sabato 6 dicembre 2014

48 ore di lievitazione




Marco 50&50

I sequel difficilmente danno la stessa soddisfazione dell’originale, eppure vorrei avere ancora 48 ore…



Ho lasciato passare quarantott'ore, la mente è fresca come la birra versata di fretta, in parte sul tavolo, dalla sorridente&maldestra cameriera.
Il tavolo è piccolo e la distanza ravvicinata con altri due malcapitati mi fa pensare che la gestione della sala sia in mano ad un pizzaiolo che non vuole ancora infarinarsi, eppure sono quasi le ventuno.
Il locale si riempirà, ma quando ci hanno fatto accomodare le alternative c'erano eccome, eppure sorvolo sulla scelta incomprensibile circa l’assegnazione del tavolo e sul fatto che cinque eurini a coppia per un coperto andrebbero spesi meglio.
Fortunatamente ordino la Marinara, nella foto d’apertura e in apertura di serata, la pizza base dimostrerà di essere all’altezza, offrendosi bollente, fragrante, profumata, forse leggermente indietro di cottura, accattivanti i pomodorini del piennolo conservati sotto vetro, strategico l'aglio presente ma seduto all'ultimo banco.
La Romana si presenta ma la stretta di mano non è di quelle che si ricordano, capperi olive taggiasche e acciughe di Cetara (ma delle acciughe c'è solo un accenno) sono posizionati unicamente al centro della pizza che è stata tolta dal forno forse con ancora maggior anticipo, probabilmente per consentire la cottura delle pizze ordinate da un paio di compagnie di bandiera senza bandiera ma rumorose come tifoserie allo stadio.
Sicuramente la pizza in questione, che risulterà bagnata in centro e sguarnita in periferia, non è stata guarnita né portata al tavolo con amore, la foto mi conferma le impressioni di Dicembre, ma forse ci sarà un motivo se la farcitura è stata circoscritta nella ZTL…



Allo stadio in cui siamo potrei (e avrei dovuto) fermarmi ma non ascolto il consiglio della quota e se a casa i calzoni NON li porto io, fammene almeno ordinare uno qui, penso tra me e me, ordino un calzone liscio sperando che vada tutto liscio, ma così non sarà.
Anche il calzone, forse sentendo caldo,  è uscito dal forno per prendere un po’ d’aria e non è più rientrato, così arriva al tavolo penalizzato nell'aspetto, nel profumo e nel sapore.
Le "punte" già di per se stesse più consistenti per poter assolvere il compito di chiusura erano "semicrude".
Probabilmente, anzi, molto probabilmente, se il pizzaiolo invece di assegnare i tavoli e stare in cassa avesse avuto voglia d'infarinarsi, le cose sarebbero andate diversamente, a meno che per evitare di bruciare le pizze e di finire nella lista nera sulla TV a colori, sia stato commesso l'errore opposto.



Di contro, devo riconoscere punti a favore, la temperatura di servizio, l'alta digeribilità, nessuna bruciatura (e ci mancherebbe), la qualità del pomodoro, non sono stato assalito da sete notturna e la Marinara alla fin fine mi ha convinto.

Prima di intingere il pennino ho aspettato quarantott'ore di lievitazione naturale, (quelle, si fa per dire, che sarebbero servite al calzone per presentarsi lavato&stirato e con la riga impeccabile) ho smaltito la pizza e il nervosismo, non faccio nomi ma non ripeterò l’esperienza dal pizzaiolo che non s’infarina.



A volte, Nick Nolte insegna, ci vogliono ancora quarantott'ore, vorrei averle anch'io...

…l’avevo conosciuta in discoteca, aveva un’amica con la casa al mare, lui la macchina, le tavole e, come me, 48 ore a disposizione…



M 50&50

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