martedì 26 giugno 2012

L'uomo in blu


- del Guardiano del Faro -

Come si crea un personaggio? Per creare un personaggio nuovo bisogna partire da zero. Ovviamente si, certo che si! Penserà qualcuno, e se no come diversamente? Ma non è così semplice creare un personaggio quando questo esiste già, e le sue derive e i suoi profili naturali emergeranno saltuariamente in mezzo ai flutti dei discorsi, come piccoli scogli in un mare agitato.

Quindi azzerare carattere e fisionomia non è così semplice, neanche sul web, dove con un nick name, un avatar e uno stile di scrittura diversa, argomentazioni diverse e approccio ai dialoghi diversi si può già ottenere un buon risultato. Un po’ come fanno gli scrittori di romanzi, che non possono certo interpellare venti persone diverse, o osservare venti persone diverse ore ed ore per delineare prima i contorni e poi l’interiorità di ogni personaggio. Un lavoraccio. Più pratico “clonarsi” in casa in venti persone diverse e volendo, riversarle sul web, come si fa su molti blog o forum per attirare altri personaggi “veri” da coinvolgere proficuamente nelle discussioni. Quelle che io chiamo “sfaccettature di personalità”

E fin qui, fin che si resta in digitale ce la possiamo fare abbastanza agevolmente. La galleria ne è ormai piena, anzi, il gioco psicologico da portare avanti ora sarebbe il contrario, e  cioè cercare di smascherare i doppioni. La maniera di scrivere, il senso dell’opposizione o di approvazione ai soliti argomenti sono già un segnale. Da quel punto, basta una piccola o grande provocazione, magari costruita ad arte da un altro doppione e il doppio gioco sarà  presto svelato.

Ma farlo fisicamente, rinascere, inventarsi di nuovo a metà della vita è molto più complicato; per tentare di farlo l’asticella bisogna alzarla tutti i giorni, e anche di parecchio. Per mettere in atto questo gioco affascinante bisogna - tanto per cominciare - cambiare città, ma non scegliendo una grande città, dove il nichilismo consentirebbe di rimanere solo anonimi più che nuovi e misteriosi. Bisogna calarsi in una città di dimensioni medio piccole, poco turistica e dove il provincialismo è nel tessuto sociale prima ancora che nella testa dei suoi abitanti.



Ma chi sarà mai quell’uomo in blu? Doccia, accappatoio, verifica addominali, taglio di capelli corto e regolare, gel morbido, basetta corta, barba azzerata, camicia con riga rossa, cravatta blu, completo blu, cintura blu, scarpa blu, calzino blu, orologio con cinturino blu, col quadrante blu,  occhiali trendy, coupé blu.

Ma nevica, quindi meglio a piedi, con cappotto blu. Portici, chilometri di portici, a est, a ovest, a nord, a sud; e ritorno, incrociando centinaia di persone da fissare tranquillamente negli occhi senza timore. Ma chi è quell’uomo in blu che fino al giorno prima non c’era? Boxer a righe blu dalla commessa curiosa, poi un Martini, due Martini da un barman curioso. Poche parole, il gusto del mistero, la nascita del personaggio, un sorriso accennato invece di una risposta; un altro bar, la richiesta di un vino strano ed un commento forbito, la curiosità di chi inizia ad avvicinarsi, uomini e donne.

Ma che farà mai quell’uomo in blu? Il locale notturno vissuto dallo sgabello del bar, senza dar confidenza a nessuno, anzi no, a lei si, a lei che è nichilista si, perché anche a lei interessa per motivi suoi avvicinarsi all’uomo in blu. Comincia ad essere trendy farsi vedere con l’uomo in blu, ma anche quell’altra accorcia le distanze, ma vuole sapere troppo: l’uomo in blu sorride e se ne va. La prima invece regge il gioco, alza la posta, ma non fa questioni, si accontenta di rivedere l’uomo in blu senza cercarlo.

Sembra tutto casuale ma  è tutto voluto, e il gioco si fa tosto. L’uomo in blu e una donna ambigua quanto riservata: si, è la spalla perfetta. Il barman prova ad aprire il dialogo approfittando del terzo Negroni dell’uomo in blu, e qualche cosa ottiene, qualche messaggio se lo lascia sfuggire, emerge uno scoglio del personaggio precedente. Bisogna cambiare bar, cambiare zona, ma anche da quell’altro i clienti sono sempre gli stessi ormai, i ristoranti li ha girati tutti, i vicini di casa stanno prendendogli le misure, fino ad arrivare a qualche verità precedente, anche la spalla femminile scricchiola , comincia a pretendere qualche cosa in più.

E allora lui fa un ultimo giro in completo blu, si riguarda tutto il film che si è inventato a velocità tripla, guarda tutti senza salutare nessuno, ma dentro di se lo sta facendo, sta tirando le somme del suo fallimento,  la rivincita sul provincialismo, sfida tentata ma persa. Prende atto, va a dormire, il mattino dopo si alza molto presto e molto sudato, una doccia non basta, la valigia è già pronta, la stazione è a due passi, e un momento dopo l’uomo in blu non c’è più!

- gdf -

4 commenti:

  1. Il contatore dice che questo è il post numero 700 sul blog degli armadilli.
    Così, ve lo volevo dire, senza nessun altro motivo, proprio da ragioniere.

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  2. Domenica spegniamo le candeline...?

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  3. 700... o 007,
    sempre con lo stile di un uomo un blu !

    u gianchetto milanao

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    1. ... sapevo che NON saresti rimasto indifferente al fascino di quelle scarpe blu Klein...

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