- Silvia Vecchione -
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“Ti prendo un calice di champagne”: meno male che di senso pratico ne abbiamo…io ero addirittura senza ombrello. Onorata di aver ricevuto l’invito, accedo alla nobile residenza coloniale. Il mio sguardo si perde sulla collezione di mappamondi: vorrei sentire i racconti di terre lontane. È sera, ma rimarrei con piacere anche domani, almeno fino al prossimo rito del tè; so che la risposta sarà sì, mi sento ospite gradito stasera all’Hotel de La Ville Monza. Stia con noi.
La festa del 6 settembre ha celebrato i sessant’anni di gestione della famiglia Nardi, che guida l’hotel con passione e dedizione da quattro generazioni. Un lussuoso palazzo storico, una prestigiosa dimora aristocratica la cui bellezza è stata tramandata negli anni con la cura più rispettosa. Le collezioni di argenti, porcellane, specchiere, dipinti, rari libri e stampe nobilitano l’ambiente e ne plasmano la personalità, calda e avvolgente. Un’eredità artistica di ricordi preziosi che oggi è sapientemente custodita dai Fratelli Nardi, i quali, protettivi nell’affetto e ispirati di visione, la prendono per mano e la accompagnano a vedere il futuro. Un ambiente dove si sta bene: lo confermano la gestione pluriennale di una famiglia illuminata e il personale che non cambia, non va via, perché viaggiare stando a casa è un lusso, soprattutto con una vista così.
Ai muri, su per le scale, una collezione di orologi: forse perché, quando si dissolve lo spazio, nel viaggio, si dissolve anche il tempo, cancellando distanze e fusi orari; li si può avere tutti lì, uno affianco all’altro, i cinque continenti, se la testa ha fantasia e il cuore ha coraggio. “Lo senti il profumo?”: intrigante, sì; curioso, anche; vivace e ammaliante, sempre; ma stavolta non si parla del mio: l’essenza proviene da La Veranda, il nuovo spazio che, inaugurato proprio in occasione dell’anniversario, è diventato elegante estensione del ristorante Derby Grill.
Il tacco dodici si posa su un pavimento in bamboo indonesiano: di esotico, oltre al profumo, c’è l’anima di un ambiente che è instancabile cantastorie. Alla prima forchettata è svelato il mistero: intrigante, curioso, vivace e ammaliante è il riso venere speziato, spadellato con ortaggi di stagione e stracciatella di burrata.
Un breve saggio per presentare la cucina dello Chef Fabio Silva, equilibrio di eccellenze dove la più autentica tradizione lombarda incontra, ammorbidendosi sublimemente, la mediterraneità delle origini campane: la selezione di insaccati è locale, firmata da Marco d’Oggiono; tra i finger food, mozzarella di bufala con perlage di basilico e pomodoro candito. Ostriche d’Irlanda, Normandia e Marennes Oléron rendono omaggio all'Atlantico. La mousse di fondente Domori al frutto della passione, caramello sapido e croccante al grue di cacao è da assaporare a occhi chiusi, col sorriso di chi è partito sognando il Nuovo Mondo.
Sarà stato l’abito di seta ambrata (visto che il primato del profumo non era il mio) ma, poco importa, mi sono conquistata l’invito a restare ben oltre il rito del tè, per partecipare al nuovo Brunch in veranda. Stia con noi e non dico di no: chissà che, magari, tra la bellezza, il viaggio e i viaggiatori, qualcuno sappia svelare a me stessa il mio preziosissimo segreto.
S.V.
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