompagnarlo è un sì,
anche in tenuta da spiaggia!
MERAVIGLIOSO.
Avere poi un cicerone così non è da tutti i giorni, perché
un conto è guardare, un conto è capire grazie a lui che mi ha raccontato tutto
quello che poteva, in pochissimo tempo e tempestato da tutte le mie domande da
bambina curiosa, pettegolezzi compresi. Gli avrò fatto perdere qualche affare?
Oltre all’acquisto è interessante vedere gli acquirenti.
Alcuni me li presenta e altri me li racconta, così mi faccio un’idea su dove
poter andare a mangiare nei dintorni.
Toccherà ritornare perché l’atmosfera della giornata è stata
fin troppo tranquilla rispetto a momenti molto caldi che sono all’ordine del
giorno.
Ma ora passiamo alla tavola per concentrare il pezzo sul
protagonista.
Ma chi è a questo punto? Enrico, il pesce, il cuoco Alessandro Serra, il grigliere Manuel Mazzotti l’osteria ….
Un concentrato di tutto questo.
Arrivo con la mia biciclettina. Passeggio sul canale leonardesco che ha sempre un
fascino irresistibile a qualsiasi orario del giorno e per le sfumature di
colore che assume, e poi suono il campanello.
Defilato dalla riva-darsena il locale è molto intimo e con i
tavoli ravvicinati. Essendo soli è bellissimo, perché si crea un’atmosfera
conviviale e di condivisione. Ovviamente devono capitare le persone giuste a
fianco ma la media qui è molto alta, perché ci sono pochi turisti e tanti locali,
amici e clienti da passaparola di qualità. Aggiungo anche colleghi, e sapete
che adoro questi rapporti perché significano stima, affetto e passione per il
proprio lavoro.
Difficile trovare posto quindi raccomando una prenotazione
anticipata, soprattutto d’inverno. Sembra strano vero? E invece anche questo
racconta tanto. Considerate che d’estate fa solo la cena e chiude pure per
ferie, durante l’anno è aperto anche a mezzogiorno. A voi le considerazioni.
Il menù c’è ma non c’è perché quasi tutte le voci citano “in base al pescato”.
E’ quindi raccontato a voce ed è poesia.
Il problema diventa scegliere ma non nel mio caso perché mi
faccio completamente navigare da loro.
Pura materia prima, come dev’essere sempre.
Semplicità, l’unica cosa che si desidera avere quando è la
qualità a la freschezza il cuore del piatto.
Vi consiglio di nuotare in una degustazione tra antipasti e
secondi, decisamente le migliori portate dove concentrarsi e godere.
Il benvenuto. Crostino, pomodoro fresco e sardoncino marinato.
Le crudità.
L’unicità, la ricchezza e la sapidità del pescato
dell’Adriatico dipingono il mio piatto: carpaccio e tartare di tonno, scampo,
gambero e carpaccio di leccia, cannelli gentili.
Mazzancolla e calamaro alla griglia
La griglia è gran protagonista in cucina e anche in sala
essendo a vista.
E’ a carbone di legna e gestita da manuale per valorizzare
al meglio i sapori del pescato, con l’unica aggiunta nella preparazione del
pesce della tipica e leggera panatura a base di pane grattuggiato, olio e sale.
Cannolicchi alla griglia
Dicono che una ciliegia tiri l’altra ma provate questo
piatto e poi mi dite se siete ancora della stessa idea.
Triglie spinate fritte.
Poetico. Ustionante al palato. Finalmente. Era da tanto che
non mangiavo un fritto così. Leggerissimo, croccante e con una panatura quasi
impercettibile. Wow. Enrico come fai a dire che non sei ancora soddisfatto?
Completa il piatto un letto di crema di pomodoro, che mi
ricorda quella di casa, fatta con i pomodori del mio orto appena raccolti, e
una jiulienne di zucchine e melanzane fritte. Ammetto che ero tentata di
chiedere il bis.
Carta dei vini interessante, con una selezione ovviamente
più concentrata sulle bollicine e i bianchi.
Insomma tanto desiderato quanto ora tra i miei posti del
cuore, che si aggiunge a tutti gli amici che mi regalano sempre delle vacanze
meravigliose.
Il finale?
Ora tarda. Visita in cucina. Locale vuoto. Noi, che avremmo
continuato a parlare per tutta la notte della nostra passione, vista anche la
compagnia dei sous chef del ristorante più illuminato di Cesenatico.
Estate o inverno che sia tuffatevi in questo mare
meraviglioso.
Ora però ho sete. Cosa ci beviamo al bar GDF? Vorrei
rimanere in tema.
Poi riparto ma torno presto perché devo raccontarvi di ieri
sera.
Osteria da Beppe
Via Saffi, 8/a Cesenatico
Telefono:0547 81529
Cellulare:346 6009090
E-mail: info@osteriadabeppe.com
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