martedì 2 giugno 2015

PIATTI SPAZIALI


  
Marco 50&50

Un tiramisù al tavolo tre con due cucchiaini.
Il servizio anche per stanotte è finito, pensò l’ex aspirante chef, oggi cuoco a tutti gli effetti, mentre sorseggiava l’ultimo caffè della notte o il primo del giorno dopo, a seconda dei punti di vista.
Accese la tv e la rivide, anche lei stava sorseggiando un caffè, in un’altra galassia.
L’aveva conosciuta davanti ad una birra, dopo qualche birra, scambi di sguardi, parole, energia, stesse sensazioni per una sera, il giorno dopo pianeti diversi, inevitabilmente.

Ciao, come ti chiami…
Samantha
E cosa vuoi fare da grande…
L’ astronauta
Ma è una professione da uomini, con quel nome potresti scegliere altre strade, altrettanto remunerative, restando con i piedi per terra.
Adesso che lo scettro di regina del focolare è passato quasi in pianta stabile nelle mani di voi maschietti resta più tempo a noi donne per poter scegliere professioni alternative e fare scelte diverse, per una vita meno casalinga e meno disperata, lasciando che le gambe ci portino dove vuole il cuore, altro che piedi per terra,  è proprio questo che non voglio, la terra mi sta stretta e in mare mi sento ancorata, desidero danzare liberamente, muovermi nello spazio, nel tempo libero posso sempre fare un salto nel vuoto e tornare a trovarti, se non altro per un’altra birra e per poter mettere qualcosa sotto i denti che mi riporti alle mie radici, che non siano radici, omogeneizzati o bistecche in pillole.
E tu cosa fai…
Il cuoco, aspirante
Ecco appunto.

Qualche anno dopo in una cucina del pianeta terra, si rese conto che entrambi avevano raggiunto i propri obbiettivi, volare, spadellare, modi diversi per star fuori dal mondo in un mondo a parte.
Mentre lui beveva un caffè dalla napoletana, Argotec & Lavazza avevano studiato e realizzato per lei speciali capsule per una capsula spaziale, c’erano voluti tre brevetti di alta ingegneria e tecnologia per poterlo fare in microgravità, si può rinunciare a tutto, agli affetti, al sesso, al cibo, ma non al caffè.
Lui preparava ogni giorno un menù diverso con quel che offriva il mercato, per realizzare i menù di Samantha erano stati necessari sei mesi di ricerche, prodotti termostabilizzati, disidratati che non vanno in frigo.
Forse un giorno non tanto lontano anche noi chef dovremo cucinare con i prodotti testati da Samantha, pensò, rabbuiandosi, poi, da solo, nella sua cucina riaccese i fuochi e senza alcun artificio sparò un fuoco d’artificio dei suoi, sperando che anche lei potesse vederlo, il suo piatto spaziale: Polpo, salsa pil pil, cipolla rossa ed erbette.



La foto del polpo spaziale è di Giuseppe Porzani, il piatto è dell’Antica Osteria Magenes, Samantha Cristoforetti sembra abbia lanciato su Facebook un lampo di riscontro.

M 50&50

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