venerdì 27 dicembre 2013

Bernard Loiseau

gdf

Un intero mese dedicato a Bernard Loiseau nel decennale della sua decisione di scomparire fisicamente da questo gioco, in questo tempo. Un mese intero e quasi una ventina di post disseminati sulle strade statali che da Parigi raggiungono il Morvan e la Borgogna, soffermandosi ad ogni paracarro significativo, scandagliando dentro tutti i fossi passati e presenti dell’ Affaire Loiseau.

Rimetterlo in gioco così pesantemente deve essere stato impegnativo, decisione presa da parte di un blogger che non conosco ma che mi fa impressione e mi colpisce l’immaginazione, così come quel mezzo piccione farcito di foie gras mangiato venti anni fa in quel luogo, e che resterà scolpito per sempre in questa mente, come quella là, quella persa di vista in questa vita

Recuperata neppure nell’astrale,  quando ti svegli convinto di averla finalmente colta, quando il pensiero ce l’hai dritto e preciso, focalizzato lì; allora meglio alzarsi e fare un giro in bagno. Ricambio di pensieri che ripartono dal corpo invece che dalla mente.

Di notte invece, più mente che corpo. Piatto sognato e rivissuto, e come pochi altri, vomitati subito dopo mangiato, perché quando l’emozione e così forte il corpo non ce la può fare ad accettare che sia così, che sia così tanto. Sublime, quasi irreale, ma invece no, realmente presente ma spostato su una dimensione diversa, e quindi non comprensibile rimanendo seduto ad una tavola piuttosto che a letto sognando.



L’ho messo nei preferiti da un pezzo: La Passion du Gout. Anche Baptiste secondo me vive sotto l'effetto di questa benedetta passione, quella che continua a farti fare le stesse cose volentieri senza pretendere nulla in cambio. Sono quelle emozioni in cui mi specchio preciso senza diaframmi  o deformazioni di vetri o colori. Sono quei momenti in cui mi dico: lo potevo fare anch’io?

No, così no, però non posso far altro che complimentarmi per il nobile gesto, anche se un mese monotematico sul web, anche se non è tutto è molto, anzi parecchio.

Lo tenevo d’occhio da inizio mese, sembrava proprio fare sul serio, giorno dopo giorno, e sta portando a termine il lavoro, prendendo dentro tutto il possibile; più il dopo che il prima a dire il vero, ma sono felice e depresso lo stesso, turbato dal suo coraggio e dalla sua continuità.

Alla fine è riuscito ad emozionarmi, a scavarmi un solco dentro, e allora mi permetto di controbattere andando a fare un giro in archivio, nel mio piccolo archivio, facendo qualche passo indietro, prima della seconda e della terza; andando dritto verso la prima volta, quella che non andrebbe ripetuta se ben riuscita. Quella resta, buona la prima: questa, quell’emozione mia e non mia, che torna a galla prepotentemente, tenendo l’allineamento a sinistra


Un’immagine fissa nella mente.
Un ragazzo che come me preferiva stare solo a tavola.
Un ragazzo che scelse il menù più lungo e articolato.
Un ragazzo che ad ogni piatto arrivato, dopo l’assaggio, sussultava con il corpo e gioiva con il viso come se sotto il tavolo ci fossero mani e labbra esperte a fargli perdere il controllo, invece era “solo” per quello che stava mangiando.
Quando uno chef provoca sensazioni mentali e fisiche di questo livello profondo cos’altro può fare?

Piove sul Morvan.
Piove spesso sulle foreste del Morvan.
E se non piove le brume nebbiose si abbassano e avvolgono le abitazioni isolandole.
Casualmente apparirà qualche squarcio di cielo blu tra le nuvole atlantiche che corrono veloci come i pensieri.
Tanti pensieri.

C’è modo e modo per andarsene.
C’è chi “si” ammala, chi provoca l’incidente, chi lo condivide, chi pensa che basta così e punto e a capo.
La teatralità dell’uscita di scena di Bernard Loiseau così come di Denis Mortet, come dire, cucina e vino in Borgogna portati a livelli sublimi, farebbe pensare superficialmente ad una convinzione del raggiungimento di un livello terreno non superabile.
Chi ha bevuto un Clos Vougeot o uno Chambertin 2005 di Mortet o chi ha mangiato qualche volailles o pigeon di Loiseau dovrebbe avere inteso quale esasperata perfezione sia stata cercata e raggiunta. Quindi per loro poteva forse bastare così per questo giro, almeno per quello che è concesso di capire a me che ho amato profondamente l’opera di entrambi .
Non voglio credere a motivazioni diverse.
Quando decideranno di tornare, sarà per fare di meglio, ad un altro livello, quindi probabilmente in Tibet.


gdf

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