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venerdì 13 febbraio 2015

Aspettando il Bocuse d'Or


gdf

Sempre che ci si possa arrivare, perché per giungervi in condizioni per lo meno dignitose sarà necessario trovare dei fondi che mettano al riparo da un bagno di sangue l'organizzazione e chi ci lavorerà sopra e sotto da qui alla prima finale. Tutto quanto si riduce al vile denaro? Purtroppo si, ma in ogni caso c'è da chiedersi perché l'Italia non dovrebbe partecipare a quello che sarà il prossimo Campionato Europeo di Cucina, che si terrà a Budapest l'anno prossimo, e con l'obiettivo non secondario di entrare tra le prime dodici squadre (su una trentina di partecipanti), quella splendida dozzina che avrà il diritto di giocarsi la finale Mondiale 2017, come sempre a Lione.


Istituzioni, sponsor, fatevi avanti, la vetrina è di quelle di primo piano, da subito, a partire dalla prossima selezione nazionale che dovrebbe tenersi a Milano, nel periodo dell'Expo. Nel frattempo questo, questo evento al Palafiori di Sanremo, durante il Festival, per prendere contatto e conoscenza con il complicatissimo regolamento, e con i primi coraggiosi cuochi che hanno trovato quel momento di sana follia, dove metterci la faccia, di farsi vedere in mutande, con l'entusiasmo, quel pelo di ingenuita e di incoscienza che potrebbe fare la differenza.



Non era un concorso, era un tavolo di lavoro allargato e condiviso con due grandi esperti di concorsi di questo calibro, e cioè Luigi Cremona e Fabio Tacchella, con i quali abbiamo affrontato una giornata in piena armonia, con molti spunti incoraggianti, almeno sul piano della qualità dei piatti, mentre per quanto riguarda i fondi necessari la ricerca continua.

Ganache, mascotte dell'evento

Un piatto di pasta utilizzando quanto presente in dispensa, senza preavviso, per dare un tono di italianità alla giornata, e poi un piatto già da concorso, in questo caso a tema libero, in attesa di conoscere, nel prossimo mese di giugno, quali saranno gli ingredienti, i due temi principali da sviluppare attorno ad una carne e ad un pesce.

Riccardo Bassetti

Uno spaghetto al pomodoro e spuma di peperone ...

Filetto di merluzzo gratinato all'aglio, cozze e funghi, broccolo e gelèe di chorizo ...

Augusto Valzelli

Spaghetto rosso su crema di baccalà mantecato ...

La coscia di coniglio confit con carciofo farcito di mousse di coniglio in salmì

Alessandro Neri

Paccheri con acciughe farcite e ragù di gole di baccalà ... e altro

ll baccalà al tartufo bianco, spugna di ceci, carciofo farcito di gole di baccalà e agnolotto fritto farcito di stoccafisso, bèarnaise alle acciughe.

Alessandro Buffolino con la sua commis

Paccheri, broccoli, primosale, pomodorini ...

La variazione di piccione e foie gras, la salsa è nella verza

Lorenzo Alessio

Insalata di rigatoni e gamberi ...

La declinazione di maialino gratinato...

... con riduzione di Lambrusco

Gaetano Ragunì

Due inquadrature per l'elegante salmone e finocchio, tartare di scampi e caviale di limone ...

Foto dei suoi mezzi paccheri nella bisque non presentabile

Debora Fantini

La sua interpretazione della terrina tiepida di branzino e gamberi

E gli sfiziosi spaghetti fritti e farciti ...

Il pubblico gradisce

Gran finale con la consegna per tutti del libro Pasta Damare, by De Cecco-Cremona

Tutti i piatti dell'evento visti dall'alto

gdf

sabato 8 marzo 2014

Message in a bottle

Marco 50 & 50

Quattro Marzo,  la data giusta per il dopo Festival, sperando la gente del porto apprezzi. Non sarà una Ventura a dirci chi sarà il nuovo Battisti e nemmeno Fazio in versione esistenzialista così lontano anche solo dall'idea di precarietà o di una vita spericolata alla Vasco.

La barca di Sanremo sembrava ormeggiata in sicurezza col faro a vista ma ha imbarcato acqua, inclusa quella piovana, sempre che San Romolo sia d’accordo il remo singolo inviterebbe a trasferirsi in laguna, in una sorta di rotazione delle colture, dare tempo al mare per riprendersi e poterci successivamente regalare una pesca miracolosa.

Il faro preso d’assedio per una decina di giorni è tornato a lampeggiare ad intermittenza,  Arisa se la ride mentre il Guardiano che si era trasferito altrove rinunciando agli onori e agli oneri che si devono mettere in conto rilasciando interviste in controtendenza, ha ripreso possesso del faro, lasciato incautamente nelle mani del Cavaliere di Sterimberg che ha scoperto il piacere della pizza senza rinunciare a quello della carne.

Nemmeno la serata di Venerdì con i cantanti che si sono esibiti in duetto, macchina che ha sempre un suo fascino, è stata di quelle indimenticabili, conservo la grazia e il sorriso di Simona Molinari, (che quest’anno ha nascosto le gambe), così come l’autografo ricevuto per interposta amica.




Le case discografiche in crisi di vendita hanno provato l’estremo “affaccio” alla vetrina simbolo della canzone in Italia per poi sperare nell’esplosione di un talento in un talent, ma non ci pensiamo, vista la crisi delle etichette i gamberi di Sanremo potrebbero essere gli ultimi, beati i primi che prenderanno a piene mani da un vassoio stracolmo.



La giornalista compose il numero e mi chiese di raggiungerla a Sanremo, l’impegno con l’ufficio stampa le avrebbe lasciato briciole di tempo a me  l’occasione per conoscere altre persone del giro che avrebbe potuto diventare un po’ anche mio.

Chi predilige un defilato dietro le quinte non può nemmeno pensare di salire su un palco, per quanto scenico, andai con gli amici in montagna aprendo un’altra sliding door.

A casa sua c’era sempre gente, bicchieri pieni, le chiacchiere (di Carnevale e non) interrotte da stuzzichini di una famosa gastronomia milanese, poco tempo per noi, non annoiarsi a volte non basta, è importante, forse essenziale ma non mi bastava.

La rividi in seguito nella splendida villa di un cantante, per confine un corso d’acqua, un’ansa con copertura rifugio per le barche, fotografi, altri giornalisti, intorno a sette note girava davvero molto denaro e poi cene, privee, inaugurazioni, discoteche, era il momento d’oro nella Milano da bere per poter mettere via un po’ di liquido, fossi stato un cammello…

Arrivò l’occasione una sera in una discoteca fuori Milano, lei mi disse : “gli ho parlato, è fatta, ti produco”, l’ennesimo bivio,  presi con la presunzione dell’età e con un po’ di paura immotivata data l’età,  un’altra sliding door, lasciando il microfono appeso al chiodo, misi il chiodo sulle spalle e uscii.
Ogni anno in questo periodo butto più di un occhio all’Ariston e a quel che ruota.

Attorno ad ogni cantante gli addetti alla promozione delle case discografiche, trucco, parrucco, amici e addetti stampa, con finta frenesia ci si muove chiudendo porte e aprendone altre, a volte quando si apre una porta mi sembra di vederla sorridente e determinata a proprio agio in un mondo non mio.

Noi vecchi (e) romantici ci interroghiamo con serena e pulita curiosità, perché vorremmo sapere dove sono finite le persone alle quali ci siamo legati per un tratto di cammino, perché quelle persone hanno qualcosa di nostro con loro, lei dovrebbe avere “il mio aquilone”, io qualche vecchia foto e il ricordo.

Caro Cavaliere, so che la gestione del faro l’ha assorbita come una galletta in un cappon magro, ma ho davvero bisogno del suo aiuto, ho provato a chiedere a Brian Ferry ma il telefono faceva tu tu, forse era in treno e la linea era disturbata, la posso disturbare adesso che, tornato il Guardiano, al faro non deve fare tutto lei…

Poi metto tutto in conto, è al corrente di questo ?

Certo, l’iban ce l’ho già, è un piccolo favore per me di grande importanza

Se è piccolo, lo vedrà dalla fattura, mi dica

Ho, da vero “medioman” seguito il Festival, ho guardato dappertutto, ho seguito le interviste in tv, non mi sono perso un fotogramma ma non l’ho trovata, vorrei fare un estremo tentativo, potrebbe prendere il cavallo e recarsi a Portosole, magari riusciamo a far arrivare questa bottiglia “alla Marina”

Credo di potercela fare, il Guardiano, tutto sorridente, si sta riguardando le foto del Carnevale di Mentone alla luce del faro, stasera non c’è una stella, gli dico che ho un appuntamento al buio, non mi dirà di no, la bottiglia la lascio al Porto?

La lanci in mare è per la Marina dell’ufficio stampa.

La barca di Sanremo sembra in difficoltà ma galleggia ancora, a me, dopo l’indigestione dei Campioni e delle Nuove Proposte rimane il ricordo della prima sera, di Martedì, quando, sornione, poco prima dell’una, è arrivato il colpo di coda del gatto convertito
“It's not time to make a change”




M 50&50