martedì 11 gennaio 2011

Il tè delle cinque.

- del Guardiano del Faro -

Il controllore sale sul regionale per la Versilia alla stazione di Diano Marina trenta secondi dopo che la ragazza con la lunga coda di cavallo e gli occhiali scuri prende posto nella mia medesima carrozza. Non vedo grandi motivi perché debba tenersi addosso occhiali così scuri, la gioventù e la giornata piovosa non li giustificherebbero. Il controllore non è di molte parole, un gesto, quello basta per far capire il suo senso di stare al mondo, sentirsi importante ed eventualmente punitivo nei confronti di viaggiatori che dormono, svegliargli per forargli un pezzo di carta pagato tre o quattro euro. Il suo piccolo mondo vuole che sia rispettato. Lo chiede a tutti poi vede lei, infreddolita e bisognosa di tutto, stivali alti di pelle, collant grigio fumo, massimo 24 anni, italiana di idioma, corta di gonna e di gamba, nera in tutte le sue espressioni, salvo per quei trenta grammi di seta bianca svelati sotto il piccolo giubbotto nero. Anche oggi al lavoro gli domanda lui? Lei non risponde. Lui insiste: nonostante la pioggia ? Niente foratura a lei penso io, fiscalissimo per un attimo…niente foratura infatti, nessuna verifica . Sarà abbonata? Sarà abbonato?


Facesse la bagnina ad Alassio credo che alcune difficoltà le avrebbe incontrate perché il mare saliva al budello ieri, al giro vita della città. Freddo e pioggia, un tè caldo ci vuole proprio. Un tè al Palma, snobisme oblige, un tè al gintonic, quest’uomo è sempre avanti. Poetico verso l’altrove, critico verso il locale, che anche un Foscolo arrivato dalla coerente denominazione Golfo dei Poeti non può esimersi dall’assemblare una poesia di tocai ligure con vermentino e bosco per arrivare in tavola al Palma.

Ma quanto è dolce quest’uomo che mi porta quattro petit dessert per chiudere il pranzo. E quanto il vegetale l’ha attratto quando ha deciso che barbabietola frutti rossi e cereali potessero diventare un vero dessert anche per i non vedenti. Ancor di più se tra una zuppetta di scalogni piccantina e un etereo fritto di carciofi ci infila addirittura una cubettata di testina di vitello in cassetta e palamita marinata, così perché lo sa ormai da tempo che è il suo vegetale che comanda. Il resto è per texture. Ostrica panata, cipolle candite e salsa Roquefort è invece una piccola grande cosa. Baccalà , ceci e sanguinaccio è un colpo di genio raro da Barcellona ad Amalfi. Il calore di casa in un ciuppin confidenziale, poi un tenero omaggio a papà ed altre belle cose, vuole bene a tutti Massimo Viglietti, non ha più senso un sentimento diverso, anche a me , mi è andato addiirittura a scovare un tè che sappia di gintonic per curarmi dalla dipendenza.



Ciuppin di pesci e crostacei con gamberone fritto


Zuppetta di scalogni al peperoncino, testina in cassetta, palamita marinata e carciofi fritti.


Ostrica panata su cipolle candite e salsa Roquefort.


Lenticchie di Puy, capasanta spadellata, uovo di quaglia e caviale.


Baccalà con patate, ceci e pinoli in salsa cremosa di sanguinaccio


Scaloppina di rombo alla Giulio Cesare.


Passata di barbabietola rossa, mousse di frutti rossi, corn flackes.


Krafen alla crema, gelato di lavanda, scoppiettino alla frutta secca e panna cotta...



Ristorante Il Palma
Via Cavour, 5
Alassio
Tel : 0182 640314




3 commenti:

  1. Miiiii
    Commovente.
    Un saluto all'ottimo Viglietti.

    "Robin"

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  2. stuzzicante assai, ma che vuol dire "alla Giulio Cesare" ?? :-)


    Al.

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  3. se ho ben inteso si tratta di una definizione di fantasia usata già da papà Viglietti qualche decennio fa per definire una salsa di pomodoro simile ad un'Amatriciana, ma senza formaggio, qui associata da una pasta corta ed un bel trancio di pesce in padella. Alla carta, ma qui non c'è carta ma due menù, dicevo, in teorica porzione alla carta potrebbe diventare un grintoso e completo piatto unico.

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