sabato 21 settembre 2013

L'ultimo pastore

di Marco 50 & 50
Se dico slow food, pecore e Ricci Curbastro, due parole al bar degli Armadilli sembrerebbero pertinenti, quanto meno non così tanto fuori tema da temere la censura del censore che me le (annurche) lascia passare quasi tutte sopra la testa nemmeno fosse Guglielmo, tell me, posso fare qualcosa prima che sia tutto compromesso, stoico il tuo atteggia- mento, volitivo.

Le nicchiate, le ho sparate tutte subito, seriamente invece, slow food ha patrocinato un progetto assieme ad alcune tra le più prestigiose organizzazioni mondiali, come Wwf, Onu, Unesco, Kyoto Club per il contributo dell’opera alla divulgazione del rispetto dell’ambiente, della natura, delle tradizioni e delle identità culturali.
Si tratta dell’Ultimo Pastore il film Italiano di Marco Bonfanti, che ha fatto il giro del mondo, visto a Tokyo, Dubai, Torino, San Francisco, Portland, New York.

Ieri la mia quota rosa mi chiede di portarla a teatro : film, incontro col regista e rinfresco (si dice così ?)
Il film è “L’ultimo Pastore”, dalla grande mela alla Brianza come dire di no.


Pensavo, però, di non scrivere nulla, se non al regista, cosa che ho fatto per ringraziarlo, ma poi oggi tra le bollicine mi imbatto in un altro pastore :

15 settembre – 3 novembre. Mostra fotografica “Luigi il pastore” di Marcel Imsand
Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro di Capriolo in Franciacorta
Entrata alla Mostra, con visita guidata alla cantina e al Museo e degustazione di un calice di Franciacorta: 6 € .
Il Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro, è il frutto della più che trentennale attività di ricerca di Gualberto Ricci Curbastro.
Inaugurato nel luglio 1986 e negli anni continuamente ampliato, il museo è una realtà unica in Franciacorta che conserva nei rustici dell’Azienda Agricola Ricci Curbastro migliaia di oggetti testimoni del lavoro agricolo d’altri tempi.83 fotografie originali  di Marcel Imsand provenienti dalla Fondazione Pierre Gianadda di Martigny (Svizzera).Il bastone in mano, avvolto in un ampio  mantello, il capello di feltro ben calzato in testa, cammina deciso alla testa del suo gregge. I cani iniziano la loro lunga sarabanda in mezzo ad un mare di lana in movimento. Dietro ai montoni, alle pecore e agli agnelli, segue l’asino, carico dei bagagli. E’ il 1988. Luigi Cominelli è un pastore come nei sogni. Ha 30 anni, è bello, parla più lingue.
La sua figura è retta e superba, la sua voce profonda. Nato a Parre, vicino a Bergamo, sceglie il suo destino alla fine dell’adolescenza. A 16 anni, impara il mestiere con suo fratello, pecoraio nel Seeland. Affascinato dall’idea della libertà, entra nella lunga stirpe dei pastori bergamaschi che, da secoli, trascorrono la loro vita davanti al gregge di pecore, conducendole in transumanza. Marcel Imsand e Luigi Cominelli s’incontrarono nell’inverno di quell’anno, nel cantone Vaud, in Svizzera. Quest’incontro fotografico, e soprattutto umano, segna profondamente Imsand, uno dei più grandi fotografi svizzeri. La vita del pecoraio è in continuo movimento, affronta il freddo e i pericoli alla ricerca di un buon pascolo, scopre ogni giorno nuovi paesaggi, nuove luci : così vive anche  il fotografo. Entrambi hanno sete di quella libertà che non fa temere né la solitudine, né il silenzio, né l’incertezza. Tra Marcel e Luigi, non servono tante parole per condividere esperienze : a loro basta essere insieme.

Quanti pastori ho incontrato nella mia vita, tra oggi e ieri ho fatto l’uno- due, poi ho una foto di M 50&50 da piccolo che in una specie di tuffo trattenuto accarezza una pecora con il braccio proteso e il corpo lontano a dispetto di ogni legge fisica.

Pastorizziamo :
“L’ultimo pastore” è stato il film italiano più votato del Mouse d’oro, il premio della critica web all’ultimo Festival di Torino. Renato Zucchelli è l’ultimo pastore  rimasto in una metropoli, che riuscirà a portare mille pecore in Piazza Duomo a Milano, contro difficoltà logistiche e burocratiche, per incontrare i bambini che non hanno mai visto un gregge, una pecora, un pastore se non nei cartoni, animati ma senz’anima. E’ una testimonianza davvero di nicchia, di un mondo, un mestiere, una lingua ormai in estinzione : il Gai, gergo dei pastori di cui Renato è uno dei dieci ultimi depositari al mondo.

Alcune emozioni arrivano dentro con i loro tempi ma già da prima sappiamo che sarebbero potute arrivare, ieri è stato diverso, perché erano emozioni inaspettate, un documentario che colpisce forte come quando ci si tirano secchiate addosso, solo che non stavo giocando con l’acqua stavo guardando un documentario sulle pecore.

Marco Bonfanti, al termine della proiezione ha risposto ad alcune domande e tra le altre cose ci ha descritto la riunione al Comune di Milano per poter ottenere le autorizzazioni a poter girare in Piazza Duomo a Milano con 1000 pecore.

C’era un tavolone grande con una ventina di persone che credevano di avere in mano lui, il pastore e il finale del film con le pecore in centro a Milano.
Questo educato ma determinato trentenne ha salutato tutti esordendo più o meno così :

Grazie per avermi ricevuto, vi comunico che, qualsiasi sia la vostra decisione, Renato porterà le sue pecore in Duomo, c’è una vecchia legge che concede ai pastori una sola cosa, la libertà, che è l’unica cosa che vogliono.

Simulazione Meeting Armadillo prossimo futuro:  mentre disquisite… bottiglie come questa apriamone un’altra ancora, cala la sera, le palpebre e la temperatura, sento un po’ freddo e mi avvicino al fuoco, gdf mi porge un calice di rosso ottimisticamente mezzo pieno, infilo una maglia di lana cruda, prendo al volo un altro pezzo di pecorino a latte crudo e mi rilasso.
Ma cosa c’è a monte ?
“Ma se non ti  è mai piaciuta questa frase…”
Si, ma qui, cosa c’è davvero a monte ?
Chi tosa e munge
Ho capito a quale personaggio ti riferisci, uno tipo quelle statuine d’argilla che si mettono sul muschio verosimile vicino alle macine del mulino bianco…
Se lo fanno da duemila anni ci sarà un motivo e dovrebbe anche essere chiaro come mi è all’improvviso chiaro del perché si dica Presepe vivente

Chissà se il Guardiano deciderà di pubblicare un pezzo sulle pecore, lui così fuori dal gregge…d’altro canto si parla anche di sogni e lui 24 ore (ne avrà mai posseduta una?) con i piedi per terra non riesce a stare, ho qualche speranza, basta crederci, come Renato.


Marco 50&50


3 commenti:

  1. Grazie 50&50 delle informazioni e delle riflessioni.
    Un brindisi alla libertà.

    Pallok

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  2. Chissà che birra ci vorrà col pecorino...
    M50&50

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  3. Bellissimo L’ultimo pastore! Hanno fatto diverse proiezioni in giro per l’Italia e adesso vendono anche il dvd. Lo consiglio a chi vuole scoprire una Milano diversa: http://www.sorgeniaecopensiero.it/2013/05/09/alla-riscoperta-dei-sogni-dimenticati-con-l%E2%80%99ultimo-pastore/

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