mercoledì 18 luglio 2012

Emanuele Barbaresi



Doveva andare ieri questo post, ma non l’avevo ancora sedimentato. Per lui è stato un giorno speciale ieri, uno di quelli che sono molto, ma molto più diversi da altri.  Ci sono passato dodici mesi fa da quelle parti, cambia molto, anche se non tutto, ma la prostata si,  quella prima di tutto. Bevi più birra Emanuele, aiuta.

Un  giorno speciale per quello che io ho sempre individuato come il François Simon della critica gastronomica italiana. Molti si ricorderanno le recensioni indipendenti, taglienti e coscienti su Tuttoturismo, Quattroruote, Editoriale Domus. Altri si ricorderanno dei mille appunti appuntiti con i quali non ha mai mancato di far arrivare il suo pensiero sul web, secco e asciutto, dritto al contenuto, senza contorno.

Nulla di personale. Così si sta al mondo, esprimendo il proprio pensiero senza condizionamenti. Si può essere in sintonia oppure no, dirsele a diversi livelli di toni e volumi, ma il rispetto della persona rimane intatto. La persona, quando è persona, quando ti guarda negli occhi, quando non ti volta la schiena, rimane integra per me, anche dopo confronti che sembrano ad altri fuori e sopra le righe.

“La critica vera si può solo fare se anonimi al ristorante” , “ I premi sono utili solo a chi li da e a chi li riceve” , tanto per ricordarvi con quale carattere e in che modo abbiamo condiviso la Guida Gourmet, secondo in firma, ma  acidamente contrastato nell’umore all’apparizione del volume in edicola.

Il limite del ventesimo - anche se purtroppo non scrivi più parecchio di cucina - ma spero ti sia passata anche a te dalla mente  questa scolasticità, questo paletto da abbattere, da fare a pezzi, proprio da chi come te non ne aveva assolutamente bisogno per  far capire come si viveva un ristorante e la sua cucina.

Barbaresi: uno di  quei quattro gatti che si sono presi il tempo di partire dalla terra dei cachi per attraversare l’Europa gourmet, per tre decenni, con lo scopo di capire e non per ostentare le proprie frequentazioni.


 Auguri Emanuele, si può continuare a combattere anche senza far vittime



- gdf-

3 commenti:

  1. Grazie Roberto… questa proprio non me l’aspettavo. Grazie degli auguri e anche del resto.
    Il paragone con Simon, però, non regge minimamente. Lui è un gigante della critica gastronomica francese, io in quella italiana non mi sono mai imposto, senz’altro per limiti miei. Anzi, sono stato pure accompagnato alla porta, e a quella di servizio. A pensarci bene, non poteva che finire così, perché è impossibile imporsi in un ambiente senza frequentarlo, senza coltivare relazioni, senza fare favori, senza riceverli. Mi limitavo a frequentare i ristoranti, un po’ poco in effetti.
    Sul “nulla di personale” la pensiamo allo stesso modo. Ma siamo in pochi, perché al contrario si tende sempre a buttarla sul personale, anche e soprattutto in un mondo così residuale e ai margini come quello della gastronomia italiana. Così, se ci si limita a esprimere la propria opinione, magari in modo garbato ma senza infingimenti, c’è sempre qualcuno che si sente attaccato e, qualsiasi sia l’argomento, scatta il meccanismo mentale tipicamente nazionale, quindi mafioso, del cui prodest. È una logica che non m’interessa ed è per questo che anche sul web, praticamente, non intervengo più.
    In compenso la prostata, per il momento, funziona…

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Comunque, dai, anche solo qualche commento appuntito ( e sacrosanto ) come quelli che hai lanciato come freccette su una recente recensione dell'Astrance valgono la pena di essere letti e riletti. Se poi li abbiano capiti i soliti 4 gatti va bene lo stesso. Insisti.

      Ciao e buon anniversario.

      Elimina
  2. Cercherò di farlo, una volta ogni tanto, giusto per non perdere del tutto l'abitudine...

    RispondiElimina