martedì 24 febbraio 2015

Kinky



del Guardiano del Faro

Chi l'abbia così chiamato non lo conosco. Chi mi ha riferito il suo nome in uso per gli umani -l'user name- è un umano che come molti altri gli porta dei croccantini su per la ripida salita presidiata da Kinky.

Lontano dai frammenti dei dipinti degli impressionisti, per kinky i croccantini son cose che salgono dalla discesa e gli risolvono una giornata pigra, che comunque in discesa sarebbe, ruffiano ed accondiscendente con chiunque non sia carente di affetto e di una mano carezzevole.

Indossa la pelliccia invernale in questo periodo, morbida come in Kashmir, quindi poco, ma la fioritura delle mimose invita il suo istinto a liberarsene con anticipo.

Ho lasciato il sole picchiare forte sul mio viso, lui fa lu stesso, per assorbirne il calore. Ho lasciato penetrare l'energia fredda delle stelle nella notte del faro, lui anche. Chi è il gatto?

Rischia poco Kinky in quella posizione strategica al 22 % di pendenza stradale, dove i limoni che cascano maturi e precoci non danno il tempo a nessuno che non abbia avuto il coraggio di rubarli all'albero, o che sia stato così rapido da raccoglierli sul ripido finchè non verranno schiacciati da una auto sulla statale.

Rischia poco Kinky pur se piazzato abbastanza vicino all'uscita di una scuola elementare, dove umani di piccola taglia dalle menti molti elementari non esiterebbero a tiragli la coda e a maltrattarlo per andare incontro ai propri ormoni in crescita e alla proprie energie ancora da esplorare, sfruttando i loro corti arti per quadri astratti.

Kinky è piccolino, ma ne sa già abbastanza per alzare un occhio se è il caso, se scendere dal muretto assolato quando chi arriva ha un buon odore nel sacchetto, se no si prende il sole fino al tramonto invernale, orizzontale, piallato sul muretto. La pendenza della strada che ha scelto lo salva dal vento, dal freddo, dalla pioggia. In ultimo, dietro ad ogni possibilità terrena si tiene alle spalle una chiesa sconsacrata dove secondo me si rifugia a dispetto di ogni religione.

Cresciuto -poco- sotto la dottrina degli omogeneizzati per gatti e croccantini buoni anche per adescare i topi, kinky va in difficoltà quando vorrei condividere con lui una fetta di prosciutto o di un salame buono. Buono per me, che gli porto roba che non finisco solo per risparmiarmi il senso di colpa sull'etto finito.

Corre felice con la coda alta e dritta verso il basso, ma io gli chiedo con gli occhi dieci in metri al contrario, in salita. Lo fa, con il passo del gatto scazzo,  però, poi quando vede cosa c'è dentro dentro il pacchetto dubita: oltre ad essere gatto è anche ligure.

Mi guarda, poi guarda le fette, le annusa, si ritrae, come dire, belìn che gusti da camallo che hai, poi si riprende e lecca. Lecca le fette di prosciutto o di salame invece di attaccarle con decisione, con denti e artigli. Le unghie le riserva per i miei jeans, per dimostrare che sa suonare il piano a quattro mani, e anche fare ron ron a volte, retaggio di vero gatto.

Ma con insaccati diversi dai miei jeans, lecca e fa fatica a mangiare, cucciolo infinito, mai cresciuto, figlio di una generazione di omogeneizzati e di crocchette.

Non sa che cosa sia una fetta di salame cotto piemontese con una speziatura importante. L'ho deluso di nuovo, la prossima volta che salirò la sua ripida strada probabilmente resterà a dormir con un occhio chiuso, curandomi solo sperando mi sia modernizzato ed adeguato a quella che è l'alimentazione di un gatto contemporaneo, pur vivente in regime di semi libertà.

Di notte invece, con tutti e due gli occhi ben aperti e settati nella modalità scarsa luce, quella regalata dai rari lampioni, partirà comunque seguendo il suo istinto, andando a trafiggere lucertole e topini, lasciandoli poi li, morti davanti ai suoi zerbini di riferimento, senza sapere perché l'ha fatto, e senza possedere gli strumenti per mangiarli, aspettando che qualcuno apra la porta, o che salga dal ripido pendio e glieli venga a trasformare in una mousse, in polpettine o  in crocchette da leccare. 

gdf

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