domenica 9 maggio 2010

Il vino ROCK lo fa il vignaiolo R'N'R

P1010595.JPG.jpegQualche post fa si diceva che il vino è rock! e lo è anche grazie hai quei vignaioli che incarnano lo spirito del r'n'r: passione sfrenata con l'amore per quello che fanno che viene (quasi) prima di tutto. Del resto Corrado, come noi, dopo il lavoro è capace di sciropparsi migliaia di chilometri per assistere a un concerto.
Corrado Dottori con i suoi vini di La Distesa incarna perfettamente questo spìrito e gli Armadilli non possono che godere quando stappano una delle sue bottiglie. I suoi sono grandi Verdicchio, ma non solo. Abbiamo voluto conoscerlo meglio.
D: In che anno hai cominciato e qual'è stata la prima vendemmia che hai commercializzato?
R: La storia comincia nel '96,'97 e '98 con una serie di primi imbottigliamenti "hobbistici". Dalle proprietà che erano prima di mio nonno e poi di mio padre si produceva ancora un pò di vino sfuso fatto dal vecchio mezzadro e, avendo da sempre la passione del vino, mi sono buttato nella cosa. La mia prima vendemmia vera e propria (all'epoca abitavo ancora a Milano) è quella del 1999. Ma l'inizio vero e proprio è stato con l'annata 2000.
D: Quale è, e quando l'hai realizzato, il motivo che fare il vino sarebbe stata la tua passione?
R: Che il vino fosse una passione più o meno l'ho sempre saputo. Perché diventasse un mestiere c'era sicuramente bisogno di Valeria, mia moglie, perché la scelta di trasferirci a Cupramontana (dove peraltro sono nato) l'abbiamo fatta assieme e senza di lei magari sarebbe andata diversamente. E poi c'era il fatto che la città e il lavoro dipendente mi andavano sempre più stretti...
4184689719_fe04e6e220_o.jpgD: La scelta di lavorare naturale è stata sin dall'inizio o è arrivata in seguito?
R: Ereditando vigneti "convenzionali" il percorso verso il "bio" è stato meditato e raggiunto pian piano. Era una mia idea fin dall'inizio, ma partivo completamente da zero come esperienza e conoscenze e non ho voluto affrettare i tempi. Così anche in cantina c'è stato un progressivo lavoro di sottrazione. Diciamo che sui vini più da "invecchiamento" lavoro secondo un approccio naturale dal 2004. Dall'annata 2007 tutte le mie vinificazioni sono di tipo naturale (che poi ciascuno su questo ha la sua idea ma vabbé...)
D: Bietti nel suo recente libro 'Vini Naturali d'Italia' nota che le Marche è una delle regioni più interessanti per gli appassionati di vino, in particolare di quelli naturali. Da relativamente pochi anni consumatore di vini naturali devo dire che la tua regione per me è sempre stata legata al Verdicchio, magari nella bottiglia a forma di anfora. Ma si trattava di un 'altro' Verdicchio. Com'è oggi la situazione? Onestamente faccio fatica a staccarmi da La Distesa e quel poco che assaggio in giro difficilmente mi emoziona.
R: Il Verdicchio dopo la profonda crisi anni '70 e '80 ha vissuto un periodo di grande euforia negli anni novanta sulla scia di ottimi produttori come Bucci e Canestrari, oltre che a un discreto miglioramento medio di tutti i vini, anche quelli più "industriali". Oggi secondo me si vive nuovamente un periodo non felicissimo dovuto ad una grande standardizzazione. I vini della zona si assomigliano sempre di più e si ragiona molto secondo quello che richiede il mercato al momento. Si fa molta fatica a "leggere" l'interpretazione del produttore o la vigna di origine: personalmente se assaggio 20 verdicchio capisco forse prima l'enologo che la cantina o la zona. Il che la dice lunga... Trovo più stimolante in questo momento il sud delle marche, il Piceno. Su Montepulciano e Pecorino sicuramente oggi si casca meglio.
D: Joly definisce così i tre elementi che compongono l'armonia del vino: il luogo dove è piantata la vigna lo strumento, il vignaiolo il musicista e l'agricoltura l'acustica. Ti ci ritrovi in questa definizione? Qual'è il tuo rapporto con la musica?
R: Io in realtà quando mi getto in queste metafore vedo la vigna (e la stagione) più come uno spartito. La natura ci fornisce uno straordinario spartito che certamente poi il vignaiolo interpreta attraverso uno strumento, un mezzo, che è appunto la coltivazione, l'agricoltura. Non eccederei, però, in queste similitudini, nel senso che la musica è una disciplina del tutto particolare, misteriosa e complicata (Nietsche la considerava infatti l'arte assoluta).Per quanto mi riguarda la musica ha sempre rivestito un ruolo di primo piano. Mio fratello è musicista professionista, diplomato in conservatorio, laureato in musicologia e-chi-più-ne-ha-più-ne-metta. Da adolescenti non si faceva altro che suonare ed ascoltare dischi. Poi sono venuti i concerti. Grandi, piccoli, festivals, ecc. Con gli amici più cari la musica è sempre al centro dei nostri discorsi. E poi adesso c'è la rassegna estiva che organizzo nel mio agriturismo insieme a mio fratello, Musica Distesa, cercando di presentare gruppi e cantautori della scena "underground" italiana...
D: Personalmente sto notando un notevole miglioramento dei tuoi vini o se preferisci mi piacciono di più. Il Terre Silvate ed il Nur 2008, bevuti di recente, li ho trovati fantastici. Tanta freschezza e bevibilità per il primo quanto ricco di complessità ed emozioni il secondo. Al di là del millesimo credo che una crescita corale dei tre elementi sia innegabile. Quale canzone o disco abbineresti a questi due vini?
R: Ti ringrazio dei complimenti. Come dicevo prima, io partivo da zero (o quasi). Credo quindi che sia normale migliorarsi, ridurre gli errori, aumentare la consapevolezza di quel che si sta facendo. Anche una realtà piccolissima come la mia in realtà mette in moto una serie di scelte e di operazioni complicate, rischiose, difficili da gestire. Per quel che riguarda l'abbinamento, Marco Casolanetti, l'uomo del Kurni, ha abbinato il Terre Silvate 2008 ad "After the gold rush" di Neil Young in un libro bellissimo che si chiama Rockitchen. Non aveva tutti i torti, anche se a me piace pensare al Terre Silvate anche come ad un vino facile ed immediato, con quella leggerezza pop tipo certe cose dei Byrds o dei Beatles. Tipo "Ticket to ride"... Nur 2008 secondo me è psichedelico, ma della psichedelia campagnola hippy e folk... "Deja vu" di CSN&Y oppure "John Barleycorn must die" dei Traffic.
D: Quale abbinamento invece per il Verdicchio Riserva Gli Eremi (qui sono fermo al 2005 ma ho anche il 2007 pronto in cantina) e il Nocenzio che, avendo sempre bevuto solo i tuoi bianchi, è stata per me una piacevole sorpresa
R: La Riserva Gli Eremi, lo dico sempre, è il mio vino, croce e delizia... E' il mio modo personale di vedere Cupramontana come fosse Montrachet, sapendo che è una follia, beninteso... Io gli abbinerei qualcosa di elegante e complesso assieme. Dove sonorità acustiche ed elettriche si fondono. i Wilco di "Sky blu sky" ad esempio. Il Nocenzio, invece, è il vino più rock'n'roll che faccio, punkettaro da giovane, austero da vecchio. Diciamo Pearl Jam, "No code".


D: Un discorso a parte credo meriti il 99, un originale metodo Solera a base Trebbiano e Verdicchio. Come ti è nata l'idea per questo vino e, ovvio, quale abbinamento musicale suggerisci?
R: L'idea di questo vino è nata da una serie di coincidenze. Innanzitutto una botte rimasta scolma della mia prima vendemmia, la '99 appunto, che è divenuta la "madre". Poi la sperimentazione dell'appassimento, fatta per una serie di annate che sono andate a "rinfrescare" quella botte e a metterne in moto altre 2. E poi il mio scarso amore per i passiti classici, dolci e stucchevoli. Ho provato a fare una cosa diversa, un pò Jerez, un pò Vinsanto tradizionale, un pò Jura... Qui non ci vedo altro se non del Jazz. Ma sporco, acido. Miles. "In a silent way", ad esempio.


D: Di quale musicista di porteresti la discografia completa sull'isola deserta e con quale cassa di bottiglie?
R: Chi mi conosce lo sa. Sono uno springsteeniano malato (brutta razza). Ho provato a disintossicarmi ma è durissima. Ci ricasco sempre. Solo che Bruce lo vedo meglio con un bel birrozzo che col vino... 

3 commenti:

  1. grande Corrado! Il suo Nur (2008?) bevuto a Cerea era parecchio buono, complesso ma di facile beva, fresco, di nerbo ma voluttuoso/quasi cremoso, un ottimo equilibrio..
    per il 99 ho bisogno di tempo, devo riassaggiarlo..

    sulla musica che dire? Siamo in sintonia al 100% ;-)
    Un personaggio/vignaiolo molto interessante, a volte di non facile "lettura"..

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  2. sei un grande, bruce col birrozzo è perfetto! Aspetto, tu che te ne intendi, le tue rain songs...

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  3. Home la musica classica di oggi ha pochissimi ascoltatori, ma per coloro che preferiscono un suono di alta qualità. Uso spesso musica classica e nuova per testare la qualità dei nostri altoparlanti. Gli ascoltatori di musica professionisti comprendono solo questo tipo di musica.

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