sabato 14 aprile 2018

Alexandre Filaine Champagne Cuvée Spéciale Brut s.a.


A Damery, Vallata della Marna, c’è monsieur Fabrice Gass, ex bottaio della più famosa maison di Aÿ. Un ettaro di vigna, otto parcelle, le tre varietà classiche, per una (micro) produzione che supera, di poco, le cinquemila bottiglie.

Oltre 5 anni fa, su consiglio di un suo amico champenois, dopo un’odissea interminabile per contattarlo, ebbi finalmente la possibilità di conoscerlo e trascorrere con lui un’intera mattinata. Appuntamento alle nove, Rue Poincaré 17, un nome e cognome su un anonimo e minuscolo campanello, lui in cortile, intento a riparare una vecchissima barrique (forse dismessa da Bollinger?).

All’epoca i suoi champagne – due cuvée d’assemblage non millesimate, mentre il primo vintage 2007 (Sensum Vertigo) riposava sui lieviti – non erano ancora conosciuti in Italia. Poi qualcuno, anzi più d’uno, se ne accorse, e ora, a fedele applicazione dell’abituale costume italico/italiota, sono in parecchi ad accampare diritti circa la paternità della scoperta - tramite post, articoli, selfie e interviste peana - e, per conseguenza, a zompare sul carro e a stracciarsi le vesti per i suoi champagne.

Champagne che sono buonissimi, peraltro.
Più facile berli, che descriverli.



La Cuvée Spéciale costituisce l’ingresso di Gass nell’Effervescenza Nobile. Nell’assemblaggio prevale il Pinot Nero – poco sotto la metà – con un 30-35% di Chardonnay e il Meunier a saldare. Niente malò, barrique esauste, almeno 3 anni sur lattes e bassi dosaggi.

Ambiente oxyd, per una bollicina molto fine, e di precisa chiarezza olfattiva.
Parte dritto, speziato e burroso, per volgere su agrumi confit e tocchi floreali e concludere su una incisiva trama salmastro-minerale.

Bocca agile, ampia e simmetrica, orpelli zero e via andare. Materia grassa, cui fa da contraltare una scattante verve acida, per sorsi sapidi, di forte richiamo marino, con scie di nocciola tostata e spezie, su crescente persistenza.

Raccontarne solo adesso, giunto alla fine del mio stock, molto, ma molto massiccio, fatto all’epoca, mi ha permesso di cogliere tanto la rilevante e puntuale regolarità qualitativa, quanto apprezzarne la dinamica evoluzione.

Nessun commento:

Posta un commento