domenica 29 giugno 2014

I sogni nel cassetto della memoria...

- Marco 50&50 -

Ho aperto un cassetto per cercare una camicia pulita da mettere a cena ed è sgusciato fuori un sogno, poi, uno dopo l'altro sono arrivati i ricordi, mi sono infilato nell'ordine, in una tee shirt e nelle porte dell'ascensore ma ho lasciato aperto il cassetto della memoria così ho portato i ricordi a cena con me, romagnoli come i piatti, se fosse una coincidenza l'avrei persa, così come i ricordi  perché non esiste coincidenza che ti dica a che ora arriva né un ricordo che se ne vada per sempre, il passato è dietro ma anche dentro.


All'epoca dei fatti, un ragazzino piemontese, pranzando alla mensa scolastica, pronunciò la frase che sarebbe passata alla storia come la sua prima critica gastronomica: questo vitello tonnato manca di acidità, ma il Guardiano del faro era solo uno sceneggiato...

...la piada crudo e squacquerone non l'avevano ancora inventata e un altro ragazzino all'ora della merenda usciva dalla spiaggia, attraversava lo stesso Lungomare dal quale sto scrivendo, comprava tre piade vuote e tornava dai suoi genitori con un numero dispari di spicchi, la cresta gastronomica.


Era partito da Milano con destinazione Marittima, il mare, la pineta e le saline i confini naturali della cittadina famosa per il suo sale dolce tanto che alcuni lo servono come dessert. Avrebbe preferito la più nordica Sottomarina collocata geograficamente in una posizione comodamente passiva o Lido di Classe dove avrebbe potuto incontrare una francesina con un bel paio di tette e di Chanel, seguendo la scia del suo profumo.

Mentre il ragazzino piemontese imparava ad adattare passo e respiro sui sentieri della Valle, acquisendo fondo, regolarità e perseveranza che gli sarebbero servite per dare una cadenza giornaliera all'animaletto texano...

...un altro ragazzino guardava il grattacielo di Cesenatico dal balcone della camera del suo albergo di Cervia.


Solo qualche giorno dopo il ragazzino piemontese era seduto in prima classe con la prima della classe che gli aveva fatto copiare il saggio sul poeta dall'accento inglese. Convincerla ad accompagnarlo a Cesenatico promettendole ripetizioni di educazione fisica abbinate ad una condotta esemplare che non avrebbe mantenuto era stato uno scherzo, il destino ci aveva messo una buona parola

Quello stesso giorno un altro ragazzino mezzo toscano stava  correndo da Cervia in direzione di un grattacielo sul mare per raggiungere il suo obbiettivo, Cesenatico, dove solo qualche anno più tardi sarebbe tornato per inseguire i riccioli biondi di una ragazza milanese con la erre alla francese.

L'undici luglio ottantadue il ragazzino piemontese aveva portato una francesina a Madrid ma dopo le conchiglie di Santiago le aveva svelato che il vero obbiettivo era il Bernabeu


Ieri siamo usciti dal Mondiale, dalla finestra della mia camera d'albergo il grattacielo di Cesenatico sembra, come allora, vicino, oggi di corsa non potrei farcela per cui lascerò correre i ricordi. I riccioli biondi con i quali condivisi Cesenatico divisero con me una camera d'albergo pagata con i biglietti di una partita di Italia novanta.

Quando alla reception ci chiesero "i signori quanto si fermano?" guardai distrattamente l'orologio col datario poi a lungo lei, di sanissima costituzione, "almeno un paio d'ore" risposi.

Quella sera finimmo la serata alla Champagneria, una modella seduta al tavolo accanto beveva Krug Rosé con un ragazzino piemontese.

M 50&50

2 commenti:

  1. E' proprio il caso di dire che i ricordi superano sempre i turni eliminatori, approdano all'eliminazione diretta in souplesse, se la giocano ai tempi supplementari coi rimorsi, arrivano ai rigori coi rimpianti...e perdono. Per poi qualificarsi belli pimpanti per un nuovo Grande Torneo. Perdenti ma affidabili.

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    1. Così mentre la mia quota rosa si è innervosita mentre avrebbe dovuto capire che il pericolo, se c'è, potrebbe arrivare da una verità celata piuttosto che da un racconto verosimile, mi trovo a sorridere un po' meno solo...
      Grazie
      M 50&50

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