domenica 29 settembre 2013

Se dici ferie...


 Marco 50 & 50

"Giorgio è l’unico cuoco che io abbia mai visto con un istinto improvvisativo così elevato. E’ in grado di sfornare un piatto con due, tre ingredienti mai visti prima con una velocità ed una consistenza disarmanti. Ho provato più volte personalmente a metterlo alla prova ma non c’è stato verso. Lui ha dentro di se gli ingredienti e le loro iterazioni, una profonda padronanza della materia che gli orientali definirebbero maestria."
Alberto Cauzzi su Pier Giorgio Parini

Quando ho letto queste parole su PG, mi sono ricordato che l’unica volta che sono salito a Torriana, il locale era chiuso, ma non ho attenuanti per le altre 69 volte, si fa per dire, ma è una cifra vicino alla realtà, che sono passato in Romagna e, pur concedendomi qualche colpetto di coda, Piastrino, Locanda del Gambero Rosso, Locanda Liuzzi, Carducci 76, Alceo e Uliassi, in regione ed extraregione, la salita verso il castello di Azzurrina, chissà perché non l’ho fatta, avrò un’inconscia paura dei fantasmi.

Non passare dal Povero Diavolo è stato un errore, che ho ripetuto, perseverando, che mi ha impoverito e mi ha messo un diavolo per capello. Dal racconto di Vizzari e dalle parole di Cauzzi,  ho capito, non solo che l’esperienza da Pier Giorgio Parini andava fatta, ma soprattutto com'è, anzi cos'ha dentro lo chef in questione. Ma la questione è un'altra, ringrazio PG per lo spunto, ma punto ad un'altra cosa.

Certe persone hanno un dono, studiano, si perfezionano, si documentano, sbagliano, migliorano, ma quando “usano” il dono che hanno dentro non fanno alcuno sforzo, direi al contrario che provano una sorta di piacere. Non vivono di rendita, (saltuario, deprecabile ma umano atteggiamento di quasi tutti di fronte alle scelte obbligate o agli obblighi non scelti) al contrario spinti da un “fervore mistico”, che spero renda l’idea, godono se possono utilizzare un dono che sembra e forse è inesauribile, per meglio dire un’energia rinnovabile.

Una prerogativa di quest’energia è che lo sforzo, apparente, di uno, genera benefici per tutti quelli che hanno la fortuna di poter condividere momenti, più o meno lunghi, con il possessore del “dono”. Sia esso un cuoco, uno scrittore, un insegnante, uno spirito libero che lavora l’argilla, un musicista, si resta sempre a metà tra lo stupito e lo stupido, assistere ad una “performance” è comunque, come ha detto Cauzzi, disarmante.Per essere chiari al 100%, difficile nel mio caso, sottolineo che Torriana è già lontana.

Persone così, però, se pur raramente se ne incontrano e, se anche l’ambito nel quale “esercitano”, non è la nostra principale passione, gourmet per alcuni, di altro tipo per altri, dobbiamo fruire dei dritti, dei rovesci e degli effetti, che ci regala la loro vicinanza, stando sotto rete a fondo campo, in panchina, comunque a contatto, diretto , regionale, intercity, aspettando il passante,  l’importante è lasciare loro rotaia sciolta, qualcosa arriva, se gli lasciate la briglia probabilmente arriva un cavallo, se tirate la cinghia attenti alle zanne.

Solitamente, questi soggetti “sembrano” persone normali, lo sono, ma quando per lavoro o per diletto, che per loro è lo stesso, e il punto è proprio questo, hanno l’occasione di usare il dono, ci fanno un dono se siamo lì con le orecchie tese, ma non a mani tese perché non è un’elemosina dare ma una gioia.

Uno di questi soggetti, un marinaio bretone che preferisce guardare l’acqua dal faro, oppure da poppa, se la barca è in porto, meglio ancora guardare le poppe con un porto in mano, a volte ci regala qualcosa di unico. 
Gli succede spesso quando gli vengono i cinque minuti o ne trova 12 tra un calice e l’altro mentre guarda giù dal Faro, senza sporgersi troppo, rassicurato dal fatto che tutta quell’acqua sia sempre alla stessa distanza, eppure, pur tenendosi a distanza sia dall’acqua che dai suoi simili con un colpo di tastiera si avvicina, ci lascia un regalo e si riallontana come un’onda che porta sulla battigia una conchiglia dove prima non c’era niente.


Marco 50&50

10 commenti:

  1. Scorre fluido in acque dolci più-ttosto (piacciono i giochi di parole) che infrangersi, diversamente interessante, ugualmente bello.
    BBblog

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  2. L'estate sta finendo e qui a Milano fa ancora caldo, mentre in Romagna stanno smontando le spiagge. Che peccato ma che bella è la spiaggia vuota......
    A

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  3. Onestamente, andrebbe detto che stiamo dentro ad una galleria d'arte moderna fuori sincrono.
    Dovrò sostituire il post che prevedevo per domani...

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  4. Quando in Romagna smontano, divento un pesce d'acqua dolce che nuota a fari spenti in galleria, l'arte moderna è contaminazione, più che un pesce fuori sincrono o fuor d'acqua mi sento un'ape Piaggio, l'ape maya e le mosche bianche non mi sono mai piaciute.
    Eppure, mi sembro più comprensibile...
    M 50&50

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  5. stavolta google traduttore non mi è servito. :)

    F.

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    1. Da qui sopra pare finalmente più netto il profilarsi all'orizzonte della punta dell'iceberg

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  6. Mah.... dove sarà l'inghippo... sicuramente c'è, ma dove sarà nascosto :-)) nella sabbia?
    Beppe

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    1. Ho provato anch'io a scavare ma invece del ragno ho fatto un buco nell'acqua, forse gdf il manipolatore mi sta preparando un improponibile triplete ripatore o meglio guastatore, sul bordo del sincrono avevo trovato inspiegabilmente una parvenza di equilibrio
      M 50&50

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  7. Marco, preparati il conto alla rovescia è iniziato. Non potrai più nasconderti nella nebbia neppure volendolo e con l'aiutino da casa del gdf. :)

    F.

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    1. Oggi in effetti mi si è accesa una spia, pensavo fosse quella dell'evo e invece sono stato scoperto.
      M 50&50

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