sabato 17 agosto 2013

Racconti d'estate # 9 | Il portiere di notte


Marco 50 & 50

Ho appena finito di leggere il pezzo di El Manara sulla discrezione del Barman, forse bisognerebbe evitare di portare sul terreno di caccia quelle che non “sentono” che sei cacciatore, con le altre l’uomo giusto dietro al bancone accorcia i tempi di cattura.

Passare le notti ad osservare i clienti e parlare con le bottiglie deve avere il suo fascino e sembra da mezzi pazzi, strano non sia mai stato barman.

Un altro mestiere da osservatore ma non solo, è il portiere, cercare di parare con le mani una sfera di cuoio  di quasi mezzo chilo lanciata ad una velocità oltre i cento all’ora, buttarsi contro un palo, immolarsi con braccia-testa-faccia per anticipare novanta chili lanciati a rete richiede una percentuale di pazzia che ancora non possiedo.

Il rischio, però, vale la candela e anche lo spegnimento della stessa, c’è un portiere ad esempio che si allena con buon Alena, ogni tanto cerca farfalle nell’area piccola, ma ‘ndovà anzi Serendovà ?

Pazzia e fascino, eppure non ho mai giocato in porta, c’è però un lavoro dove il 50% di pazzia è necessario, c’è tanto tempo per pensare, si svolge in silenzio e in autonomia, si incontra tanta gente, se hai fascino qualche incontro diventa ravvicinato, senza terzo tipo.

Sempre portiere, ma di notte, magari ci mettiamo una bella foto di Charlotte Rampling e in sottofondo Ruggeri “e lei che viene a notte fonda, è così bella, è quasi sempre bionda”.

Una sera ho provato l’ebbrezza, senza aver abusato di alcolici, allora la mia percentuale di tonica era diversa.

Il mio amico che con la famiglia possedeva due alberghi, aveva deciso di prenderne un altro in gestione ed è stato abbandonato, in piena stagione turistica ed in piena notte, senza preavviso dal suo portiere, che sempre senza preavviso gli aveva tirato anche un destro.

Dopo il primo round ha dovuto cambiare per una notte mestiere e da turista per caso gli ho fatto compagnia per un pezzo, non sembrava un lavoro, ma come dice gdf è la continuità che conta.

Allora proviamo a continuare e mi torna in mente quello che non aveva fatto la malolattica, la mia camera era sopra la reception, avevo una bella fidanzata e 48 ore, la prima sera ci saluta, quella dopo aggiunge, c’è stata una battaglia ieri notte…la presi come un complimento.

Da ragazzino al mare trovai quello compiacente, che mi permetteva di far salire un po’ la fidanzata, che sarebbe dovuta poi tornare nella casa presa in affitto dai genitori.

Nella Milano da bere, dovevo scegliere se bere e mangiare o portare la ricciola bionda a divertirsi, mediai con un  albergo a ore, il portiere chiese solo il mio documento ma guardò a lungo “la fuori contesto” che mi accompagnava.

In seguito venne quello un po’ anziano, con i proprietari era “di famiglia”, che rientrassi presto o tardissimo, una barzelletta me la doveva raccontare, quelle in dialetto me le facevo tradurre, anni dopo pur avendo cambiato albergo, sono tornato una notte a salutarlo e a scambiare energie.

In Oriente, Susan, la receptionist aveva lo sguardo lungo ma il turno corto, il suo portiere di notte mi consegnò un portasapone a forma di cuore con un messaggio, ce l’ho ancora.

Nel 4 stelle liberty dei vip, incontrai l’uomo che sgridava Fabio Volo, che mi indicò Ambra sola di notte ferma nell’acqua in piscina, che mi parlò di Paola e Chiara e pensai di diventare chitarrista, ma forse l’avevo già pensato, per certe cose ho il sesto senso, tuttora.

Una sera mi raccontò un aneddoto…forse, senza forse, Filippo Nardi aveva ragione, ma non quando diceva “dove sono le sigarette?” col suo accento inglese, ma a proposito di una presentatrice così attraente e promettente.

E poi venne lui, Egizio, l’ex pugile dotato di grande fascino, di garbo nei modi, nell’aspetto e nelle movenze. Il suo saluto al mio rientro variava sempre, a seconda del mio umore o delle circostanze, dotato di grande discrezione passava dal semplice ciao buonanotte alla chiacchierata di un’ora con un bicchiere in mano, se non rientravo il giorno dopo non chiedeva, se facevo salire qualcuna non ammiccava, se tornavo presto e mi era andata buca, taceva, perché sapeva come va, a volte.

Anni dopo cambiai albergo, rallentai le battute di caccia per passare alle battute di spirito, lo ritrovai cliente con bionda seducente, ricambiai la discrezione e feci un cenno, in seguito mi spiegò, catturava in albergo ma consumava il pasto di giorno, dopo il suo turno di lavoro in un altro albergo, la signora vedeva poco il mare ma non sembrava mancarle.

Egizio, domani torno per un po’ sul terreno di caccia che ci ha accomunato, stavolta solo per un safari fotografico, mare, lolite, belinate.
Passo a farti un saluto, in qualche modo ti trovo, vengo senza fiori, chissà dove li mettono gli ex pugili dopo il k.o. definitivo.

Marco 50&50

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