mercoledì 23 settembre 2015

La rana arrogante



Marco 50&50

Dal prezzo sfacciato.
Doc, il marchio italiano, che, tra le altre cose, certifica la zona di origine delle uve utilizzate per la produzione di un determinato vino, pur essendo basato su principi francesi, non viene apposto sulle bottiglie d’oltralpe che si fregiano della sigla AOC, eppure, ieri sera, ho bevuto un vino francese d’oc.

Che ti sei fumato, mezzo toscano…hai superato il varco, lascia ad altri il vino, sei in un territorio minato, sciacqua i tuoi panni in Arno ma non venire qui a parlarci di vino

Intanto, nel Valdarno, vicino a Montevarchi, sono stati trovati dei reperti fossili di tralci di vite che hanno due milioni di anni, altro che duemila “mi piace”, quindi da mezzo toscano due mezze parole ci stanno, ieri sera, dicevo, ho stappato una boccia francese dal nome inglese, Arrogant Frog, in particolare un Syrah, Les Coteaux, Languedoc, Sud della Francia, una rana anche sul tappo, l’animaletto accattivante per una riuscita operazione di marketing.

Questo Syrah in purezza, anche se il colore non è bianco come un giglio ma rubino intenso con riflessi granati, porta la firma di Jean Claude Mas e con disinvoltura tredici gradi e mezzo.

Il fatto che mi sia piaciuto è secondario, che sugli scaffali sia andato a ruba anche, che in Internet se ne parli bene pure, un po’ meno secondario il fatto che abbia vinto la medaglia d’oro a Parigi ed altri premi, ma soprattutto che il prezzo da me pagato per la boccia sia due euro e quarantanove centesimi.

Come si evince dallo scontrino, l’abbinamento su due piedi di fronte ai fuochi e manico della padella in mano è stato con un piatto di mezzi rigatoni conditi con carne trita saltata e aromatizzata con salvia, rosmarino e peperoncino appena colti, a chiudere col botto un ultimo calice di Rana Arrogante con una scheggia di grana(ta) padano riserva.

Dal sito riporto : “with creativity, know-how and a sense of humour, one can make Southern French wines shine around the world and give pure pleasure, at a reasonable price”

Ho apprezzato il vino che viene dalle terre di poeti e trovatori e ripensato alle influenze provenzali e alla lingua d’oc, così adatta alle rime, che ha “svincolato” dal latino la nostra con l’italiano di Dante, così, in attesa di provare ad azzardare a riscriverne uno, abbozzando un nuovo dolce stil novo e sperando di non essere arrogante come la rana in etichetta, sono andato a rileggere un sonetto a me caro che parla di amicizia con un tono quasi fiabesco, idealmente lo mando, con amor cortese, nel Sud della Francia.

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ‘l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
Con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuno di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.



M 50&50

5 commenti:

  1. Questo è un sonetto che ci rimanda "con disio" ai tempi che furono e non più sono. Un saluto di inebriante nostalgia. Tripla AAA

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  2. Non conosco il liquido e lo marescaillo immediatamente. Tuttavia non mi stupisco della sua bontà, giacchè il Languedoc, troppo spesso sottovalutato, enologicamente parlando, fornisce da sempre ottime bevute.

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    1. Se riforniscono gli scaffali faccio arrogantemente incetta di rane, così da poter condividere, prima o poi saremo anche noi "presi per incantamento"...BFS

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  3. veramente notevole. Eravamo in quattro a tavola l'espressione che gli occhi rimandavano continuamente, rimbalzando da uno all'altra (eh sì), è stata la stessa. Piacevolissima sorpresa. Mannaggia, è già la seconda volta che la Esselunga ne è sprovvista. Non demordo. So attendere

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