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venerdì 11 luglio 2014

La Carta d'estate dell'Asino




del Guardiano del Faro

Artigiani o artisti. Poeti, musicisti, pittori, scrittori e scultori. Una fonte di ispirazione la devi trovare e non solo cercare per fare o dire qualche cosa di originale, qualche cosa di unico ed espressivo, magari non straordinario per molti, ma per te si. E da li si comincia a costruire o ricostruire una personalità, specchiandosi, piacendosi, cercando di rimanere moderatamente autocritici.

Io come stimolo creativo e antidoto all'autocritica uso l'alcol, che disinfetta e pulisce; altri si drogano, però anche una musa ispiratrice ti può aprire porte sconosciute, sono d'accordo, corretta Sambuca però. Succede anche ai cuochi di incontrare le cose di cui sopra, oppure di incontrare una compagna di viaggio sull'intercity della vita, che da una stazione sotterranea comincia a salire ed a incidere sollevando pensieri sopiti e zolle cristallizzate del giardino, quelle che credevi andassero bene così, per pigrizia, invece magari era solo da rimettere in ordine o almeno da rimetter in discussione. quel giardino di pensieri assopiti e asciugati da carenza di liquidi. Mi sto perdendo.

Non era mia intenzione fare del gossip o il delatore di fatti personali di stomaco, ma se mangiando uno splendido piatto e poi cercandone traccia nel menù lo trovo titolato “ A Miriam” … beh, e allora il fatto diventa di pubblico dominio e quindi pubblicabile. Me ne prendo tutte le responsabilità.

Di solito la gente comune al proprio isolato intende lo spazio come un luogo dove metterci dentro tutto quello che ci può entrare fisicamente, e quindi in quello sport bisognerebbe essere almeno in due per praticarlo in maniera soddisfacente ; pure a me piacerebbe praticarlo, in via teorica, ma tenendo la testa fuori.

Rimango confidenziale da questo blog sotterraneo che non vuole venire scoperto, e non è neppure mia intenzione farla troppo lunga oggi; poche parole, come in questo menù di cucina d’autore, eseguito con ancor maggior concisione e sicurezza rispetto al recente passato da Giorgio Servetto, che chissà, da un solo piatto potrebbe anche andare oltre, e dedicare a Miriam un intero menù degustazione romantico -nel senso classico del termine- a questa affascinante ragazza piovuta qui ad Alassio da un’epoca diversa, quella marcata dalle voci radiofoniche delle dive degli anni Trenta, con i lunghi capelli biondi ondulati che così bene si confondono in mezzo alle architetture complesse di queste ville inglesi di fine Ottocento.

Un abito rosso e un rossetto ancor più rosso se ben stampato da due labbra sicure su una coppa di Champagne. Non so se Giorgio se ne sia reso conto o gli sia uscito istintivamente dal capello folto, ma questo menù (in realtà quasi due paralleli) è già molto rosso, con spunti incisivi e precisi, positivi e non trasgressivi, sicuramente pieni di passione. 

Impepata di cozze... chissà perché parte così.tornando da un colpo d'occhio in spiaggia.

Un amico che non tradisce, neanche sotto l'effetto dell'alcol

Un invito a partire per una settimana in Scozia
Sfoglie di Salmone Loch Fine marinato e affumicato maison con legno d'ulivo,
maionese bianca di zenzero,  gocce agrodolci di curcuma, cipolle essiccate. 
Palese porn food

Capesante arrostite, verdure crude e germogli, elegante salsa Champagne

Lugana, morbida ed avvolgente

Seppia e piselli.
 Meringa al nero.

A Miriam
Zuccotto di nasello farcito di panna acida e caviale Sevruga
Bloody Mary di Piccadilly Circus. 
Riccioli ondulati e lamelle di pensieri crudi

Cappellacci farciti di "fagiolini pelandroni" 
su zuppetta (bisque) di gamberi bianchi di Savona, gamberi a la coque e aria di mare

Cappellacci farciti di cipolla caramellata, jus de viande ristretto e fiocchi di cuore di tonno.

Guancetta di maiale lungamente cotta nello spumante, la sua salsa ridotta, giardino (senza zolle) di cipolle di Tropea e funghi galletti arrostiti

Per terminare il vino: vecchio parmigiano e deliziosa Cugnà di Moscato Ca' D' Gal

Sfoglie di mille foglie e fragole, profumo di menta,  Chantilly di fragole di Peveragno. 
Salsa inglese e sorbetto di Moscato


Abbinamento quasi obbligato


Si dice a Spezia: all'Asino non glielo puoi menare



gdf 17 minuti


venerdì 20 giugno 2014

Un Mare di Champagne | Il pranzo a Villa della Pergola di Alassio


del Guardiano del Faro


Forse "pranzo" non è il termine più appropriato, anche perché in  un luogo come questo si potrebbe vivere di prana indiano, di profumi mediterranei tutti, di viste e di sguardi ordinati approssimativamente come si farebbe in un grande giardino all'Inglese; ma all'interno dell'eccellente organizzazione della settimana del Mare di Champagne di Alassio, Barbara Porzio, la conduttrice del Consorzio Macramé non ha voluto far mancar nulla che potesse rialzare ulteriormente il tono di eccellenza dell'evento.


Salgo "strisciando" i piedi ed evaporando l'alcol dalla testa. Se vuoi capire meglio le cose ci devi andare con i tuoi piedi, guardando con i tuoi occhi e pensando con la tua testa. Me lo impongo. Ma stamattina l'esercizio stilistico è ben difficile da eseguire. I flaconi di Champagne e di Sambuca mi galleggiano davanti agli occhi crepati di venature Claret.

Due giorni, pregni di bollicine francesi, in un andare e venire tra il Grand Hotel e l'Hotel Savoia, entrambi piazzatissimi les pieds dans l'eau, ma il mio problema oggi n'est pas l'eau mais l'alcol, che però grazie alla dozzina di minuti necessari per salire in ripida pendenza a Villa della Pergola tornerà allo stato acquoso di fronte alla trentina di gradi, temperatura che presto mi farà capire il perché di questo parco climaticamente irraggiungibile, e che può essere  paragonato solo (non perdendo il confronto) a quello dei Giardini Hanbury di Mortola/Ventimiglia.


Thomas Hanbury c'entra anche qui, sembra quasi ovvio e inutile sottolinearlo quando a due passi anche un tennis club ha preso il suo nome, e Miriam lo sa bene, lei qui è a casa sua, e la lezione la sa a memoria. 

Tutto quanto accaduto dal 1870 a oggi è ormai il suo mantra da raccontare agli ospiti di questo meraviglioso albergo di lusso. Sa far tutto, e tutto si ricorda, a partire dall'episodio che risolse inizialmente la natura a piegarsi a favore del sogno del Generale Montagu, al servizio di sua Maestà e di ritorno dall'India con, all'inizio, modeste intenzioni, ma poi -li consociamo bene gli Inglesi di quel periodo- in preda all'entusiasmo di colonizzatore, avrebbe e avrebbero valorizzato anche un pollaio se il solo clima circostante fosse stato migliore di quello londinese. Ma solo per civilizzare le persone e il luogo, per carità, mica per farci dei soldi, qui i foresti non ne fanno di soldi, qui li portano.


Però, perché c'è sempre un però, il nostro William Montagu trapiantato ad Alassio, pur essendo al servizio di sua Maestà come James Bond, inglese non lo era, come del resto Sean Connery, entrambi scozzesi all'anagrafe.

Belìn, lo Scozzese in Liguria era un gemellaggio da fare già all'epoca. Infatti come mi racconta Miriam il nostro Generale si accontentò inizialmente di un modesto casolare dove vivrà il primo anno mangiando probabilmente trenette al pesto, coniglio alle olive e bevendo un modesto Vermentino invece di un Claret bordolese.


L'appetito vien mangiando e allora guardate qui che cosa misero in piedi Montagu e l'amico Gibb, uomini dall'indubbio carattere di ferro poi ingentilito dal clima di qui e d'altrove, dal ritorno dalle Indie, dove usavano vivere in case coloniche dallo stile anglo-indiano, qui replicato e interpretato in maniera esemplare. Ad Alassio come a Bordighera ne arrivarono a migliaia di inglesi innamorati del clima e folgorati dalla passione per i giardini, dove trapiantarono non solo se stessi ma ogni forma botanica che potesse adattarsi a guardare tutto il giorno la Gallinara.

Se ne andarono dopo alcuni decenni, quando il clima cambiò, e nonostante l'avvento dell'automobile avesse semplificato gli spostamenti sull'Asse Alassio-Sanremo-Bordighera. Amareggiati non solo dal chinotto mollarono tutto, non essendo riusciti né ad imparare l'italiano né a convincere un italiano a guidare contromano sull'Aurelia, partendo da Roma.

Per ogni dettaglio relativo alla grande storia di questo luogo rinato nel 2007 grazie alla famiglia Ricci rimando in fondo a questo lungo post, al sito ufficiale dell'Hotel Ristorante Villa della Pergola, mentre qui, in agile maniera web mi va di far notare quanto si sia cercato sobriamente di riportare alla contemporaneità lo stile di vita di quel periodo, recuperando quanto più possibile oggetti e documenti, ed inserendo altri dettagli che contribuissero al confort del cliente da Luxury Hotel







La saletta dedicata alla colazione, dove non si può non notare la qualità dei dettagli, a partire dalle marmellate fatte in casa, alcune prelevando le ricette direttamente dallo "storico" della casa, e spesso usando anche i frutti provenienti dal grande parco, che oltre ad arbusti ornamentali rarissimi, custodisce anche un bouquet di piante da frutto insolite.


Anche tutti i pani sono fatti (e anche bene) tutti in casa... mentre affettati di pregio e piatti caldi tipici di un english breakfast sono preparati al momento dell'ordinazione. Qui non si avverte la fretta di andarsene via di corsa la mattina presto. Direi di no.

Questo angolo lo inquadro come ideale per un aperitivo al tramonto

Oggi si pranza en plein air, ma per una volta in questa settimana dedicata allo Champagne si farà un'eccezione, e così, come saranno assolutamente tipici della regione i piatti proposti, anche tutti i vini lo saranno, grazie alla presenza dei prodotti del territorio e i produttori dei vini poi bevuti al tavolo.

Dalla terrazza della zona ristorante

Uno dei banchi d'assaggio di prodotti tipici

Il pesto fatto al momento al mortaio, prima di cominciare il menù

Le verdure ripiene

 Gli oli proposti al tavolo, entrambi validissimi


Uno spicchio di torta verde


Lo stoccafisso mantecato con patate


Il condiglione, insalata di verdure estive crude


I ravioli di erbette in salsa di noci



L'ottimo coniglio con le olive e pinoli


Lo chef di Villa della Pergola con il Dottor Esposito, Direttore dell'Albergo di proprietà della Famiglia Ricci

Un passeggiata nel vasto parco guidati da Miriam, tra agrumi rarissimi, decine di varietà di agapanthus, piante acquatiche, cactus, ortensie bianche, ninfee, lavanda e altre meraviglie botaniche che meriterebbero un pomeriggio interamente dedicato, specialmente in questo periodo dell'anno, dove le fioriture sono così esuberanti















Infine, per ogni dettaglio su storia e presente di Villa della Pergola, l'esaustivo sito internet



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