Marco 50&50
“Chi sogna di giorno sa molte cose che sfuggono a chi sogna solo di notte”
Sento tutto ovattato, le dico.
Sarà perché hai dell'ovatta nell'orecchio per curare l'otite da onda, mi risponde "anomala" scuotendo impercettibilmente la testa, abituata a ciondolii quotidiani.
Il vento è diminuito d'intensità, dopo aver spinto con forza oltre le colline dell’entroterra romagnolo grossi nuvoloni scuri, ha liberato l'azzurro sopra la linea sabbiosa scaldata da un sole rabbioso e rinfrescata da onde spumose bianco verdi che stanno cominciando a perdere d'intensità per acquisire una luminosità rara, come questa mattina, cammino, sulla battigia lambita dalle onde non sono solo ma la concorrenza non mi impensierisce più di tanto, le guardo mentre modulo i miei passi sulla cedevolezza della rena, le guardo un attimo e passo oltre non è questo che cerco, oggi voglio di più.
Il selfie da onda sembra il nome di un nuovo sport per giovani turiste inconsapevolmente ammiccanti, incontreranno a breve qualche cresta muscolosa con un bastone, da selfie, il passo delle signore aspiranti incontri ravvicinati e iodio a pieni polmoni è troppo veloce per attirarmi, si bruciano grassi e possibilità, cerco il massaggio sabbioso ruvido e umido sui miei piedi nudi, sperando che Venere esca dall'acqua, osservo senza interesse amiche tatuate, signore scostumate, lati B da serie C, dal mare non arriva alcuna sorpresa, sono, come i gabbiani, a caccia.
Si dice usi e costumi, in effetti dai costumi (e dai pezzi di costume) si potrebbe capire quasi tutto, anche dagli occhiali da sole e dai cappelli, camminano affiancate, i passi coordinati come gli accessori, trucco leggero, il bagno può attendere, oppure nuoteranno come papere, la testa fuori dall'acqua, onde permettendo, lei, invece arriverà da sola e solo per me, uscirà bagnata dall'acqua e ci guarderemo.
Come nella mitologia sarà generata dalla schiuma, un monte di Venere dal mare di Venere, io ci sarò.
Cammino.
È aumentata la temperatura, con essa il numero di persone, il lungomare sta perdendo il suo fascino, io le speranze di trovarla, ho caldo, faccio un tuffo, mi allontano dalla riva e dalla gente, supero le creste delle prime onde che si infrangono trovando un fondale basso e discontinuo, ora le onde sono meno irruenti e più gonfie, mi ritrovo al largo trovando me stesso.
Sono guardato a vista, dal binocolo del salvataggio, so che tra un’onda ed un’altra non può vedermi e si innervosisce, la bandiera rossa potrebbe consentirgli di fischiare per richiamarmi all'ordine, evito l'umiliazione dirigendo la prua a terra.
Arrivo dove l'acqua e la sabbia si contendono lo spazio, ho nuotato troppo a lungo e non l'ho vista arrivare, eppure so che è passata, lo sento, vorrei poterla vedere sperando mi si accosti e non si scosti molto da quel che mi aspettavo, come farò, mi chiedo, poi abbasso gli occhi e mi è tutto più chiaro, mi ha lasciato un messaggio, inequivocabile, simbolo di rinascita e femminilità, la sua conchiglia, ed è come se mi avesse lasciato il suo numero di cellulare.
Riccione, Luglio 2015, Venere lascia sul fondale sabbioso il suo ventaglio dorato per M 50&50, una sorta di messaggio nella bottiglia, perché, come dice l’artista borderline che mi ospita, in una bottiglia e in una persona (ma anche in una conchiglia) non sai mai cosa ci possa essere veramente dentro, ma bisogna crederci, come i pellegrini sul cammino di Santiago.
M 50&50
..bellissima la venere del "caratelli"
RispondiEliminaVin Santo, San Giacomo, basta crederci
RispondiEliminaaspergere il tempo così è di vino..cmnq tutto aposto..lo
RispondiEliminaMeno male, questi giochi di parole stavano diventando un solitario...
RispondiEliminahai trovato un altro onanista mentale ...con tanta i..magenes..ione
RispondiEliminaEcco dove posso andare col babbo una di queste sere, cotoletta e bollicine nella nuova veranda.
RispondiEliminaottima idea..ero li oggi....ciao e alla prochaine fois... gras
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