sabato 17 gennaio 2015

Il filetto bollito


gdf

L'ereditiera aveva oggettivamente molta polpa da esibire, e anche se non era sua intenzione ostentarla, non ce la faceva proprio a nasconderla tra gli abiti di cachemire di Loro Piana e la borsetta di Prada, ma per lo meno ci provava. Natura benevola difficile da costringere in quella camicetta fina di Hermès. Morbida ma fina. Maglione e cappotto, da togliere subito purtroppo, fa troppo caldo qui dentro e il brasato è già al tavolo con lei. Non c'è tempo per l'immaginazione, che deve correre per stargli appresso, quella cosa che ti fa fare chilometri e chilometri tra le nebbie dei risotti e del Bramaterra.

Tanta polpa, anche troppo secondo i miei gusti, però siccome il periodo era di vacche magre mi sono detto: perché no? Dai, mi prodigo. Durante la prima sera conviviale, liberatasi dal brasato, volle sedersi sulle mie ginocchia, anzi, una, di profilo per non sbagliarsi, per non incidere su tutte e due, ad una cena molto conviviale, dove parteciparono non pochi benestanti provinciali, e quindi non poco interessati alla differenza di potenziale tra le mie gambe magre e il suo petto prorompente.

Mai stati con una forte di petto? Questo si domandava in quel periodo Oreste Lionello, doppiatore insuperato di Woody Allen. Raramente, rarissimamante a dire il vero. L'ho sempre trovato dispersivo, quando non addirittura disperso. Irrintracciabile.

La seconda sera invece che in campo neutro me la giocai in trasferta, muovendomi lungo i contorni di un quadrilatero calcistico mai domo: Vercelli, Novara, Casale e Alessandria, ma molto probabilmente neanche il Silvione Piola, eroe delle due sponde avrebbe gradito una trasferta Pro Vercelli - Novara- sia pure con due stadi dedicati- per buttar giù due reti per parte, prima di un filetto bollito.

Non mi piace far nomi, però le insegne si. Si chiama o si chiamava Caglieri il ristorante, probabilmente, ma non ne sono certo, comunque sia a Novara, all'altezza di una delle rare lampadine accese anche dalla Rossa amaranto, e dove pomposamente si serviva il filetto di bue bollito: the opposite of sex.

Arrivava al tavolo intero, e tirato fuori dal suo brodo veniva affettato a vista, mia e della quinta castana, ormai nera di fronte alle mie vive attenzioni rivolte solo verso quella carne troppo cotta, bollita. Sopportò poco, il mio sarcasmo, la mia ironia, il mio francesismo che si rifletteva più nel bicchiere che nella piccola vigna da cui proveniva, difficile da capire pure per lei che studiò alla Sorbona. Mai saputo disegnare.

Ancora due piccole ore, ad ascoltare le mie osservazioni sulla maniera castrante di trattare un bue e il qualunquismo delle salse di accompagnamento, e poi serrando la porta quando vide gli avanzi, sparendo tra la nebbia, lasciandomi vagare per il quadrilatero buio più volte, richiudendosi in casa e non rispondendo neppure all'innovativo video citofono (li vendeva lei), di fronte alla prospettiva visiva di un altro filetto, magro, ma ormai, bollito.


Elasticità della comprensione del linguaggio, però no, non sono io Charlie, caso mai Snoopy.


2 commenti:

  1. Notti buie&tempestose, caro Barone Amaranto, gradite le noccioline e la caccia al tesoro, magari hai un tesoretto che ti aspetta al videocitofono ora funzionante...

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  2. Non sono Charlie, mi chiamo Giorgio

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