venerdì 11 settembre 2015

Aoc Champagne Blanc de Blancs Les Vignes de Montgueux Extra Brut s.a. Jacques Lassaigne


Côte des Bar, con Montgueux che ne costituisce l’enclave gessosa. Solo qui, alle porte di Troyes, il sottosuolo di questa collina presenta, grosso modo, le medesime peculiarità, della ben più famosa Costa dei Bianchi. Ergo, lo Chardonnay è il vitigno che più si presta.

Più di un esperto considera, non mi interessa se a torto, o a ragione, Montgueux, come l’unica zona degna di considerazione dell’Aube – per qualcuno è la “Montrachet” della Champagne - e in grado di garantire prodotti di qualità assoluta.
La critica che conta, scrive molto, e soprattutto benissimo, dei vini di questo produttore, al punto da essere diventati très branché.

Se c’è gesso, ci deve essere tanta mineralità. Tuttavia, il mio falcone ne conteneva davvero poca. Già il prologo olfattivo è stato molto ermetico, impacciato e poco leggibile, con solamente qualche cenno di limone, scarne note floreali e un’indecisa mandorla.

Speravo in uno scatto al palato, viceversa, ho dovuto accontentarmi di un tocco agrumato – scorza di arancia – e una sommessa sensazione vegetale.
Chiude il cerchio, una effervescenza di smisurata taglienza.
Mineralità? Chi era costei? Neanche a distanza di un’ora.
A questo sorso non resta che la verticalità, pochino per una boccia che sfiora i 4 deca.


Già saprai dove sto andando. Sì, proprio in Côte des Blancs, giusto due rampe di scale, nella mia cave.

2 commenti:

  1. Ultimamente mi dai meno appigli, faremo il possibile.

    Sotto terra succedono cose indicibili, avevo un sospetto, adesso lo so, non sono i luoghi di per se, umidi, bui, sinistri, silenziosi, freschi al limite del brivido come credevo, no è che ci sono persone buone all'apparenza che sembrano coltivare amicizie e rapporti umani, alcuni di loro hanno nobili origini e non farebbero male ad una mosca, figuriamoci a...ma nemmeno con un dito, poi, li fanno innervosire, si sentono traditi e allora tirano fuori il peggio e al contempo mettono le migliori sotto chiave e sotto terra, in uno stato di semilibertà, appena due rampe sotto l'apparente tranquillità familiare, questo per poterle ammirare ed accarezzare, sguardi avidi alle bocce più belle in perfetta e viziosa solitudine.
    Vanno compresi ed aiutati, è una malattia.

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    1. Le bocce non vanno mai lasciate sole e non sono sole. Sono loro le custodi della salute. Finché possono, finché sono piene. Sono loro gli appigli.
      Le bocce sono Vita.

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