"Entra, mangia e se ne va. Ma una spiegazione a questo suo comportamento c'è. La sua storia, raccontata dalla Stampa, ha suscitato molto clamore. Giovanna Tondella, classe 1940, nata a Torino, ultima abitazione a Ceriale (Savona) è una vecchina dai capelli brizzolati e lunghi, le mani ossute, l’aspetto un po’ trasandato e quelle calze di lana colorate e le scarpe da tennis bianche dalle quali non si separava mai. È lei che mangia a sbafo in bar e ristoranti. Cinque conti non saldati, nelle scorse settimane a Savona e Vado Ligure, e nel frattempo centinaia di messaggi su internet: "È una poverina, aiutatela" (... o )"E’ una truffatrice".
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Come spesso accade, anzi, quasi sempre, i commenti sono migliori della notizia, e così una quota di popolo di addetti ai lavori e accaniti di FB si sono chiesti se la signora non fosse la medesima che in passato frequentò non il savonese ma l'estremo occidente della Liguria con le medesime modalità e intenzioni.
Un altro ricorda di quella coppia che usava lo stesso sistema, nello stesso breve tratto d'Aurelia -dove questa si approssima alla conclusione- ma scegliendo di frequentare solo ristoranti stellati. Si sente in queste parole quasi nostalgia degli sbafatori che sapevano riconoscere la qualità. Trapela quasi lo sconforto piuttosto che la soddisfazione.
Un altro ricorda di quella coppia che usava lo stesso sistema, nello stesso breve tratto d'Aurelia -dove questa si approssima alla conclusione- ma scegliendo di frequentare solo ristoranti stellati. Si sente in queste parole quasi nostalgia degli sbafatori che sapevano riconoscere la qualità. Trapela quasi lo sconforto piuttosto che la soddisfazione.
Ecco, oggi neanche a sbafo. In mancanza di tavole degne anche gli sbafatori si sono spostati nel savonese :-) ... ho messo lo smile, mi raccomando... ma poi che succede? e' di ieri la notizia che la Signora ha deciso di pagare il conto in un locale di Seborga, che non sarà Monaco ma è pur sempre un Principato: ha sborsato ben 10 euro, rigudagnandosi una buona quota di simpatia nell'estremo Ponente.
gdf
p.s. io ci vado spesso a piedi al ristorante, camminando dentro scarpe da tennis bianche.
p.s. io ci vado spesso a piedi al ristorante, camminando dentro scarpe da tennis bianche.
Magari anche tu parli "da solo" come faccio io...
RispondiEliminaA proposito di Seborga, è di ieri un articolo, forse su La Stampa, in un bel localino hanno vini e cavatappi...
Yess è in agenda, ma come mi diceva Francone, questo lavoro che ho scelto è troppo faticoso e dispersivo. Non riuscirò mai a smaltire tutti gli arretrati e chiudere tutte le pratiche. Molte rimarranno aperte, sempre.
EliminaTu, che una volto pagato il conto, non devi rendere conto a nessuno, puoi anche permetterti di non chiudere qualche pratica.
EliminaI piatti, come i libri, vengono sfornati ad un ritmo impossibile da sostenere, ci vorrebbe un'altra vita, facciamo sei...miao
Quando avevo la trattoria negli anni '70/80 si presentò un signore elegantemente vestito chiedendo di pranzare ed avvertendo che avrebbe pagato con marchi tedeschi. Era di sabato, per cui cercai sul giornale la valuta del cambio. Gli diedi anche il resto.Il lunedì scoprii che me l'aveva fatta con furbizia. Erano marchi della DDR, che non potei cambiare perché i vari balzelli superavano l'effettivo valore. Non solo non pagò il conto, ma prese anche la mancia invece di darla. Resomi conto della mia disattenzione superficiale, malgrado tutto mi rimase simpatico, ma mi chiedo, se mi fossi accorto della differenza, se aveva il denaro per pagare il conto. Avesse avuto le scarpe da tennis, forse.........
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