venerdì 25 marzo 2016

Il venerdì del DJ | Bollinger Champagne R.D. 1990 Magnum


“Chi ciurlò nel manico?”
Furono Mo&Fab che estrassero “lo fenomeno” dal cilindro.
E, parimenti, fu lotta impari, dieci bocche contro uno, seppur magnum, altro che 5 contro 1, vero Chef AAA?

R.D. per Récemment Dégorgé, solo in annate eccezionali, esclusivamente da vigneti di proprietà, sur lattes per un tempo prolungato (11 anni), Pinot Nero 69%, Chardonnay 31%, vinificazione in piccoli fusti, di quinto passaggio, vieillissement sous bouchon liège, remuage e dégorgement manuali (quest’ultimo avvenuto il 5 marzo 2000), dosaggio da extra brut. Dopodichè, altri 14 anni passati, quien sabe?, 14 anni, magari vissuti pericolosamente, ma portati benissimo, giacchè all’appuntamento è in forma smagliante.

Raggiante e nobile oro lucente, di vivissimo e finissimo perlage.
Pochi respiri gli bastano per dimostrare, in pieno, il suo ceto di appartenenza: l’élite.
Una dote aromatica regale, qualcuno fa riferimento a vecchi Meursault, altri scorgono rimandi ai Sauternes.

Io, molto più modestamente, intercetto, dapprima, polvere di caffè e caramello, camomilla, miele e crema di nocciola, con agrumi canditi al seguito – arancia amara e cedro – e frutta esotica. Una scacchiera olfattiva priva di indugi e in continua progressione, che cresce e si intensifica, senza soluzione di continuità; una tavolozza che scopre un coté di tartufo e fungo, di sottobosco e spezie orientali, perfezionandosi con massicce proiezioni saline, di ostrica e gesso.

La specularità gustolfattiva è dirompente.
In bocca è stupefacente – batte il naso, comunque, due a zero – e, al liquido, vanno ascritte tutte quelle peculiarità, le quali mi costringono a digitare: Grandissimo Vino.
Con le bolle, ma ciò non sposta, di una virgola, l’assunto.

Fatale e ineludibile, in casi come questo, non servirsi dei lemmi, sì scontati e di rito, che specificano, circostanziando alla perfezione, “la materia”. Tante le “anime” che convivono e si accordano armonicamente: vinosità e stratificazione, freschezza e sbuffi ossidativi, tensione e grassezza, struttura e intensità, complessità e profondità …
Mai spesi, tutte insieme, queste voci; mai mi capitò di bere cotanto liquido.
Persistenza deflagrante, in deca, quanto a minutaggio, su incisive sottolineature di salinità salmastra e iodio, con intensi ritorni di ostrica, zenzero e tostature pregiate.

Non ti ingannino le iperbole, ma pesale per difetto. Solo bevendolo potrai comprendere, altrimenti mai sarà consono, proporzionato e bastante il pixel.

Il plus, al boccione, lo ha trasmesso la Cumpa, prestigiosa e autorevole. Nondimeno, questo non è carpaccio benevolentiae, come, illo tempore, mi riferì, convintamente, imbrodandosi, un illuminato latinista.

Qualora qualcuno avesse qualcosa da aggiungere...


Grazie Mo&Fab, grazie a tutti.

2 commenti:

  1. "Qualora qualcuno avesse qualcosa da aggiungere..."
    Allora, in punta di tastiera, anch"io molto più modestamente intercetto" una nota armonica *

    Esame visivo :non sono riuscito a riconoscere dall'esame visivo lo stesso RAL, oggi è Venerdì Santo, il rimando al Vinsanto mi sembra più pertinente, definirei il perlage sulla via d'estinzione
    Esame olfattivo : l'arancia amara mi è sembrata più una cedrata di cedri non trattati
    Esame gustativo : concordo, grandissima persistenza, dovuta anche al fatto che l'abbiamo centellinato, ma decimato è meglio, l'avrei visto bene anche abbinato ad un carpaccio, ma non vorrei essere troppo benevolente...

    Naturalmente sulla via d'estinzione ci sono la mia vista, il mio olfatto e il mio palato ma * la nota armonica di cui sopra l'ho sentita davvero, se anche l'udito comincia a perdere colpi, l'ho sentita con un altro organo...

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  2. Dieci contro uno? Meglio che cinque contro uno. Per chi vuol intendere........absit ambiguitas verbis.

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