mercoledì 9 gennaio 2019

Culatello, champagne e crostacei: l’anno nuovo e i buoni propositi al Lamberti di Alassio



- Silvia Vecchione -
- lifeonthetopfloor -


Prosciutto e crostacei: è stato l’invito a trascorrere una giornata d’inverno e di sole, al mare, come incipit di un nuovo anno che si è aperto con ancora più voglia d’avventura. Il caldo che ricorda la Spagna sembra un richiamo a partire, che arriva impetuoso cavalcando l’onda soffiata da un Grecale profumato d’acqua e di sale. Voglio sentire il gusto della terra selvaggia e avere la forza del mare d’inverno: vada allora per prosciutto e crostacei, al Ristorante Lamberti di Alassio.
Dopo l’uscita di Andora, la strada scende e costeggia la costa, in un susseguirsi di blu che ancora mi emoziona. Alassio è vivace e mondana in questo gennaio di sole e pare vivere una seconda estate. Se c’è tanta bellezza da fotografare intorno, la macchina fotografica al collo non può pesare. Voglio fare il pieno di questo sole e di questo mare, finché posso, prima di andar via. Il Ristorante Lamberti è nel centro di Alassio, in via Gramsci 57. Giardino e sala interna, il tutto arredato con stile pulito ed eleganza classica. Un ambiente che trasmette un sofisticato senso di ordine e compostezza, con tavoli sufficientemente distanti tra loro e un’acustica che permette di lasciarsi andare alle conversazioni anche dopo il primo brindisi a stomaco vuoto. Tranquillità e pacatezza incontrano la personalità focosa e il sorriso di Bruno Cavalli, il titolare del ristorante che ci accoglie con entusiasmo brillante e l’ospitalità di un generoso padrone di casa.

Al momento di scegliere il vino, si conversa davanti a una carta che lascia ampio spazio ai gusti più raffinati ed è rivelatrice di una selezione enoica importante: la cantina Il Lambertino, infatti, conta più di 450 referenze di produttori provenienti dall’Italia e dall’estero. Bruno è un appassionato e il tavolo non è da meno: così, la decisione ricade su Agrapart, già per la seconda volta in questo 2019 e, se è vero che non c’è due senza tre, sembra trattarsi di buoni propositi. Tanto buoni almeno quanto il profumo di questo impeccabile esemplare di champagne – un Minéral Extra Brut Blanc de Blancs – che, già a distanza, sprigiona note suadenti di crema inglese, morbide e vellutate, che riscoprirò anche piacevolmente persistenti.



La sequenza di foto e piatti qui di seguito lascia intuire che l’intento originale “prosciutto e crostacei” ha poi fatto largo a una lunga serie di piatti e piattini…scelta dettata sì dalla gola ma soprattutto dal desiderio di conoscere la mano di chef Fabio Dagrada che, insieme al suo staff, propone una cucina leggera, sofisticata ed equilibrata che rivisita con garbo le ricette della classicità ligure nel rispetto di stagionalità e materia prima. L’amuse bouche è acciuga fritta su letto di soncino e insalata di agrumi. Acido e croccante.


Si era detto prosciutto, quindi lo si faccia in grande con il Culatello di Colorno “Brozzi” accompagnato da bruschettine di pane al vino e mostarda di clementine. Visto il risultato nel piatto vuoto, arriva come gradita sorpresa un assaggio di pancetta fatta del medesimo Culatello…un peccato di gola a cui sarebbe un vero peccato resistere.



Segue lo zimino di seppie profumato alla maggiorana su cremoso di patate di montagna e funghi. Per avvicinarsi piano piano al mare.
In tema crostacei, vada per sua maestà aragosta con le mezze Maniche “Mancini” accompagnate da pomodori Pachino, peperoncino kayenne e pennellate di riduzione al Basilico.
Rientriamo sulla terra ferma con il secondo piatto: bocconcini di coniglio fritti con carciofi croccanti e salsa ai funghi porcini. I carciofi sono sfiziosi e uno tira l’altro…



Il pre-dessert è un delicato cannoncino al pistacchio, gustoso e anche molto fotogenico.


A chiudere, la crème brûlée alla vaniglia con sfogliatina alle pere cotte nel vino rosso e la selezione di piccola pasticceria, con scorzette di arancia candita che sgrassano il palato e lo preparano con eleganza al caffè.




S.V. Alassio

sabato 5 gennaio 2019

Osteria La Porta Verde: l’appetito vien viaggiando


-Silvia Vecchione-
-lifeonthetopfloor-

A Sanremo per i vicoli del centro, a pochi passi dal casinò e dalla piazza del mercato, in via Corradi 86. Se il coast to coast sul lungomare mette appetito, meglio prendere la Porta Verde piuttosto che la torta verde: classici sì e mai banali, per chi ha voglia di un buon piatto autentico, di sapore e di carattere. Ci sono i piatti che ci si aspetta da una trattoria ligure, ma senza superficialità: c’è ricerca, cura e finezza in cucina da chef Francesco Cammerucci. C’è allegria, freschezza, personalità in sala con la sua compagna Katie Whitlam, che di coast to coast ne sa qualcosa: arriva da Vancouver il suo bell’accento, così come il sorriso e l’accoglienza di un Paese che è considerato friendly per eccellenza.



Dall’Oceano Pacifico alla Riviera di Ponente, in una città che aspira a mantenersi mondana e che è meta prediletta di turisti che cercano il sole anche d’inverno, o semplicemente desiderano varcare il confine per respirare illusioni d’aria nuova. Così, in una piccola sala di eleganza rustica, arredata con calore e senza pretese, volteggiano piatti profumati e si parla francese, inglese e italiano. Semplicità e naturalezza a pioggia come l’olio sul pane: un morso tira l’altro; il tocco cosmopolita, in una località che lo accoglie volentieri e non lo trasforma in un frenetico groviglio che mette solo confusione, ma, all’opposto, lo sublima in un’atmosfera festaiola che distrae e fa quasi da antistress.



Sarà l’aria di mare o il buon mangiare…o forse tutto insieme. L’Osteria La Porta Verde conquista facilmente con un pesto tentatore che è una vera delizia da buongustai, poi alza il tiro con creazioni dove l’interpretazione si fonde con il classicismo in un risultato da leccarsi i baffi. Qualche esempio qui sul blog, in Osteria for more.


Tortelli farciti di coniglio nel suo fondo, con pinoli, olive taggiasche e maggiorana


Involtini di verza farciti con salsiccia di Ceriana e salsa di pomodoro


Polpo scottato su purea di fagioli cannellini


Baccalà fritto e scarola con pinoli, olive taggiasche e uvetta


Bonet e crumble di nocciole


Francesco e Katie

La Porta Verde
Via Francesco Corradi, 86, 18038 Sanremo IM
Tel 342 1260010

S.V.

venerdì 4 gennaio 2019

Il mare d’inverno – il mio mare d’inverno




- Michela Brivio -

Eccomi con il mio primo pezzo dell’anno e come non dedicarlo alla mia Cesenatico?
Ormai lo avrete capito che è come una casa per me, quindi avevo proprio voglia di vederla vestita di natale e in inverno.

Due giorni, che sembrano uno la fotocopia dell’altro, ma solo per l’insegna dei posti che scegliamo per sederci a tavola e che non dovrei nemmeno dirvi perché ormai sapete quali sono. Per tutto il resto sono pagine ed emozioni diverse, che quindi ora vi racconto.




Ci accoglie la nebbia all’arrivo, ma il fascino che ha il canale leonardesco anche così è indescrivibile. Dalla nostra camera poi lo vediamo praticamente tutto ed è magia.



L’ora è quella di pranzo quindi due passi e siamo al Quinto Quarto – piadina e affini. Ormai è un rito di autobervenuto. Mi trovo un po’ persa però. Non c’è più Mary, Sauro e quando vado alla cassa e mi dicono che anche il Revì Trentodoc non è più in carta. Ho un momento di smarrimento. Già penso alla prossima estate, con il ricordo e la nostalgia di quella passata e loro che mi facevano compagnia praticamente ogni sera. Come farò? Prendo il telefono e gli mando intanto un saluto, così riesco ad archiviare per un attimo il pensiero triste e da lacrimuccia.

Mi concentro poi sull’appagamento a tavola. Sempre bello ammirare la preparazione a vista delle piadine e affini e sentirsi avvolti dai profumi mano a mano che gli ordini avanzano.
Io parto un po’ light, non è da me vero? Già, ma avete capito il mio stato d’animo.
Scelgo la griglia tra i piatti della carta invernale: calamari nostrani e radicchio di Treviso IGT, con piadina vegana. Ma poi ritorno in me con la piadina dell’arrivo, la Parmiciana: parmigiana di melanzane, crudo e basilico, impasto integrale.

 Griglia


Parmiciana

Necessito ancora di coccole e quindi andiamo in uno dei nostri negozi preferiti, Riganti abbigliamento, lasciandoci tentare come sempre con lo shopping, anche terapeutico perché voi non potete nemmeno immaginare il mio trauma. Avevamo resistito quest’estate, ma non potevamo chiudere l’anno senza una visita.

Arriva la sera e il canale s’illumina d’immenso.
Si accende anche il presepe della marineria, uno dei motivi per cui ci siamo regalati questa breve vacanzina romagnola. Meraviglioso. Poi romanticona e sentimentale come sono io mi sciolgo davanti a certe cose e rimango incantata come una bambina, senza voler più venir via. Infatti vado più e più volte per godermelo da ogni angolo.


Ora di cena. Ora di suonare al campanello di Enrico Spada, all’Osteria da Beppe, definito da un suo collega e amico comune “uno dei migliori osti della Romagna”. Mi unisco, estendendo il complimento oltre confine territoriale.

Dopo averlo scoperto, purtroppo solo quest’estate, ormai è uno dei miei posti del cuore. Una casa, in cui entri e non vorresti più uscirne tanto ti fanno sentire bene.
I romagnoli hanno una marcia in più e ogni volta è difficile separarmene e dover tornare. Prima o poi mi trasferisco qui.

Di questo posto vi ho già raccontato anticipandovi che il lavoro più intenso per loro inizia da settembre e per tutto l’inverno, periodo in cui aprono addirittura anche a mezzogiorno.
Pochi turisti, tanti locali e affezionati, e noi.

Cambia la stagione ma non il resto. Il padrone di casa ogni giorno batte l’asta del pesce al mercato ittico aggiudicandosi il miglior pescato locale che poi porta in cucina e quindi racconta a tavola, nel menù che non potrebbe mai essere scritto. Se vedete qualcuno che lo chiede non puntategli gli occhi addosso, sarà entrato per caso quindi perdonatelo.

Alessandro Serra in cucina e Manuel Mazzotti alla griglia pensano poi a trasformare il tesoro, che scoprono solo all’arrivo, in piatti molto diretti e semplici che valorizzano al meglio la materia prima con le diverse tipologie di cotture, magistralmente eseguite.
Abbandonatevi a una degustazione che preveda un assaggio di ogni preparazione, come abbiamo fatto noi.
Partiamo con il crudo che esalta la ricchezza e sapidità del pescato esplodendo in bocca: carpaccio di sogliola, tonno in carpaccio e tartare con pistacchi e capperi, scampo, gambero, granchio e canestrello.


Crudo

Poi è tempo di conoscere anche un nuovo pesce autoctono, il moletto, perfettamente pulito, leggermente grigliato e servito su una patata schiacciata con olive taggiasche. Un filo di olio crudo. Wow.


Moletto

Un arcobaleno di colore e sapore la triglia con le bietole variopinte.


Triglia


Proseguiamo con un piccolo assaggio di primo, la metà della metà, perché vogliamo concentrarci sul cuore del locale senza però privarci del piacere goloso: lasagna di baccalà e carciofi, con besciamella delicatissima allungata con fumetto di pesce.


Lasagna di baccalà e carciofi


Assaggio anche di fritto. Strepitoso. Fatto al momento. Caldissimo, croccante fuori e morbido dentro. Comme il faut!



Fritto

Poi ancora baccalà. Non obiettate sul fatto che non sia pescato autoctono, perchè per le feste è d’obbligo e io lo adoro, tanto che lo riprendo nonostante l’assaggio precedente.
Mi dicono che è cotto alla griglia ma è talmente morbido, succoso, delicato che sembra quasi al vapore credetemi. Applausi.


Baccalà


Chiudiamo in dolcezza con gelato e cannoli di cialda con crema chantilly. Sempre per golosità.


Cannoli di cialda con crema chantilly

Fine. Buonanotte a tutti e vigilia sia.

Giretto a Riccione in mattinata e rientro per pranzo, tarda ora perché c’è Omar Casali in cucina e quindi vogliamo approfittarne per salutarlo e stare un po’ con lui.
Prima mangiamo. Solita doppietta. Inizio con la Roll Marè che vi consiglio: baccalà al latte, broccoli e olive taggiasche. Proseguiamo poi in semplicità con una piadina integrale con crudo San Tommaso – Del Vecchio, che come sapete è servito in cartoccio di carta oleata e a parte.


Roll marè


Crudo

La materia prima fa sempre la differenza. Mezzogiorno e sera. Motivo per non cambiare.
Tiriamo pomeriggio a chiacchierare con il cuoco. E’ un piacere immenso e uno dei momenti più belli che completano il piacere della tavola. Quali saranno le novità per questo 2019?
Luca Zaccheroni cosa starà ideando? Lo scopriremo ma intanto in bocca al lupo a prescindere.

Passeggiata sul molo, con un cielo diventato limpido e con il sole e sosta per un saluto in un altro dei miei negozi preferiti. Macrì Home. Un abbraccio alla splendida padrona di casa, circondata dall’atmosfera natalizia del negozio, e rientro in camera.

Cena della vigilia. Enrico ci trova un posticino quindi perché cambiare?
Andiamo sul tardi ed è una cena meravigliosa, non solo per quanto degustato, ma anche per un resto fatto di cuore e passione che ho letto negli occhi e nel lavoro di tutte le persone che collaborano qui.
La dolcezza di Rebecca, la simpatia e allegria di Luigi, la professionalità e garbo di Marco, che d’estate troverete al Marè al bar. Sapete cosa risponde alla mia domanda su quale tipologia di lavoro preferisce tra i due? “Mi piace dedicarmi alle cose”. Un ragazzo così giovane che mi dà questa risposta mi commuove.

Mi avvicino pian piano alla cucina fino ad entrarci per scegliere come proseguire la cena, guardando il pesce del giorno, ascoltando i loro suggerimenti ma lasciando poi fare a loro.
In tutti trovo un sorriso contagioso e un coinvolgimento davvero unico.
Come potevamo cambiare posto per il primo brindisi di natale?
Ho scritto tanto e forse vi ho persi. Quanti saranno i temerari che arrivano fino alla fine?
Vi racconto brevemente in scatti la cena prima di salutarvi.

Una parola in più invece la dedico al piatto di benvenuto: monfettini in brodo di seppia. Che pieno di sapore, tradizione, tipicità. Senza tempo. Ti penetra nel cuore e rimane indelebile in un #lontandatenonsipuostar.



Vapore


Gratinato


Padellino


Pacchero, pomodoro, mazzancolle e maggiorana



Soaso alla griglia


Pera volpina con crumble di cioccolato e gelato

In abbinamento


Baci, abbracci, brindisi, auguri. Buonanotte, buongiorno e partenza.
Arrivederci Cesenatico. Ho fatto il pieno ma so che si esaurirà presto per il desiderio sempre più forte di ritornare.


“La felicità è quella cosa che si moltiplica nel momento in cui viene condivisa.” Paulo Coelho

Auguri di buon anno e felicità.

Michela Brivio













giovedì 3 gennaio 2019

Casa Anna


- gdf -


QUARTI DI PONTESTURA (AL). Le regole del gioco sono chiare. L'applicazione delle medesime ben riuscito. Il locale è caldo ed accogliente, come vorreste casa vostra. Casa Anna, l'emanazione campagnard di quello che fu il premiato Bivio di Quinto Vercellese, dove la famiglia Sarzano esponeva il meglio della cucina territoriale del nord piemonte e del vicino Monferrato, con piacevoli spunti francesisti di ispirazione classica.

Dodici, o massimo quindici coperti ricavati in una parte dell'abitazione di famiglia, in parte adattata a sala ristorante con cucina comunicante. Cucina -nel senso dello spazio dedicato a forni e fuochi - perfettamente attrezzata. Nulla di improvvisato, tutto è come vorreste che fosse.

Anna, Silvia, Gianni. Senza tante sovrastrutture, solo quello che serve per star bene a tavola in un contesto territoriale che sembra fatto apposta per contenere questo piccolo gioiello di ospitalità casalinga, mentre dalla cucina escono anche piatti che alzano il tiro senza paura di stupire o impressionare senza scopo

Lo scopo è passare un paio d'ore completamente alienate dalla normalità. Come quando dici : qui non ci verrà a cercare nessuno. Ma siamo noi erranti gourmand che andremo a cercare loro, salendo le dolci colline e finalmente trovando questa casa di campagna, con il cortile che ti aspetti, con i cordiali cagnolini che ti accolgono, con il frutteto e l'orto da cui attingere prodotti e idee di cucina che vorrebbe essere semplice, ma se hai imparato a fare anche le cose complesse, anche qui non ti puoi accontentare solamente di quello.

Istintivamente la cucina sale di livello, perché Gianni Sarzano sa come fare a rendere apparentemente semplice anche una ricetta complessa. Il risultato è nelle immagini, così come nel ricordo dei sapori di questi piatti.



Il panettoncino di salame piccante e la mortadella di fegato stagionata un anno nel grasso








Le verdure all'olio o all'aceto fatte in Casa Anna


Anche tutti i pani, focacce e grissini sono maison


Un assaggio di pancetta piacentina cotta




Topinambour, carciofi e storione confit


La scaloppa di foie gras con carciofi in tre consistenze


Rufus in primo piano e Camillo in poltrona


Gianni Sarzano al pass


Sette tagli di trippa in umido e rigorosamente in bianco


Cappone, puntarelle e acciughe


Plin di fagianella nel suo fondo di cottura



Una grande lepre alla royale



Crumble di frutti esotici e gelato speziato

gdf