sabato 21 dicembre 2013

Toscana | L'altro cinquanta

Marco 50 & 50
La casa di famiglia è più o meno a metà strada tra San Gimignano e Montepulciano.

Appagata la vista con le belle torri, a San Gimignano è possibile appagare anche il palato con la Vernaccia, primo vino italiano a ricevere la DOC e citato da Dante nella Divina Commedia, mentre a Montepulciano dopo una sosta in uno dei caffè storici d’Italia, se non siamo degli “asinoni” sarà conveniente assaggiare uno dei vini più antichi d’Italia, il Nobile di Montepulciano in vendita non solo a persone di nobili origini.

Stiamo parlando di secoli, le vigne attorno al castello di Poliziano ne hanno dodici, la Vernaccia otto, dunque antiche radici per vecchie vigne di nobili origini. Ieri però, tra gli scaffali di una lunga esse la manina si è fermata, forse per il braccino corto, su un chianti dei colli senesi così guadagno ancora qualche secolo e mi avvicino alle radici, stavolta alle mie.



Eccomi, ritorno alle origini e alle mie radici e i ricordi, persistenti come bollicine riaffiorano come gnocchi, ma assieme al presente che possiamo ancora scegliere, e al futuro che sceglierà per noi sono tutto quello che abbiamo, per cui cominciamo a scegliere il sottofondo e ascoltiamo gli Odyssey – Going back to my roots, tanto per non sbagliarci…

Stasera comunque, niente radici amare, la tisana purificatrice qualcuno l’avrà già presa dopo i bagni termali che a Rapolano sono giustamente, insieme al travertino, tre punti di forza e di richiamo, tre perché gli stabilimenti termali sono due.

Per me, mezzo rapolanese, il richiamo dei bagni è il ricordo “del mi nonno che mi raccontava del su babbo che col su calesse” portò, a questi stessi bagni, all’Antica Querciolaia, Garibaldi, venuto a Rapolano per curarsi le ferite d’Aspromonte, poi mi portava “in collo” in giro per il paese, io sono quello più piccolo senza cappello



e mi raccontava le storie del “brigantaggio” mentre ci si fermava da un contadino per una fetta di pane coll’olio “novo” e si tornava a casa con le “ova” fresche e un galletto ruspante.


Siamo a Rapolano Terme, un paese di origini medievali in provincia di Siena, anzi nelle crete senesi, che come le pietre sono rimaste tali e quali, fatto raro in Italia, sarà l’argilla.



Il posto è magico, come tutti i posti dove si “sente” il passato…ah qui niente passato al limite la ribollita o la pappa col pomodoro, ma anche pane senza sale , olio da paura, crostini di fegatini, quelli di milza adesso ce li scordiamo ma io me li ricordo e bene, e poi il prosciutto al coltello che si taglia così da sempre, i pici, il piccione o la fiorentina, il cavolo nero, il pecorino, lo zafferano, le verdure dei contadini,  il vino e “du cantuccini nel vin santo unlivoi provà ?” Chi non è toscano e nemmeno mezzo, può fermarsi a dormire al Molino della Lodola



buona l’accoglienza, la colazione e la notte. Ma prima della buona notte, meglio provare a vedere l’effetto che fa una cena all’enoteca ristorante di Davide Canella su ad Armaiolo, una frazione piccina, tipo due noni, in via del Finimondo.



Un’antica cantina è diventata un ristorante di buon livello, qui oltre ai rapolanesi, che qualche contadino che fornisce loro quasi di tutto lo trovano sempre, qui dicevo ci sono i turisti, francesi, inglesi, americani e l’offerta, almeno dal punto della location, deve prevedere qualche locale di nicchia.



Alcuni di questi turisti hanno comprato, si sono piazzati  e hanno realizzato il loro sogno, altri di passaggio da Siena, da Montepulciano o da Montalcino, fermandosi  qui potranno trovare : storia, tradizione, classe, pace, tranquillità e buon cibo







sia nella proposta alla carta che nei vari degustazione, il menù vetrina toscana a km zero oggi, ad esempio, lo vedo dal sito proposto a euro trentasette, il viaggio dalla Brianza un po’ di più. Così da parte mia insisto con le tangenziali e nelle mura antiche la “mia” camerina con vista sul cortile interno di proprietà, concede ad altri sogni senza stress.



Stasera, prima di mandarle al Guardiano, riguarderò le foto e le mie radici, poi stapperò la bottiglia e berrò i miei colli senesi, cercando di dimenticare quel che non voglio dimenticare, perché puoi strappare un uomo dalla  Toscana ma non la Toscana da quell’uomo. La finirò da solo, per imparare, perché bevendo s’impara e sbagliando si vende la casa di famiglia.

(FOTO MEZZO TOSCANO)


Marco 50&50

6 commenti:

  1. Ieri ho mandato il link al mio amico toscano al 100%, alle 3 di notte mi risponde con lo spirito che cercavo nel blog, sentirsi parte...autorizzato a farlo ve lo giro
    M 50&50

    "Lo scorso WE io è buch siamo fuggiti dalla city in compagnia di due giovani amici per respirare un po' di quel l'aria che mischiando macchia e mare ti riapre i polmoni. Partenza arrembata serale una sosta sull'appennino tra testato lì e panigacci tagliate e maialino sul braciere e poi giù fino al mare. Per risvegliarsi tra colazioni pranzi cene merende e feste (da imbucati) e poi ancora aperitivi e spuntini.
    E poi la gita in bici con il rientro a piedi, la spiaggia e il mare calmo e trasparente che se non fai il bagno e solo perché ti hanno insegnato che d'inverno non si deve fare ed il mercato il pane e il macellaio...
    C'è stato anche il tempo di far conoscenza con un uomo d'altri tempi. Altro che 50 lui ne ha più di 80 e nei giorni in cui altri fanno la protesta dei forconi lui il forcone ce l'ha in spalla e se ne va per i suoi campi tra ulivi e vigna curando la terra ...la sua terra, e se ci parli ti insegna la vita con una filosofia contadina degna di un professore universitario.
    La compagnia era buona sembravamo 4 ragazzi alle prime gite e il tempo mite andava bene per il gioco e per il riposo. A dir il vero riposo poco. Almeno non per la bocca che ha smesso di ingoiare quei sapori e profumi solo appena tornati a Milano.
    Tutto questo per dirti che quel posto è per me come per te un po' magico ma per sapere se lo è davvero bisognerebbe chiederlo a chi non c'è nato ma che magari un pensiero di "tornarci" a vivere ce lo farebbe"

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