venerdì 2 gennaio 2015

Il retrogusto del Rossese di Dolceacqua


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Un SMS. Un solo sms è bastato per scatenare l'ennesimo Rossese Day. Grazie a Massimo Viglietti e Delio Viale. Un SMS sfuggito dal mio blackberry, la mora selvatica, e l'organizzazione di una bella cosa su questo vino dal retrogusto di mora selvatica è partita, ri partita. Il tutto in meno di un mese affinchè l'evento si ripetesse, di nuovo qui, ad Apricale, in uno dei nostri locali di riferimento.

Venticinque o più etichette diverse di Rossese di Dolceacqua, di tre annate diverse : 2011, 2012 e 2013 per apprezzare stili diversi e diverse intepretazioni di un medesimo vitigno, piantato su terreni abbastanza diversi, su esposizioni a volte molto diverse, ben riconoscibili da parte di chi questi vini li fa, li serve, li beve.


Non si dovrebbe stare in tredici a tavola, ma nessuno è più superstizioso dopo la dodicesima bottiglia di Dolceacqua, ormai eliminato dalla mente il termine Rossese, ed individuando un singolo comune come simbolo comune. Sembra un gioco di parole, ma sarà questo il prossimo passo anti campanilismo da fare per dare ancora maggior impulso alla valorizzazione di questo vino unico, e quindi da non confondere con altri "Rossesi" provenienti dalle altre zone della regione Boomerang per eccellenza.


Il retrogusto del Rossese, quello che non se  ne va né la sera stessa né il giorno dopo, lasciandoti quella sensazione di mora selvatica e amarognola, anche se ogni tanto incontri qualche bottiglia beauty case o prugna confit, ma il bello del Dolceacqua ( che come il Diano d'Alba potrebbe fare a meno del nome del vitigno ), dicevo, il bello del Dolceacqua è il retrogusto comune a tutti (quelli buoni), quel prolungamento del piacere acquisito sorso dopo sorso, fino a marinarti i visceri, anche meglio di uno spezzatino di capra e fagioli.

Giochiamo in casa ...

La carta vini del Ristorante Da Delio, che distingue le diverse zone di provenienza del Dolceacqua

Le annate recenti di un quindicina di produttori, a cui si aggiungeranno annate più vecchie



C'è anche la new entry di Ka Mancinè, che merita l'etichetta dorata ...

Alessandro e Maurizio Anfosso

Nino Perrino e Filippo Rondelli

Prima i bianchi : di Testalonga, Terre Bianche, Anfosso ...

Insalata di stoccafisso

Il tortino di patate e carciofi ... e altri antipasti a seguire.

I sempre impeccabili ravioli di coniglio nella sua salsa a cui seguirà la tipica capra e fagioli ...

E lo zabaione con pansarole, per tirar tardi


Di ritorno a Dolceacqua, per una visita in cantina da Testalonga



Nino stappa bianchi e rossi di veneranda età, perché anche i suoi bianchi possono sorprendere per l'incredibile longevità

Maurizio Anfosso, Massimo Viglietti, Luca Canessa


Rossese Day 2014, una maniera buona anche per ricordarci dell'amico Franco Solari, nel terzo anniversario dalla scomparsa di un caro amico che tanto amava questi vini e questa compagnia.







5 commenti:

  1. Persino la musica non ha il retrogusto di beauty case:)
    Che invidia...

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  2. Adesso ho capito, hazel, ci voleva T.W. che invita a tener duro per farti uscire allo scoperto...magari ti torna la voglia di parlare di musica...un saluto in attesa del prossimo Armadillo Meeting

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  3. Come puoi vedere mi accontento di poco.Un bicchiere di vino ed un panino:)

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  4. M'è passato sotto mouse il vecchio link al tuo post sull'Ar Men. Ho fatto un giro tra gli ultimi tuoi post e, conquistata da descrizioni e immagini, ho passato il link a mio marito, che ama gustare, assaggiare, bere, mangiare, tanto quanto io amo guardare un'opera d'arte. Commento suo: "Ma questo Guardiano del Faro è prezioso! Bisogna conoscerlo!" ;) Carissimo Buon Anno! Come va?

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