giovedì 11 agosto 2016

Desgenà


gdf occitano


Extracomunitari di ogni origine si ammassano ai Balzi Rossi, buongustai mai abbastanza sazi d'Italia, quelli che vorrebbero perfino provare le delizie francesi. Beh, ragazzi, siete giovani, raccontatecela giusta come si direbbe in Piemonte, anche con parole vostre.

Se volete andare in Francia senza scazzi passate da sopra, appena cinque minuti di sopra.  La mappa si trova su google. Un saluto a Colagreco invece che ai Beglia e il gioco è fatto.

Se no fate così: un bus da Imperia, da Sanremo o da Taggia vi porterà almeno fino a Triora. Nessuno vi chiederà un biglietto obliterato. Verificato. E se ve lo chiedono esibite un biglietto da 200 euro. Raramente l'autista ha in tasca il resto.

Comunque vada un bus che arriva a Triora lo troverete a un euro e 50 o a zero a zero. Che vuoi che sia, tanto -ci dicono- ne avete spesi 5000 per arrivare fin qui, chissà come guadagnati. E allora, perchè continuare a rompervi gli scoglioni lungo mare; dai, un pochino di salita, e poi è tutta in discesa l'Occitania, da qui alla Spagna.

E' li dietro la Francia, è facile, è borderline. E nessuno vi noterà. Ma non sarà mica questo il punto?!?

Ah, ecco, forse ho capito.



Ebbene, anzi, benissimo. Si, me ne sono andato di nuovo a quel paese. Lontano dagli spritz da spiaggia, dalle sabbie fitte di teens al bromuro, pista per biglie adulte, tracce per infradito.

Se nessuno vi ci ha ancora mai mandato andateci lo stesso, perché ne vale la pena. Si sta bene a quel paese. Ne racconto pure qui, dopo il terzo giro in poco più di un mese ai confini dell'Occitania più vera e profonda. 

Amenità garantita a Realdo, di cui -probabilmente- anche le streghe di Triora si disinteressarono, tanto il manico di scopa era corto rispetto alla distanza per salire da Molini o dalla Triora stessa.

Trite e ritrite, ma la storia delle farine non cambia, figuriamoci il grano macinato grosso.

Sei abitanti. 6. Il resto sono seconde o terze case vissute sporadicamente da amanti delle passeggiate intorno o sopra al Monte Saccarello, la vetta ligure più elevata, tra la provincia di Cuneo, la Francia e la Liguria più nascosta. 

Non basta un'ora salendo dal mare, ma ci sta di farlo, eccome. E poi? E poi si apre un mondo che gira in tondo, su strade che smettono di sapere di eucalipto e si riempiono di profumo di pino mugo, vista mare, da oltre 16oo metri però. Qualcosa di più di una Pinetina o di una monetina.


Lassù, un visionario di nome Giancarlo Pontillo ha rallentato i ritmi esistenziali dopo decenni di vita trascorsa con il piede in fondo all'acceleratore. Ha alzato il piede e si è messo a pensare. Esercizio di stile pericoloso se troppo intensificato, quindi meglio aprire più spesso il Desgenà, che poteva essere anche un "Sans Souci", oppure un "disimpegnato", un senza schemi, un disinvolto. 

Però c'è un problema. Manca la materia prima, non i prodotti, ma il buon cliente, perché purtroppo l'ignoranza e la saccenza fuori luogo (detto qui ...) impera anche in Occitania. 

Come altrove, la maggioranza di chi ci passa ha più pretese che cultura, e pochi eurini da investire nella salvaguardia della conoscenza. Io non potrò fare altro che andare a trovarlo più spesso quest'uomo schivo, che la sa lunga ma che, pure lui, si sta rompendo di regalare perle ai porci. Io mi domando senza risposte del perché si debba salire fin qui e poi nutrirsi di ignoranza, di un piattino in due, invece di naufragare nel mal di montagna.




Giancarlo indica la strada, dove ci sono erbe, ortaggi, patate, verdure, foglie, funghi e pastorizia







Il Panino Valle Argentina, di cui si parlerà più diffusamente altrove.
Un vero concentrato di sapore di territorio, spietatamente territoriale.

Si frigge, salvia e patate



Si snecca, con focaccine formaggi morbidi


Da qui siamo partiti per una delle escursioni in 4x4 più emozionanti e commoventi che mi siano mai capitate, fin su, in quota, oltre il 1600 metri vista mare, per ore e ore. Ma che Liguria è questa? Ma chi l'ha mai vista? un pensiero a spiagge e autostrade. Un sorrisino



Queste tovagliette le rivedrei, ma non qui

Si beve semplice ma buono, fin troppo, tra prosecchino vermentino e Rossese.
Il vantaggio di questo è che in altura non lo senti, anche se batte quota 14.5 sotto stimati.
In fase di discesa invece dice la sua, e io comincio a parlare troppo


Fichi di Realdo e prosciutto di cinghiale (mosciame di cinghiale)

La pecora brigasca (nel senso del formaggio) alla griglia e le pere "confittate", come direbbe il nuovo divo della cucina ligure.

 Ah, i raviolini di erbette volano via

Il piatto del buonissimo ricordo: tagliatelle di farina integrale e di farina di castagne con ragù di lepre, porcini e galletti ...

I raviolini in versione totalmente vegetale, con salsa di pomodoro cuore di bue, zucchine trombetta, sedano, cipolla ...

L'immancabile coniglio

Torta di castagne

Una macedonia di frutta fresca ?

Una confettura di castagne da manicomio

Il Monte Saccarello, dessert in via di brevettazione, senza pavesini intorno stavolta.

e tornare al faro perfino dimagrito, con un languido pensiero verso quelle tagliatelle


Non vi serve l'indirizzo, e neanche il numero di telefono, solo buona volontà e buone intenzioni

Desgenà è aperto venerdì, sabato e domenica

gdf

4 commenti:

  1. Sei asciutto come un'acciughina, o come quella foglia di salvia...verità a me, hai solo assaggiato, che delusione, poi per forza invece dei pesci nel retino ti rimangono le tagliatelle bella retina

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  2. Mi ci mandano spesso a quel paese,tanto che se sono sicuro di trovare un po di formaggio con le pere,e un po di fichi cos altro mancherebbe,ça va sans dire ;)

    TMC

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  3. Faccio sempre mie, volentieri, le tue segnalazioni sull'entroterra ligure che amo...tuttavia mi sembra mancare l'osteria del rododendro su quella strada della cucina bianca di cui hai parlato diverse volte, le loro raviore e il loro Ormeasco..Montegrosso Pian Latte...Realdo,intanto, é nei miei piani.

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