sabato 27 dicembre 2014

Io vivo adesso







By L'Apostolo

­­­Il giovane lacrimava di fronte ai discorsi dei vecchi, che solo di vicende passate sapevano dire, storie di guerra e di fame, di precaria vita, di ignoranza, di vita breve, di pance vuote, di analfabetismo, di malattie da mezza vita, di una tv per ogni cinquanta persone,  di mezzi di comunicazione e di trasporto di gruppo, e dove per poter uscire con una ragazza dovevi chiedere il permesso alla Famiglia, andandola a prendere in bicicletta, dove il catechismo era sostanzialmente obbligatorio, dove la domenica si doveva andare in Chiesa, dove se puzzavi di benzina voleva dire che avevi una macchina, o una rara motocicletta

Il secondo vecchio, un po' meno vecchio, raccontò invece di un'altra epoca, dove le mancanze e le carenze erano diverse; un'epoca comunque vecchia per il giovane, un periodo storico dove non c'era l'autovelox, dove non c'era l'obbligo delle cinture di sicurezza, dove non c'era l' alcol test, dove la Mercedes e la Bmw cambiavano il modello solo ogni sette anni,  dove non c'era il casco da mettere sul motorino, sul quale ci potevi caricare anche la ragazzina capelli al vento, dove nessuno te lo poteva menare per telefonino ma con due gettoni a doppia scanalatura ne conquistavi tre, dove i bot rendevano il 13 per cento e la borsa anche molto di più , dove se andavi in banca ti dicevano grazie e non vaffanculo, dove in discoteca si poteva fumare, e incredibilmente anche al cinema, dove le proiezioni valevano la pena di esser viste. Gli statisti si chiamavano Mitterand, Thatcher, Craxi, Kohl, Gonzales ... e se gli chiedevi un posto di lavoro, potevi anche sceglierlo.

Il giovane lacrimava ancora di più a questo punto, lui, che poveretto vive in un clima moderno, quello del proibizionismo, della raccolta differenziata, dove se beve un Campari e guida diventa un delinquente da emarginare, dove se guida in scooter si deve rovinare la cresta di gallo sotto il casco, dove la Microsoft gli cambia i programmi come le calze, dove sono le ragazze a verificargli le misure, dove se non ha il modello nuovo di smart phone is out, dove se ha preso una laurea è meglio che parta un minuto dopo per l'estero, dove le auto non si riconoscono più neanche dai fanali, dove se vuoi scegliere una guida hai davanti Salvini o Renzi, dove se vai in banca a chiedere una mano ti chiedono la garanzia della pensione del padre e del nonno, quelli che hanno vissuto, e che ti hanno raccontato come.

Io vivo adesso, cantava Max Pezzali, per consolarlo credo.

Mi dispiace ragazzo, pessima scelta, riprova più avanti.


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Cachaça Tatuzinho


2 commenti:

  1. Caro Apostolo,
    "noi che avevamo i 501 come jeans" siamo tenuti a darle una risposta perché il suo discorso è profondo quanto il mare degli scafisti, le cui onde vengono cavalcate da chi cerca di farsi interprete delle nostre paure e delle nostre speranze così come quell'altro tutto toscano, è fisiologico quel che ci troviamo nel piatto ormai vuoto dopo aver tirato le monetine agli statisti che, col senno di poi, il piatto, per lo meno, ce lo avevano sempre lasciato mezzo pieno...soluzioni nell'immediato, come lei, caro Apostolo, ci lascia capire, non ce ne sono e se l'egoismo ci porta a cercarle nel breve, le soluzioni, difficilmente opereremo da statisti con la esse maiuscola che cercano di migliorare poco ma costantemente in prospettiva...
    "Il nostro orticello" si riduce pericolosamente, abbiamo paura e facciamo le tartarughe, sperando non piaccia la zuppa...
    La saluto, Caro Apostolo, con un monito, senza per altro puntare il dito, nord sud ovest est, gli altri siamo noi

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