Eccomi con il mio primo pezzo dell’anno e come non dedicarlo
alla mia Cesenatico?
Ormai lo avrete capito che è come una casa per me, quindi
avevo proprio voglia di vederla vestita di natale e in inverno.
Due giorni, che sembrano uno la fotocopia dell’altro, ma
solo per l’insegna dei posti che scegliamo per sederci a tavola e che non
dovrei nemmeno dirvi perché ormai sapete quali sono. Per tutto il resto sono
pagine ed emozioni diverse, che quindi ora vi racconto.
Ci accoglie la nebbia all’arrivo, ma il fascino che ha il
canale leonardesco anche così è indescrivibile. Dalla nostra camera poi lo
vediamo praticamente tutto ed è magia.
L’ora è quella di pranzo quindi due passi e siamo al Quinto Quarto – piadina e affini. Ormai
è un rito di autobervenuto. Mi trovo un po’ persa però. Non c’è più Mary, Sauro e quando vado alla cassa e mi dicono che anche il Revì Trentodoc non è
più in carta. Ho un momento di smarrimento. Già penso alla prossima estate, con
il ricordo e la nostalgia di quella passata e loro che mi facevano compagnia
praticamente ogni sera. Come farò? Prendo il telefono e gli mando intanto un
saluto, così riesco ad archiviare per un attimo il pensiero triste e da
lacrimuccia.
Mi concentro poi sull’appagamento a tavola. Sempre bello
ammirare la preparazione a vista delle piadine e affini e sentirsi avvolti dai
profumi mano a mano che gli ordini avanzano.
Io parto un po’ light, non è da me vero? Già, ma avete
capito il mio stato d’animo.
Scelgo la griglia
tra i piatti della carta invernale: calamari nostrani e radicchio di Treviso
IGT, con piadina vegana. Ma poi ritorno in me con la piadina dell’arrivo, la Parmiciana: parmigiana di melanzane,
crudo e basilico, impasto integrale.
Griglia
Parmiciana
Necessito ancora di coccole e quindi andiamo in uno dei nostri
negozi preferiti, Riganti abbigliamento, lasciandoci
tentare come sempre con lo shopping, anche terapeutico perché voi non potete
nemmeno immaginare il mio trauma. Avevamo resistito quest’estate, ma non
potevamo chiudere l’anno senza una visita.
Arriva la sera e il canale s’illumina d’immenso.
Si accende anche il presepe
della marineria, uno dei motivi per cui ci siamo regalati questa
breve vacanzina romagnola. Meraviglioso. Poi romanticona e sentimentale come
sono io mi sciolgo davanti a certe cose e rimango incantata come una bambina,
senza voler più venir via. Infatti vado più e più volte per godermelo da ogni
angolo.
Ora di cena. Ora di suonare al campanello di Enrico Spada, all’Osteria
da Beppe, definito da un suo collega e amico comune “uno dei
migliori osti della Romagna”. Mi unisco, estendendo il complimento
oltre confine territoriale.
Dopo averlo scoperto, purtroppo solo quest’estate, ormai è
uno dei miei posti del cuore. Una casa, in cui entri e non vorresti più uscirne
tanto ti fanno sentire bene.
I romagnoli hanno una marcia in più e ogni volta è difficile
separarmene e dover tornare. Prima o poi mi trasferisco qui.
Di questo posto vi ho già raccontato anticipandovi che il
lavoro più intenso per loro inizia da settembre e per tutto l’inverno, periodo
in cui aprono addirittura anche a mezzogiorno.
Pochi turisti, tanti locali e affezionati, e noi.
Cambia la stagione ma non il resto. Il padrone di casa ogni
giorno batte l’asta del pesce al mercato ittico aggiudicandosi il miglior
pescato locale che poi porta in cucina e quindi racconta a tavola, nel menù che
non potrebbe mai essere scritto. Se vedete qualcuno che lo chiede non
puntategli gli occhi addosso, sarà entrato per caso quindi perdonatelo.
Alessandro Serra
in cucina e Manuel Mazzotti alla
griglia pensano poi a trasformare il tesoro, che scoprono solo all’arrivo, in
piatti molto diretti e semplici che valorizzano al meglio la materia prima con
le diverse tipologie di cotture, magistralmente eseguite.
Abbandonatevi a una degustazione che preveda un assaggio di
ogni preparazione, come abbiamo fatto noi.
Partiamo con il crudo che esalta la ricchezza e sapidità del
pescato esplodendo in bocca: carpaccio di sogliola, tonno in carpaccio e
tartare con pistacchi e capperi, scampo, gambero, granchio e canestrello.
Crudo
Poi è tempo di conoscere anche un nuovo pesce autoctono, il
moletto, perfettamente pulito, leggermente grigliato e servito su una patata
schiacciata con olive taggiasche. Un filo di olio crudo. Wow.
Moletto
Un arcobaleno di colore e sapore la triglia con le bietole
variopinte.
Triglia
Proseguiamo con un piccolo assaggio di primo, la metà della
metà, perché vogliamo concentrarci sul cuore del locale senza però privarci del
piacere goloso: lasagna di baccalà e carciofi, con besciamella delicatissima
allungata con fumetto di pesce.
Lasagna di baccalà e carciofi
Assaggio anche di fritto. Strepitoso. Fatto al momento. Caldissimo,
croccante fuori e morbido dentro. Comme il faut!
Fritto
Poi ancora baccalà. Non obiettate sul fatto che non sia
pescato autoctono, perchè per le feste è d’obbligo e io lo adoro, tanto che lo
riprendo nonostante l’assaggio precedente.
Mi dicono che è cotto alla griglia ma è talmente morbido,
succoso, delicato che sembra quasi al vapore credetemi. Applausi.
Baccalà
Chiudiamo in dolcezza con gelato e cannoli di cialda con
crema chantilly. Sempre per golosità.
Cannoli di cialda con crema chantilly
Fine. Buonanotte a tutti e vigilia sia.
Giretto a Riccione in mattinata e rientro per pranzo, tarda
ora perché c’è Omar Casali in cucina
e quindi vogliamo approfittarne per salutarlo e stare un po’ con lui.
Prima mangiamo. Solita doppietta. Inizio con la Roll Marè che vi consiglio: baccalà al
latte, broccoli e olive taggiasche. Proseguiamo poi in semplicità con una piadina
integrale con crudo San Tommaso – Del Vecchio, che come sapete è servito in
cartoccio di carta oleata e a parte.
Roll marè
Crudo
La materia prima fa sempre la differenza. Mezzogiorno e
sera. Motivo per non cambiare.
Tiriamo pomeriggio a chiacchierare con il cuoco. E’ un
piacere immenso e uno dei momenti più belli che completano il piacere della
tavola. Quali saranno le novità per questo 2019?
Luca Zaccheroni
cosa starà ideando? Lo scopriremo ma intanto in bocca al lupo a prescindere.
Passeggiata sul molo, con un cielo diventato limpido e con
il sole e sosta per un saluto in un altro dei miei negozi preferiti. Macrì Home. Un abbraccio alla splendida
padrona di casa, circondata dall’atmosfera natalizia del negozio, e rientro in
camera.
Cena della vigilia. Enrico ci trova un posticino quindi
perché cambiare?
Andiamo sul tardi ed è una cena meravigliosa, non solo per
quanto degustato, ma anche per un resto fatto di cuore e passione che ho letto
negli occhi e nel lavoro di tutte le persone che collaborano qui.
La dolcezza di Rebecca,
la simpatia e allegria di Luigi, la
professionalità e garbo di Marco,
che d’estate troverete al Marè
al bar. Sapete cosa risponde alla mia domanda su quale tipologia di lavoro
preferisce tra i due? “Mi piace
dedicarmi alle cose”. Un ragazzo così giovane che mi dà questa risposta mi commuove.
Mi avvicino pian piano alla cucina fino ad entrarci per scegliere come proseguire la cena, guardando il pesce del giorno,
ascoltando i loro suggerimenti ma lasciando poi fare a loro.
In tutti trovo un sorriso contagioso e un coinvolgimento
davvero unico.
Come potevamo cambiare posto per il primo brindisi di
natale?
Ho scritto tanto e forse vi ho persi. Quanti saranno i
temerari che arrivano fino alla fine?
Vi racconto brevemente in scatti la cena prima di salutarvi.
Una parola in più invece la dedico al piatto di benvenuto: monfettini in brodo di seppia. Che
pieno di sapore, tradizione, tipicità. Senza tempo. Ti penetra nel cuore e
rimane indelebile in un #lontandatenonsipuostar.
Vapore
Gratinato
Padellino
Pacchero, pomodoro, mazzancolle e maggiorana
Soaso alla griglia
Pera volpina con crumble di cioccolato e gelato
In abbinamento
Baci, abbracci, brindisi, auguri. Buonanotte, buongiorno e
partenza.
Arrivederci Cesenatico. Ho fatto il pieno ma so che si
esaurirà presto per il desiderio sempre più forte di ritornare.
“La felicità è quella cosa che si moltiplica nel momento in cui viene
condivisa.” Paulo Coelho
Auguri di buon anno e felicità.
Michela Brivio
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