martedì 7 giugno 2011

Coca e Rum (prima parte)

-gdf-

Una sorta di atmosfera Woodstock caraibica spostata nei colli piacentini dove ti aspetteresti, in mezzo all’oltre mezzo migliaio di partecipanti, di incontrare gruppi di sessantottini con pantalone a zampa di elefante, giacca con le frange, college col ventino , Rayban e capelli unti raccolti con l’elastico. Dove invece dei suv e delle allroads da fango, in vigna ti trovi una Cadillac cubana a far capire come stanno le cose. Bicchiere in mano e via, tra cose buone (non poche) e cattive (parecchie) . Protagonismo e protagonisti subendo l’allure del padrone di casa per un giorno e una notte, che si muove agilmente per il cascinale come fosse un intrattenitore per crocieristi munito di performante microfono . A…A…A… prova microfono? No, AAA triple A , messaggio subliminale fatto passare insieme ad un listino con le offerte speciali convention day . Velieristas, Tripleistas. Slogan e neologismi caraibici a ricordare un’appartenenza, un legame, una familiarità . Solisti e gruppi si alternano nella loro esibizione al tavolo, strumento più gettonato? L’Ovarius, artisti artigiani agricoltori disponibili al duro confronto in attesa di qualche star come l’acclamato Movia che partorisce in diretta subacquea. La gente affolla ogni spazio. Sentori virtuali di vacche e di cavalli vengono distratti dal primo tuono. Non può mancare il solito acquazzone estivo, come al Caribe, giusto a metà pomeriggio, a raffreddare i bollenti spiriti che vanno già oltre l’aspetto etilico ma che non consente prematuri contatti sui prati pregni di acqua o fango. Gli armadilli, non so perché ma sono in black look. Why Black? Il Leader al Dente completa il poker con la quarta A e un look con pantaloni Calderoli mentre al microfono qualcuno si domanda non ci sia Berlusconi da Antigua . Le voci tendenziose sulle famigerate puzzette dei vini triple AAA non sono generalizzabili, esistono formaggi ben più espressivi sul tema, che convincono molti che in fondo la puzza è buona cosa se contestualizzata in una determinata situazione. Parte una opportuna base musicale seventy’s che rilassa le folle e le invita al bivacco sull’erba. Diventa un dejeuner sur l’herbe . Il solito francesita: ma perché i francesi sono sempre i più buoni? Steiner non era mica francese! Mi sorprendo della forza comunicativa che spinge centinaia di persone a distendersi sull’erba bagnata, protetti solo da un timido tappetino che filtri l’umidità e i buoni sentori del prato bagnato. Il bicchiere di bianco in mano, un pezzo di formaggio, del pane duro, dell’olio buono, del prosciutto salato , un inquietante prosecco arancione. Tripleistas! Velieristas! Venite a me! Il mondo non finirà domani, fidatevi, e non vi verrà neanche il mal di testa, catechizzatevi e vi salverete. Abbandonate le sintesi e la chimica, convertitevi, per il vostro ed il mio bene.


10 commenti:

  1. Marchio di marketing che per il momento ha successo, destinato naturalmente a finire come tutte le mode quando il numero di produttori bio e "sans soufre" crescerà esponanzialmente tanto da finire nel calderone.
    Allora diventerà necessario per loro modificare i margini di guadagno attuali da intermediario.
    Qualcuno ha già rinunciato come ben sai... P.P.

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  2. Grande!
    Manca un finale, troppo frettoloso.
    "fin ché l'alba non ci separi" titoli di coda e musichetta del Dittatore dello stato libero di bananas :-))
    R

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  3. Difficile in effetti che in questo catalogo, da cui ho attinto a piene mani comunque e dovunque ho lavorato,pensare di poter sostituire Raveneau, Guffens Heynen o Pacalet, che poi non so quanto integralisti potevano o possono essere tuttoggi considerati.

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  4. Satira e critica (con humor classic gdf) costruttiva , volendola capire. Se no fatevi una setta e statevene da soli a contemplarvi le puzze.
    Beppe

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  5. Il vino deve essere buono in primis , se poi è anche Bio è meglio . Per favore no tentiamo di fare passare difetti come puzze e acetiscenza come mali inevitabili per soddisfare il nostro palato . I bravi non puzzano .Augh ho detto
    Grande capo Asino seduto

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  6. Ma certa gente cos'ha al posto delle narici???
    B

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  7. Parafrasando Bocuse, esistono solo due categorie di vini : quelli buoni e quelli cattivi.
    All'interno della categoria dei vini buoni preferisco quelli lavorati nel rispetto dei principi biologici-biodinamici, perchè mi risparmiano il mal di testa, e non solo.
    Poi può succedere di incappare in una MILF 45enne di Meursault, targata Leroy Negotiant, molto chimica ma mooooolto buona, tanto buona

    Alberto Cauzzi

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  8. Finalmente un commento di buon senso lontano dal luogo comune che il vino naturale puzzi..
    bravo Alberto!

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  9. Alberto, mica è facile trovare Cindy Crawford (stessa annata del meursault) al tavolo.
    Non serve parafrasare bocuse per dire che ci sono vini che ti piacciono ed altri che non ti piacciono. ti faccio però notare che mentre andavamo a berci il meursault non riuscii a finire il discorso iniziato a riguardo di questo argomento, fui zittito prima.
    Continuerò a voce il discorso trito e ritrito.

    Cmq una cosa che ho sempre detto è che dei vini non mi piacciono le etichette: hanno tutte un sapore di carta con retrogusto di colla che non mi aggrada.
    F.

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  10. Attenzione Fabrizio, io non ho detto che ci sono vini che mi piacciono e vini che non mi piacciono! Ho detto che ci sono vini buoni e vini cattivi, che è un'altra cosa :)

    Alberto

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