venerdì 3 giugno 2011

Il Ponte di Avignone

- del Guardiano del Faro -

L'Eglise senza tetto vista Chateau della Chartreuse di Villeneuve Les Avignon, ma c'è anche il chiostro, gli affreschi, il giardino dei sentori, le celle , la sala dei morti e un sacco di altre cose indimenticabili.

Mi domandavo del perché di tutto questo traffico, del perché dei bouchon in autostrada, dell’intasamento degli agglomerati urbani di ogni cittadina provenzale attraversata, del cumulo di turisti stranieri incontrati nei locali. E soprattutto perché Radio Trafic continua a dire che questa giornata di metà settimana è una giornata a bollino rosso!
Me lo deve risolvere un Catalano residente nel Luberon l’enigma; mi dice , sganasciandosi dalle risate mentre mi butta in macchina due cassette di Roussanne vieilles Vignes de Beaucastel: alors, Robertò ! Est-Tu un Italien?
Comme ci comme ca Joseph.
Non fare il furbo!
A) Sei italiano , terra dei Papi, e quindi dovresti sapere che questo è il Ponte dell’Ascensione nella terra che fu dei Papi.
B) In Italia comincia anche il Ponte del 2 giugno, che dovrebbe essere festa nazionale dalle due parti, e molti italiani vengono da queste parti in questo tempo.
C) Il Festival d’Avignon è alle porte, e dunque il mondo sta arrivando.
D) La meteo ha annunciato Mistral e venti dal Rodano a 120 chilometri all’ora, pioggia a doccia e temperature in caduta libera fino a dodici gradi, dunque la gente prende la macchina per non finire nel Rodano vittima di un colpo di vento.
E) Ad Avignon questo non lo chiamano ponte, bensì viaduct.
Vedi che succede a vivere troppo borderline?
No Joseph, stamattina il tempo era bello chez nous, è arrivato dalla Francia il maltempo.
No Robertò, au contraire, da noi si dice che il maltempo arriva dall'Italia.
Joseph, la perturbation gira come il traffico sopra les Alpes, solo voi dite trafic perturbé, ma quanti la capiscono una segnalazione sui pannelli autostradali che di ce trafic perturbé?
C'est vrai il-y a beaucoup de trafic, ma tu hai proprio sbagliato giorno per venire qui.

Sempre nella Certosa

Hai capito , io pensavo che tutto questo movimento fosse dovuto all’iniziata raccolta delle ciliegie , delle pesche e delle susine, dei melon de Cavaillon, pensavo alla miglior riuscita del secolo dei melon de Cavaillon, una raccolta da ricordare nei decenni, da gemellare oltre che come ufficialmente comunicato dalle insegne con il comune di Langhirano, anche realmente a table. Invece altro che prosciutto e melone, qui c’è un tempo da capriolo e polenta caro Joseph, e mi dispiace anche per quel capriolo in difficoltà sull’Autostrada, segnalato dall’implacabile Radio Trafic in prossimità di Aix en Provence. Ma al di là del ponte di Avignon non va meglio anche agli umani, La Prieuré c’etait fermé a midi, accidenti , mi manca questa tacca Relais et Chateaux di la del Pont d’Avignon. Le bibbie non commentano altro in loco. Di la del ponte, ad Avignon, ho dato e ridato, e non sono mai stato ricompensato, quindi forse meglio anche la sola e umile forchettina Michelin di Villeneuve. Sotto i colpi furiosi di vento anche il cervello si copre di nubi : chiuso per ferie, solo una settimana, ma questa . C’è un Aubergine in mezzo al paese, di colore e di fatto. C’è anche una bellissima Chartreuse, spazzata dal vento e svuotata da ogni suppellettile ritenuta inutile. Gli oggetti andate a vederli al museo, incoronazione compresa, non fidatevi delle riviste, bisogna andare sul posto per capire come stanno le cose.
Mi resta solo e comunque un Aubergine a far da trait d’union tra Chartreuse e Museo, che , almeno questa, provenzale classica dovrebbe essere. E invece no, quando non è giornata il vento te lo dice prima da che parte sta tirando, e non sarà un semplice passaggio del ponte a poterne cambiare il verso. L’oriente a Villeneuve les Avignon, oltre il ponte, ma bastava anche meno per rompere la continuità con la città. Ancora una contaminazione inconcludente, salvo per cercare compromessi tra un vegan e un carnivoro in un insulso tema con-fusion salutista, dove carne e pesce sono egualmente mosci ed insipidi, dove le verdure non sono ne cotte ne crude, dove le insalate sembrano ben condite ma in realtà semplicemente macerate, dove l’unico filo conduttore è l’incolpevole seme di sesamo, distribuito a manciate su olive al forno, su salmone al forno, dentro una gelatina di pomodoro o fuori di un gateau di aubergine farcito da sbollito agneau.
Dove l’unica cosa con gli attributi è un Cote du Rhone a 14.5° gradi di alcool, ruffiano di naso e cattivo dentro. Pensare che in mattinata immaginavo di mangiare all’aperto nel cortile del Prieuré, ma con questo vento non sarebbe rimasto attaccato neanche il prosciutto ad una pizza. E’ ormai impossibile per me fare cose che non coincidano con quello che penso, il rifiuto mi porta a crisi di rigetto immediato, le conseguenze sono importanti, forse, solo per chi le subisce, ed è quindi semplice per me risolverle senza strascichi. E allora andiamo a mangiare una pizza stasera, senza vento che gli stacchi il prosciutto, ma purtroppo anche quella senza senso, cattiva di impasto e di ingredienti, cattiva perché anche quello che immaginavo fosse ancora un buen ritiro per chiudere una giornata complicata mi ha tradito, si è abbagasciato si direbbe in lingua, termine tratto da bagascia, professione che reputo più etica piuttosto di quella esercitata da centinaia di ristoratori, che poco ristorano e molto lasciano incompiuto.


Villeneuve Les Avignon:
L'Aubergine, 15 Rue de la Republique.
Raccomandato se proprio è tutto chiuso.

Poi c'è da vedere La Chartreuse, La Tour de Philippe le Bon, pardon Philippe le Bel, l'Abbaye St.André, ecc

- gdf -











Ma non dimenticherei il Museo Luxembourg, perché l'incoronazione vale il viaggio.


Chissà quanti caprioli hanno fatto a pezzi qui sopra.

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