Fino a qualche giorno fa non avevo mai sentito parlare di questo signore. Poi mi imbatto nella copertina del suo nuovo disco e bam! scatta una scintilla. Una rapida ricerca mi porta a scoprire questo personaggio. Poi trovo la
presentazione di questo suo nuovo disco:
'In 1968 a young woman was found death along a dirt road near Eagle Creek, north of Georgetown, Kentucky. For thirty year, she was known only as 'Tent Girl', the name given to her by the Kentucky Post & times Star becaouse she'd been found wrapped in canvas resembling a tent bag. This album is a series of overlapping narratives inspired by her story as re-imagined and locales from Matt Bauer's rural Kentucky upbringing. These songs explore what it means to be home and to be lost, what it means to pass from life to death.' Ovviamente poi mi sono letto tutta la storia della Tent Girl e di come si è arrivati alla sua identificazione dopo 30 anni.Arrivato finalmente all'ascolto del disco sono bastate poche note dell'iniziale Sheltering Dark, una acustica appena sussurrata con in sottofondo un banjo lievemente pizzicato ed ho capito subito che questo sarebbe stato uno dei dischi che mi avrebbe accompagnato per parecchie delle serate a venire. L'approccio sia vocale che strumentale ricorda chiaramente gli Iron & Wine, la matrice folk è ben marcata grazie anche all'apporto, sempre discreto ed a un primo ascolto quasi marginale, di violino, organo e pedal steel che danno appunto un impronta più rurale. Visto la storia che ha ispirato le canzoni il disco è pervaso di riflessioni introspettive e sfumature noir da centellinare come si fa con un buon bicchiere da meditazione.
Vino in abbinamento: 99 di Azienda Agricola La Distesa un intrigante metodo solera secco da uve passite, come il disco da gustare lentamente per svelarne tutti i segreti.
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