No, non sono andato a farmi una bella settimana bianca magari dal pard che vive sotto il dente di un gigante.
Dopo la bella nevicata di venerdi scorso su Milano tanto per stare in sintonia questa settimana ho bevuto soprattutto bianchi.
Due in particolare hanno lasciato il segno.
Lunedi ho partecipato ad una bella serata organizzata da Stefano Sarfati dedicata allo Chardonnay. Guidata dal bravo e competente (siamo molto in sintonia come 'gusti') Samuel Cogliati abbiamo (abbondantemente) assaggiato alla cieca sei espressioni di questo vitigno, tutte francesi.
Sorprendentemente quello che più mi ha colpito ed è rimasto nella mente e nel cuore è stato un Chardonnay dello Jura, La Reine 2004 di Domaine Labet. Uno Chardonnay tourt court ma dalla misteriosa complessità, nel bicchiere occorre aspettarlo un attimo, ha bisogno di tempo per poterne apprezzare in toto le sue qualità. E' frutto di vigne vecchie di oltre 60 anni e si trova ad un prezzo ridicolo se paragonato a più blasonati ma non sempre migliori parenti di Borgogna.
Dopo vari altri bianchi bevuti in settimana, dal Litrozzo de Le Coste al Filagnotti di Cascina degli Ulivi, stasera ho chiuso in bellezza con il Chateau Musar del 1998. Un vino incredibile, un autentico fuoriclasse. Prodotto in Libano da quel gran gentiluomo di Gaston Hochar da uve Obeideh e Merwah, autoctone di Mount Lebanon, di cui non so proprio nulla. Di certo so che questo vino non ha eguali al mondo e non riesco neanche a trovare le parole adatte per descrivere le emozioni e le sensazioni provate. Posso solo dire che secondo me è uno dei più grandi bianchi al mondo, sicuramente unico!
Questa canzone ci sta bene, anche se le mie non sono state solo visions of white.........
Sempre in tema,my friend.Obeideh sembra sia il papa' dello chardonnay...
RispondiEliminati ho già detto via sms. troppo avanti.
RispondiEliminache invidia....
RispondiEliminavabbé, intanto io. grazie ai tuoi consigli, mi sono rifornito un po' di vinelli di Camillo Donati :-)