giovedì 27 agosto 2015

il potatore



Quelli che incontro al bar ormai intuiscono il senso delle mie domande. Non me la posso cavare come in passato, quando nessuno sapeva che cosa stavo tramando alle loro spalle, e quindi,  oggi, smascherato e quindi sdoganato da ogni responsabilità di trasparenza mi piace raccontare del potatore, uno dei mestieri più misteriosi per quelli che come me soffrono di vertigini e rischiano di cadere ogni volta che cercano di salire. Con un effetto leva loro riescono a tagliare qualsiasi legame con il passato, e se non bastasse, la motosega farà il resto.

Vorrei aprire una nuova rubrica gastronomica equilibrista senza rete che facesse un po' il verso al Rock, e vista la collocazione del faro, proporrei quello in the casbah piuttosto che quello di csaba, capirsi senza un'acca.

Il colloquio

Quante te ne sei fatte oggi?  Ho un contratto per 128, penso di sbrigarmela in una decina di giorni. Io neanche a Campari ce la farei. In quanti siete? in tre: io, la scala e la macchina che taglia, tedesca. Sembra che tagli la tedesca, e invece vivifica il futuro  Ma con l'albero da frutto come si fa? Si taglia come c'è scritto sul manuale delle giovani marmotte, solo che poi quelli che lo leggono non ci capiscono sul punto esatto, e mi richiamano. Draghi, magro come un ramo secco: come si prende una palma o un pino marittimo? Marittimo sarà il pino, la palma ci da da mangiare come nussun albero da frutto, anche da morta, quando è ancora più dura da levare da terra, tanto che un pezzo lo dobbiamo lasciare.

 A chi?   No ho capito!?!

2 commenti:

  1. Se questo è un potatore, tu sei un rabdomante.
    Alba

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  2. Non ho compiutamente capito il senso, ma mio padre era un potatore ricercato. AAA Autodidatta

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