sabato 14 settembre 2013

Tra le righe

Marco 50&50

Alcune righe sono inguardabili, eppure basterebbe mettere in sequenza un puntino dopo l'altro con mano salda ma leggera, senza eccessi, i colori non dovrebbero essere necessariamente vistosi, ma dovrebbero adattarsi alla riga, invece niente, righe troppo lunghe, righe troppo corte, righe che sembrano disegnate da un pennarello dalla punta grossa che sbava o dalla punta sottile che non scrive quasi più.

Righe dai colori improponibili che sembrano non curarsi di suscitare grande perplessità, che sembrano dirci, mi metto "nu jeans e 'na maglietta e sto a posto", invece dovrebbero rimanere semplicemente puntini.

Righe non più lineari, cariche d'inutile, banali che vogliono sembrare quello che non sono invece di essere quello che davvero sono, righette, che è sempre meglio di righe o rigone non autentiche.

Alcune di queste righe anche se vestissero Cucinelli, Dolce&Gabbana, anche se osassero indossare uno dei maglioncini pastello del Guardiano, sarebbero comunque, trattini incompiuti.


Non basta il colpo di coda, o la prestazione di una notte, se manca l'armonia, hai voglia ad assoli.

Poi, inspiegabilmente succede che dal nulla un pittore crei il capolavoro, la quadratura del cerchio con una sola riga, che sembra impossibile ma succede, ogni 20.000 leghe, da sotto il mare, spunta la riga che non ti aspetti, il pennello rimane sospeso, ritto nell'aria e il pittore si gode il suo capolavoro.

Nella pittura ma anche nella musica, nella poesia, nel cibo, in un vino, arriva inaspettata l'armonia che lascia a bocca aperta.

Conosco un soggetto al quale oggettivamente non mancano gli aggettivi, eppure anche lui a volte, in un piatto, una persona, un vino, vede un po' di luce, perde i descrittivi per strada, diventa Santo bevitore, guarda in su e grida al miracolo, o meglio, da gentleman inglese con accento parigino e modi bretoni, ce ne lascia intravedere un po' anche a noi, di luce.

Così è nelle persone e anche nelle righe, probabilmente anche le righe hanno due gambe, due braccia, una testa, un cuore, ma l'insieme così armonico non lascia capire il vero perchè ci si trovi di fronte a qualche cosa di irripetibile.

Più spesso manca qualcosa o c'è qualcosa in più, oggi ad esempio manca qualcosa, avevo esaurito una lettera dell'alfabeto e mi sarò fatto capire meno del solito, che è una soglia pericolosa, chiederò allo Speziale di misurarmi colesterolo e comprensibilità. Mi sembrava però giusto, condividere al Bar degli Armadilli un dono, la visione surreale, celestiale, irreale che mi è apparsa stamattina: una gran riga, per una ruga dalla realtà.

Marco 50&50

8 commenti:

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    1. La mia quota rosa pensa sempre l"opposto, le mostrerò il tuo gradito commento.
      M 50&50

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  2. non fa niente se manca il tessuto, è la qualità delle cuciture quello che conta.
    chiedetelo a qualsiasi alpinista che sulle cuciture dell'imbragatura e delle fettucce appende la sua vita.

    F.

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  3. Pensa i nudisti allora...
    la foto arriva da dove ti immagini: Riviera dei Fuori

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  4. La riga in questione era imbragata così bene che avrebbe potuto effettuare qualsiasi manovra, dal barcaiolo ad occhi chiusi con la sinistra fino a dove l'immaginazione può arrivare ed oltre
    M 50&50

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  5. Una definizione di riga (se qualcuno fosse interessato) liberamente tratta da wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Riga_(strumento)


    La riga misura lunghezze in decimetri, centimetri e millimetri.
    Ne esistono sostanzialmente di due tipi: rigide e flessibili.
    Le righe più diffuse soprattutto in ambito scolastico sia tra il personale docente che tra gli alunni sono di plastica; più raramente si trovano quelle di legno. In ambito professionale si trovano le righe di ferro, o meglio acciaio inossidabile (onde evitare la formazione di ruggine) o alluminio (in tal si tratta di righe resistenti all'usura ma leggere).

    Pallok

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    1. Lo sapevo che tra righe e puntini non avresti esaurito le "i"
      M 50&50

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